sabato 4 aprile 2009

Quei manìaci senza tesserino che lottano contro la mafia




Nome: Pino Maniaci. Professione: giornalista abusivo. Segni particolari: lotte contro la mafia. La legge parla chiaro: per esercitare la professione di giornalista professionista è necessario sostenere un esame di Stato a Roma per accedere all'apposito albo.
All'infuori della Sicilia, ma forse anche nella nostra regione, pochi conoscono Maniaci: spesso gli onori della popolarità nazionale si ottengono dopo essere stati ammazzati o, se si è fortunati, a seguito di una partecipazione alla Corrida.
Tuttavia Maniaci, con l'emittente televisiva Telejato, di sua proprietà dal 1999, svolge attività giornalistica senza essere iscritto all'albo e per tali motivi è stato rinviato a giudizio.
Maniaci si occupa di mafia, quella vera, non delle caricature da fiction televisive. Ha svolto inchieste, denunciato fatti sospetti, ha fatto sentire la sua voce. È stato picchiato, nel gennaio 2008, dal figlio di un boss mafioso, mentre nello stesso anno un'auto dell'emittente televisiva è stata incendiata. Durante la sua carriera ha ricevuto decine di querele per ciò che ha detto ed oggi vive sotto la tutela dei carabinieri.
L'emittente Telejato è da più parti ritenuta il perno della libera informazione a sud. Sono diversi, infatti, gli organi d'informazione che utilizzano come fonte “la tv più piccola del mondo”, come appare dalle informazioni del sito internet www.telejato.it (dove si possono guardare tutte le puntate dei tg).
Il 30 marzo Maniàci è stato rinviato a giudizio per aver praticato abusivamente l'attività giornalistica; una querela anonima – chissà perché anonima – ha denunciato, per l'incolumità dello Stato intero, questo pericoloso impostore. Le voci di protesta, per fortuna, non mancano: il sito Articolo21 ha lanciato una campagna, “La nostra tessera per Maniaci”; quella tessera riguardo al quale lo stesso Pino ha dichiarato ”Abusivo io? Abusivi sono tutti quelli che pur essendo iscritti all’ordine dei giornalisti sono impegnati a servire i potenti di turno. Se questo e’ il mestiere, quella tessera preferisco non averla”(dal sito Articolo21).
Un'altra campagna recita “Siamo tutti Pino Maniaci”: sul sito ritaatria.it è possibile anche effettuare una donazione a Telejato perché, per chi non lo sapesse, la testata televisiva usufruisce di pochissima pubblicità.
Beh, se il buon senso non è scomparso, se la lotta alla mafia ha veramente messo radici più profonde nella coscienza collettiva, allora quella denuncia potrà tranquillamente trasformarsi in carta straccia. Come è avvenuto per una denuncia simile, avvenuta il luglio scorso, che lo ha visto scagionato a fronte delle libertà di parola e di espressione sancite dall'articolo 21 della nostra Costituzione.
Eppure sarebbe un peccato se a quell'”abusivo” venisse impedito di continuare il proprio lavoro; avrebbe tanto da insegnare ad un numero così elevato di giornalisti regolari che quest'ultimi potrebbero anche tornare tra i banchi universitari e, perché no, seguire una nuova materia: “Quei manìaci dell'informazione che lottano contro la mafia”.


Rosario Di Raimondo


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