sabato 30 gennaio 2010

E' uscito il nuovo numero de "Il Clandestino". Ecco dove trovarlo


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MODICA
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Bar Fucsia, S.s. 115
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Camera del Lavoro, Via Nazionale
Edicola Sammito, C.so Principessa Maria del Belgio
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venerdì 29 gennaio 2010

Ennesima minaccia per Giulio Cavalli


Nuove minacce a regista Giulio Cavalli


Fonte: ANSA

27 gennaio 2010
Milano. Giulio Cavalli, il regista e attore sotto scorta per le minacce subite dopo uno spettacolo sulla mafia, denuncia nuove intimidazioni dopo la decisione di candidarsi alle regionali con Idv al collegio di Milano. Cavalli e la senatrice Giuliana Carlino hanno spiegato di aver ricevuto nei giorni scorsi una telefonata minatoria alla sede cittadina del partito e di aver ritrovato un proiettile davanti alla sede di via Lepontina. Oggi poi, hanno aggiunto, sono stati trovati dei volantini con scritto ‘la mafia controlla la filiale Intesa San Paolo di via Palmanovà, cioè la filiale dove è stato aperto il conto corrente per il mandatario elettorale di Cavalli. «Ci viene difficile – ha osservato il regista – pensare che tali coincidenze non siano collegate alla mia discesa in campo per la legalità contro le mafie». Una «ennesima minaccia – ha proseguito Carlino – che non fa altro che confermare che la nostra azione politica sta andando sulla giusta strada».





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mercoledì 27 gennaio 2010

Non pagare il pizzo è una questione d'onore





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sabato 23 gennaio 2010

Processo Talpe alla Dda, 7 anni a Cuffaro riconosciuto il favoreggiamento alla mafia



di Alessandra Ziniti

Fonte: La Repubblica

Sette anni di carcere e l'aggravante di avere agevolato Cosa nostra. E' questa la condanna inflitta a Salvatore Cuffaro dalla terza sezione della Corte d'appello di Palermo. Un verdetto più pesante rispetto a quello pronunciato dai giudici di primo grado che all'ex governatore della Sicilia, oggi senatore dell'Udc, inflissero una pena di 5 anni senza l'aggravante del favoreggiamento alla mafia.




In appello sono state modificate anche le altre condanne: all'ex manager della sanità privata Michele Aiello è stata inflitta una pena di 15 anni e 6 mesi per associazione mafiosa, in primo grado erano 14 gli anni di reclusione. Ed è stata modificata in concorso esterno all'associazione mafiosa l'accusa di favoreggiamento contestata all'ex maresciallo del Ros Giorgio Riolo, condannandolo a 8 anni di carcere: in primo grado aveva avuto 7 anni. La Corte, infine, ha dichiarato prescritto il reato contestato ad Adriana La Barbera per morte dell'imputata. Per il resto la sentenza di primo grado è stata interamente confermata.

"So di non essere mafioso e di non avere mai favorito la mafia. Avverto, da cittadino, la pesantezza di questa sentenza che, però, non modifica il mio percorso politico", ha dichiarato Cuffaro, nell'aula bunker del carcere Pagliarelli subito dopo il verdetto di condanna. "Ciò non vuol dire - ha aggiunto - che le sentenze non debbano essere rispettate dal momento che sono espresse dalle istituzioni".

Nei confronti dell'ex presidente della Regione siciliana è scattata l'aggravante per il cosiddetto "episodio Guttadauro": l'attuale senatore dell'Udc avrebbe messo il boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro in condizione di scoprire una microspia nel salotto di casa e questo è un fatto che, secondo l'accusa e secondo la terza sezione della Corte d'appello, presieduta da Giancarlo Trizzino, a latere il relatore Ignazio Pardo e Gaetano La Barbera, ha favorito l'intera associazione mafiosa.
(23 gennaio 2010)


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giovedì 21 gennaio 2010

Archivio Giovanni Spampinato sulla Sicilia “segreta”


Nasce un archivio di documenti, cartaceo e digitale, di facile consultazione, accessibile on-line, sulla Sicilia “segreta” degli anni della strategia della tensione, per documentare le attività eversive, gli episodi di violenza politica, i traffici illeciti e i fatti di sangue che si verificarono nell’Isola con un intreccio ancora non del tutto chiarito con la criminalità mafiosa e con le attività politico eversive della strategia della tensione che insanguinò l’Italia alla fine degli anni Sessanta e all’inizio degli Anni Settanta.



Con particolare attenzione saranno ricostruiti gli avvenimenti che si verificarono nelle province di Ragusa, Siracusa e Catania, gli episodi di violenza politica, le attività eversive, i traffici illeciti e i fatti di sangue di sui si occupò il giornalista Giovanni Spampinato nelle sue inchieste pubblicate su L’Ora e su altri giornali. Lo ha annunciato l’Associazione Giovanni Spampinato, in un incontro pubblico a Ragusa, nel quale è stato presentato il nuovo sito www.giovannispampinato.it e sono state annunciate alcune iniziative per ricordare la vicenda del cronista assassinato il 27 ottobre 1972.

Il segretario dell’Associazione provinciale della Stampa, Giovanni Molè, ha aderito all’iniziativa e ha proposto un premio giornalistico intitolato al cronista di Ragusa, da assegnare ai giornalisti che danno prova di impegno civile e coraggio professionale. Anche il Centro Studi Feliciano Rossitto di Ragusa, che ha intenzione di intitolare la propria biblioteca a Giovanni Spampinato, sostiene la creazione dell’Archivio Spampinato che avrà sede nel capoluogo ibleo. Conterrà gli articoli pubblicati da Giovanni Spampinato sul giornale L’Ora nel periodo 1968-1972; gli articoli di altri giornalisti sugli stessi avvenimenti; la collezione dei giornali locali dell’epoca; atti parlamentari, pubblicazioni, libri, fascicoli, incartamenti processuali, fotografie e ogni altra documentazione utile.

‘’Raccogliere e rendere accessibile questa documentazione è necessario per far conoscere con cognizione di causa a ogni cittadino, e in particolare ai più giovani che non li hanno vissuti direttamente, i gravi avvenimenti che si verificarono in quegli anni”, ha detto il giornalista Alberto Spampinato, presidente dell’associazione intitolata a suo fratello. “E’ inspiegabile che dopo quaranta anni nessuno abbia avvertito l’esigenza di dare vita ad una simile raccolta pubblica di documenti. Gli archivi privati finora disponibili sono incompleti, parziali, nella maggior parte dei casi difficili da consultare e non sono in grado di soddisfare le esigenze dei ricercatori interessati a queste vicende e dei cittadini che vogliono farsi un’opinione basata sulla conoscenza dei fatti. C’è una situazione paradossale: è più facile reperire documenti su Giovanni Spampinato a Roma o a Milano che in Sicilia. L’Associazione conta sulla collaborazione di enti pubblici e privati, delle Università, dei centri di ricerca, delle organizzazioni dei giornalisti e delle fondazioni che hanno finalità culturali e morali”.

* Osservatorio sui cronisti minacciati


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mercoledì 20 gennaio 2010

Sgombero violento del Zetalab di Palermo, continua la dispersione dei migranti


di Fulvio Vassallo Paleologo Asgi Sicilia

[20 Gennaio 2010]

Dopo lo sgombero violento del Zetalab di Palermo dove da sei anni vivono rifugiati del Darfur, è stata convocata un'assemblea cittadina il 20 gennaio alle 16 in via Boito, dove è in corso un presidio permanente.



E’ di cinque arrestati e tre feriti, tutti italiani, il risultato di una giornata di tensione di fronte al Laboratorio Zeta di Palermo, dove sono ospitati da anni numerosi rifugiati in prevalenza sudanesi.
Il Comune di Palermo non è stato capace di chiudere la mediazione in corso da mesi, assegnando agli occupanti la gestione della struttura sita in via Boito a Palermo, nonostante i numerosi riconoscimenti dell’utilità sociale delle attività del Laboratorio Zeta e le forniture di acqua, luce e provviste. Persino nel portale internet del Comune il laboratorio Zeta era indicato come uno dei luoghi di accoglienza che la città offriva. Adesso quel luogo non esiste più. La posizione irriducibile a qualunque soluzione di compromesso da parte di un’altra associazione assegnataria, Aspasia, ha innescato un gioco delle parti che, dopo diverse ore di finta trattativa si è concluso con lo sgombero violento della struttura.

Dopo Rosarno, lo sgombero del centro sociale Laboratorio Zeta di Palermo si configura come l’ennesimo tentativo di dispersione di migranti sul territorio nazionale. Un tentativo che passa anche attraverso gli arresti ed i ferimenti degli antirazzisti che a Palermo si battono per difendere i diritti fondamentali dei rifugiati, a partire dal diritto all’alloggio. Tra gli altri è stato colpito duramente con manganellate sul viso ed ha una prognosi di oltre venti giorni per la rottura del naso un professore universitario fondatore di un laboratorio per la non violenza. Un cittadino come tanti altri che partecipava al presidio di protesta per lo sgombero della struttura che era intervenuto in difesa della moglie presa a manganellate durante una delle cariche degli agenti di polizia.

Al momento passeranno la notte all’addiaccio venti titolari di protezione internazionale perché il Comune non ha saputo trovare una soluzione alloggiativa per la notte. Oltre cento antirazzisti hanno presidiato per tutta la giornata la struttura che per anni è stata al centro di iniziative sociali e culturali che hanno animato l’intero quartiere e si sono proposte come uno dei pochi spazi pubblici di solidarietà ai migranti in città. Una solidarietà che ha subito anche attacchi violenti da parte delle squadre fasciste che hanno colpito a più riprese con il lancio di sassi e bottiglie le finestre del Laboratorio zeta, mentre migliaia di cittadini palermitani hanno riempito e difeso con le loro iniziative autogestite i locali, sotto attacco convergente da parte dei gruppi più estremi della destra palermitana e ci esponenti del cd. terzo settore che ad un certo punto sono apparsi più interessati allo sgombero della struttura che alla fruizione di un altro locale immediatamente agibile, in sostituzione dei locali occupati dal laboratorio Zeta.

Un clima di condivisione e di impegno sociale a favore dei giovani e dei rfugiati che adesso è stato interrotto dallo sgombero violento posto in essere dalla polizia con ripetute cariche e violente provocazioni. E non è ancora finita, anche se nel corso della notte i tre occupanti della struttura saliti sul tetto insieme ad un consigliere comunale sono stati costretti a scendere a causa del freddo. I migranti sudanesi sono ancora accampati davanti all’ingresso della struttura presidiata dalla polizia, senza nessuna intenzione di disperdersi in città, una città che non è stata capace finora di offrire loro un altro luogo di accoglienza, un’accoglienza che sarebbe dovuta per legge, ma che in Sicilia rimane un miraggio.

La proposta di un loro trasferimento in un centro di accoglienza ubicato in un paesino della provincia di Palermo, ventilata oggi alla fine della giornata, non potrà che essere respinta perché molti di loro sopravvivono lavorando in città. Continua ad oltranza intanto il presidio antirazzista davanti alla struttura sgomberata dalla polizia e per oggi 20 gennaio alle ore 16 è stata indetta un’assemblea sempre nello stesso luogo nel quale decine di cittadini palermitani stanno mantenendo una presenza pacifica, passando la notte all’addiaccio. Su tutti grava come una cappa di tristezza la notizia che nelle stesse ore dell’operazione di sgombero del laboratorio Zeta, in un’altra parte della città, un giovane immigrato ghanese che andava in bicicletta è stato investito ed ucciso da un automobilista che non si è neppure fermato per soccorrerlo.

Venerdì prossimo al laboratorio Zeta si sarebbe dovuto proiettare il film, finanziato anche dal’Asgi Terra[e]strema. di Angela Giardina, Ilaria Sposito ed Enrico Montalbano, uno dei feriti di oggi, e si sarebbe dovuto presentare il libro «Gli africani salveranno Rosarno» di Antonello Mangano. Una iniziativa importante che adesso si svolgerà in un altro luogo, magari all’aperto, ma sempre vicino al laboratorio Zeta che ne è stato il cuore propulsivo. Una iniziativa che costituirà comunque una ulteriore occasione di informazione sugli stretti legami esistenti in Sicilia come in Calabria tra lo sfruttamento del lavoro dei migranti, mediato dalla criminalità organizzata, e l’azione meramente repressiva degli agenti statali che applicano il pacchetto sicurezza per fare fronte alle tante emergenze sociali che stanno esplodendo a Palermo come nel resto d’Italia.

Quanto successo oggi a Palermo è la prosecuzione delle operazioni di dispersione «assistita» che abbiamo già visto a Rosarno, con una partecipazione attiva delle forze di polizia che in questa ultima occasione non hanno dovuto certo proteggere i migranti né hanno individuato per loro un alloggio, ma hanno soltanto distrutto un lavoro sociale che durava da anni, del quale altre istituzioni, pur nei limiti degli scarsi mezzi disponibili, avevano riconosciuto il valore e la efficacia.

Molti dei rifugiati che avevano trovato accoglienza al Laboratorio Zeta di Palermo sono stati messi sulla strada dalla polizia ma sono bloccati a Palermo perché la Questura non ha rinnovato i permessi di soggiorno per motivi umanitari o non ha consegnato i documenti di viaggio a persone che da anni sono state riconosciute meritevoli della protezione internazionale. Un ritardo anche di due anni che si è accumulato per la richiesta pretestuosa di passaporti in corso di validità a persone che non potevano chiaramente rivolgersi alle ambasciate dei paesi di provenienza perché rifugiati.

Dove potranno andare i rifugiati allontanati dal Laboratorio Zeta se l’ufficio immigrazione della Questura di Palermo continua a negare loro il rinnovo o il rilascio dei documenti di soggiorno e di viaggio? Molti di loro hanno già perduto il lavoro che avevano perché dopo l’approvazione del pacchetto sicurezza i datori di lavoro non offrono più impiego a coloro che hanno in mano solo una ricevuta e sono in attesa del permesso di soggiorno.

Chiediamo che la Prefettura e lo stesso ministero dell’interno intervengano per sanare questa situazione che produce un grave danno esistenziale e che potrebbe integrare gli estremi del rifiuto di un atto d’ufficio. Chiediamo ancora una volta che il Laboratorio Zeta di Palermo venga restituito alla sua destinazione sociale e continui ad essere riconosciuto come luogo di accoglienza dei migranti, e chiediamo ancora che tutte le istituzioni, compresa la Prefettura, facciano il loro dovere nei confronti dei rifugiati, riconoscendo nei fatti il diritto/dovere di accoglienza, sancito anche dalle direttive comunitarie che l’Italia non applica, tanto da negare un alloggio a quanti hanno avuto riconosciuto uno status di protezione internazionale. Le associazioni antirazziste di Palermo riconfermano il loro impegno e svolgeranno tutte le iniziative legali per difendere quanti sono stati feriti dalla polizia, coloro che sono stati arrestati, ed i migranti che sono rimasti senza un alloggio. Nessuno si illuda che le operazioni di confinamento e di deportazione «assistita» già viste a Rosarno si possano estendere impunemente ad altre parti del territorio nazionale.

(Tratto da: http://www.carta.org/campagne/migranti/19158)


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martedì 19 gennaio 2010

"Ecco cosa abbiamo fatto". Parlano i ragazzi di MarinadiModicad'inverno


Continuano le attività dell’Associazione “marinadimodicad’inverno” dopo "l'Albero di Natale marinaro" ( addobbato con una rete da pesca, oltre 600 conchiglie, ancore, salvagente e tante luci led), il "cenone sociale di fine anno" ( dal menù ricco di portate preparate dai residenti della frazione ) e la "caccia al tesoro dell'Epifania" ( conclusa con la premiazione e la donazione delle calze a tutti i bambini presenti) e "l'arancinofest".

Domenica 17 Gennaio 2010 i soci hanno volontariamente ripulito l’arenile e le dune di Maganuco. All’evento si sono aggregati i camperisti presenti nella frazione. Sono stati raccolti oltre 700 kg di spazzatura. Molto è stato fatto, ma ancora qualche altro intervento è necessario programmare.

Si completa così il primo ciclo di interventi messi in programma dall'Associazione "marinadimodicad'inverno".

I prossimi progetti in programmazione sono: il "Carnevale per bambini", un "Contest di Wave Windsurf" a carattere regionale.

Inoltre l'Associazione "marinadimodicad'inverno" si sta attivando per reperire i fondi per l'acquisto di una moto d'acqua da utilizzare per il soccorso in mare e per acquistare un pulispiaggia per la pulizia degli arenili della frazione.



email: info@marinadimodicadinverno.it

sito internet: www.marinadimodicadinverno.it


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Il greggio inquina il Tellaro. Sversamento di petrolio della Eni Med nel Val di Noto


Fonte: lasiciliaweb

Una falla si è aperta in una tubatura di un oleodotto della “Eni Med” utilizzato per il trasferimento di petrolio grezzo da Ragusa ad un deposito di contrada Mostringiano, a Siracusa. Il greggio fuoriesce da ieri sera in una zona in campagna fra Palazzolo Acreide e Rosolini vicino a Noto. Sono intervenuti i vigili del fuoco e i tecnici dell’Eni per tentare di riparare il guasto. La perdita è stata ridotta. Si scava per individuare la causa che ha provocato la perdita. Il greggio è stato diluito nel terreno dalle piogge cadute nella zona.


“La notizia dello sversamento di greggio dall’oleodotto Enimed Ragusa-Priolo, lungo valle del Tellaro in territorio di Noto, conferma la tesi sostenuta da anni, sul progetto delle trivellazioni Panther nel Val di Noto, secondo la quale le condutture sarebbero non solo dannose per l’insalubrità dell’aria, ma anche incompatibili con lo sviluppo di questo territorio che fonda il proprio benessere su prodotti agricoli di qualità e su un patrimonio di beni monumentali di inestimabile valore” ha detto Fabio Granata, deputato del Pdl.

“Il nostro è un modello di sviluppo in continua espansione che viene tutelato dalla comunità locali e – ha aggiunto – che rifiuta ogni tentativo di calare dall’alto decisioni che muterebbero il dna dell’area trasformandola in un’anonima periferia suburbana destinata all’abbandono, senza salvaguardare le risorse pubbliche del territorio rispetto ad interessi privati”.

“Non si patisca in maniera inerme di fronte alle promesse di risarcimento di qualche migliaia – ha osservato – di euro che sarebbero solo una ulteriore violenza contro la civiltà e contro la natura”.


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Comunicato dell'Associazione Attinkitè


Isa è tornata dal Cairo (se ricordate avevamo spedito una sua corrispondenza da là) dove insieme a un migliaio di pacifisti ha tentato di rompere l'assedio alla Striscia di Gaza che Israele continua a tenere chiusa e far morire di fame con l'aiuto attivo dell'Egitto. Ci racconterà con le sue parole, articoli di vari giornalisti, dichiarazioni pubbliche rilasciate e video la sua esperienza, le manifestazioni fatte in Egitto, il clima che si respirava, le ultime informazioni dall'inferno di Gaza a un anno dal bombardamento che ha fatto 1400 morti palestinesi fra cui centinaia di bambini: un'occasione di informazione fuori dal coro!!!!
Lunedì 25 alle ore 18 alla sede dell'associazione.

--
Associazione Attinkitè




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giovedì 14 gennaio 2010

NOI E GIOVANNI: La memoria di ieri e l'impegno di oggi.


Due distinti appuntamenti per ricordare la figura di Giovanni e per intraprendere un percorso di impegno nel suo ricordo.



Alberto Spampinato e l'Associazione Giovanni Spampinato (GioSpa), in collaborazione con l'Osservatorio della FNSI e dell'Ordine dei Giornalisti "Ossigeno per l'informazione", invitano amici e simpatizzanti a un incontro per definire alcune iniziative sulla memoria collettiva, in particolare per fare conoscere la figura e l'opera del cronista di Ragusa ucciso nel 1972, per raccogliere documenti e testimonianze sulla sua vicenda e sulla storia recente della provincia iblea.
L'incontro si terrà a Ragusa, Venerdì 15 gennaio 2010 alle ore 18 nella Libreria Saltatempo in via G.B. Odierna 182, tel. 0932 625959, info@saltatempo.it

Il giorno dopo, Sabato 16 gennaio 2010 alle ore 18 - nei locali della Libreria Giunti al Punto, c/o Le Masserie, in via Achille Grandi, a Ragusa (Zona Industriale) - l'attore Danilo Schininà, già autore de "L'inchiesta drammaturgica sul caso Spampinato", leggerà alcuni brani del libro di Alberto Spampinato, "C'erano bei cani ma molto seri - Storia di mio fratello Giovanni ucciso per aver scritto troppo", Ed. Ponte Alle Grazie, 2009.
Sarà presente l'Autore, che parteciperà a un dibattito con i lettori condotto e moderato dal prof. Giuseppe Pitrolo. Informazioni: 0932.626368 ragusa@giunti.it


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martedì 12 gennaio 2010

Una nuova prospettiva: sulla differenziata: “AVANTI TUTTA!”


Un'analisi della gestione dei rifiuti a Modica ci porterebbe molto indietro negli anni, ma volendoci concentrare sugli ultimi dieci, appare evidente come la politica e le amministrazioni che si sono succedute, non abbiano saputo attenzionare in modo adeguato il problema.

Infatti, se è vero che la seconda amministrazione Ruta pose in maniera energica la questione della individuazione del sito per una nuova discarica e che il consiglio decise di non decidere (con l'allora consigliere Torchi, poi due volte sindaco, a capeggiare i contrari alla discarica), è anche vero che tutto rimase nei termini di trovare nuovi spazi per conferire i rifiuti ma nessuno sforzo fu fatto nella direzione della loro riduzione e del loro riciclaggio.
Eppure già da diversi anni, forse dalla fine degli anni 80, a Modica si vedevano campane per la raccolta differenziata, ma si trattava, come nella maggior parte dei comuni, di una sorta di accessorio ingombrante e visibile per dire che si rispondeva ad un obbligo di legge, ma nei fatti non veniva avviato alcun servizio serio.
Nel primo mandato dell'amministrazione Torchi il tema rifiuti venne completamente ignorato, la raccolta differenziata rimase alle percentuali lasciate da Ruta e, anzi, addirittura diminuì, mentre il debito con il comune di Scicli e poi con l'ATO divenne stratosferico.
All'inizio del secondo mandato il sindaco Torchi, con il sindaco di Scicli alle calcagna e l'Ato ambiente che minacciava di chiudere le porte agli autocompattatori modicani, improvvisamente comincia a teorizzare la costruzione di una discarica in soli tre mesi e a sparare numeri e primati. Chiaramente nulla venne fatto nè tantomeno si riuscì ad avere notizia delle "decine di siti" dei quali il presidente Vindigni accennò in un consiglio comunale dedicato alla questione.
In questi anni, inoltre, diverse indagini hanno interessato la gestione dei rifiuti a Modica e ci sono state anche delle persone arrestate.
Come si può vedere l'analisi è triste e preoccupante.
Oggi sappiamo che il mancato avvio della raccolta differenziata ha comportato l'aumento vertiginoso dei costi e che il mancato raggiungimento delle percentuali previste dalla legge implica il pagamento di una penale che li appesantisce ulteriormente.
Sappiamo anche che le discariche attive in provincia hanno una capacità di accogliere rifiuti molto limitata e che il rischio della chiusura della discarica di Vittoria e più avanti, ma inevitabilmente, di quella di Ragusa, costringerebbe il comune di Modica a conferire i propri rifiuti fuori provincia e probabilmente in siti molto distanti (Motta S. Anastasia), con un aumento dei costi che sarebbe insostenibile.
Ad oggi non abbiamo notizia dell'individuazione di siti per nuove discariche ma sappiamo, altresì, che queste sono vietate dalla legge e che comunque avrebbero bisogno di tempi molto lunghi, non inferiori a due anni e costi proibitivi (9 - 10 milioni di € che dovrebbero sostenere i comuni che conferirebbero nella nuova discarica).
Pertanto appare molto chiaro che una decisione riguardo la gestione dei rifiuti non può più essere procastinata.
Il fatto che oggi Modica sia tornata pulita, anche in zone che da anni da anni non vedevano un colpo di scopa, non deve farci pensare che il problema è stato superato.
Riteniamo, quindi, coraggiosa, seria e indispensabile la scelta dell'amministrazione guidata dal sindaco Buscema di andare verso l'avvio della raccolta differenziata spinta;
infatti, nonostante gli altri comuni della provincia si siano tirati indietro (tranne Vittoria) di fronte alla possibilità di avviare il bando unico che avrebbe comportato una razionalizzazione del servizio e prodotto economie di scala capaci di ridurre notevolmente i costi, il sindaco Buscema e l'amministrazione da lui guidata, con in testa l'assessore al ramo Tiziana Serra, hanno scelto di andare avanti da soli e procedere con l'Ato alla redazione del bando per l'avvio in città della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, in cui la raccolta differenziata diventa l'elemento centrale di tutto il sistema.
Il bando adesso è pronto ed è all'ordine del giorno del consiglio, dove, ci auguriamo, verrà ulteriormente verificato e, possibilmente, migliorato.
Il nostro movimento, esprime, tuttavia, una certa preoccupazione per il ritardo che si sta registrando nell'affrontare il punto, anche se comprende che, rispetto ad un atto così importante, è legittima la prudenza e l'analisi attenta di tutti gli aspetti, siano essi economici che funzionali;
tuttavia queste valutazioni dovranno avere tempi certi e celeri perchè Modica non può permettersi di aspettare ancora; diversamente nel giro di qualche anno i cittadini saranno costretti a subire aumenti veritiginosi della TARSU.

Siamo anche aperti a proposte alternative, se queste garantiscono gli stessi obiettivi che si prefigge il bando, ma su un aspetto non intendiamo recedere di un solo millimetro, ovvero scegliere in maniera responsabile una soluzione che vada nella direzione della raccolta differenziata, della riduzione dei rifiuti da conferire in discarica e si avvii un percorso virtuoso che porti, nel giro di pochi anni, la città di Modica fuori dal rischio di una emergenza rifiuti.
Una amministrazione che ha a cuore le sorti della città e di chi la vive non può esimersi dal fare scelte importanti, anche se queste dovessero, a prima vista, sembrare impopolari.
A causa di ignavie amministrative, Modica si trova nella situazione di dissesto che tutti ormai conosciamo e che le fa raggiungere primati di cui non andiamo certamente fieri.
Pertanto sulla raccolta differenziata diciamo:"AVANTI TUTTA"!

Modica, 13.01.2010

Piero Gugliotta
Una Nuova Prospettiva
movimento politico della città di Modica



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sabato 9 gennaio 2010

Riccardo Orioles presenta a Ragusa il suo libro Allonsanfan


Le associazioni "Unione degli Studenti, La Meglio Gioventù, Circolo Universitario Ibleo, Associazione S. Lucia", in collaborazione con "Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie", comunicano che Domenica 10/1/2010 a Ragusa alle ore 18,30, si terrà alla libreria "Saltatempo" in v. G.B. Odierna n.182, la presentazione del libro "Allonsanfan - la mafia, la politica e altre storie" di Riccardo Orioles. Sarà presente l'autore, già redattore de "I Siciliani", il giornale che per l'impegno antimafia costò la vita, il 5 Gennaio 1984, al suo direttore Giuseppe Fava.
L'incontro è aperto a tutti, e vuole essere un primo passo verso la formazione e il futuro insediamento del coordinamento cittadino di Libera e di tutte le associazioni e singoli che vogliono contribuire al radicamento del movimento antimafia a Ragusa.
Si invita tutta la cittadinanza a partecipare!




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venerdì 8 gennaio 2010

A Modica Palazzo Denaro-Papa crolla. Ecco le foto!


Le altre foto le puoi vedere a questo indirizzo: www.flickr.com/photos/46316406@N08/


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Occupato il cinema Minerva a Catania


COMUNICATO DEL 6.1.2010 ORE 12:00

Questa mattina il Centro Popolare Experia ha aperto e occupato un altro edificio abbandonato nel quartiere Antico Corso: Il Cinema Minerva di Via Orto del Re n. 20.

Gli occupanti stanno sistemando e ripulendo il posto per il ripristino immediato delle attività di aggregazione popolare che il Centro Popolare svolgeva e offriva alla città sino al 30 ottobre 2009, giorno in cui la Sovrintendeza ai Beni Culturali, la Magistratura la, Questura e l'Assessorato Regionale ai Beni Culturali hanno chiuso e sgomberato i locali di Via Plebiscito n.782, sequestrando l'edificio.



Questo provvedimento ha avuto come unico obiettivo immediato quello di cancellare e reprimere esperienze di lotta come la nostra che comunque (senza aiuti economici e/o partiti politici) in questi 17 anni ha saputo proporre un modello culturale di aggregazione, giovanile prima, e popolare dopo, che nulla ha da spartire con chi amministra questa città da quasi 15 anni ed ha impoverito, culturalmente ed economicamente, l'intero scenario pubblico.

Questo ceto politico, questa amministrazione comunale che dal giorno dello sgombero è in silenzio, disertando tutti gli incontri avuti dal Centro Popolare Experia in sedi istituzionali, dimostrano di non disporre di una proposta politica per la città, sia relativamente all'aggregazione nei quartieri che, soprattutto, sui progetti di riqualificazione delle aree popolari di Catania.

Tutto è al degrado: la situzione economica della città, le casse del Comune, intere zone del capoluogo etneo.
Ridiamo a Catania una speranza di miglioramento della qualità di vita rispetto a quella offerta dall'attuale giunta comunale, ridiamo questa possibilità attraverso una pratica di lotta e solidarietà.


Invitiamo tutti a sostenere questa occupazione:
Assemblea oggi 6 gennaio 2010 h. 18.00
Cena Popolare e festa di occupazione domani 7 gennaio 2010.



Centro Popolare Experia www.senzapadroni.org


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martedì 5 gennaio 2010

E' uscito il nuovo numero de Il Clandestino. Ecco dove trovarlo!


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domenica 3 gennaio 2010

RICORDIAMO PIPPO FAVA LAVORANDO



A 26 anni dall'assassinio di Pippo Fava l'informazione è viva e cresce, col lavoro costante di tante piccole testate catanesi che con impegno raggiungono risultati importanti.
Martedì 5 gennaio alle ore 20.30 nel ricordo del "giornalismo di domani" fortemente voluto a Catania da Giuseppe Fava si terrà nei locali di CittàInsieme in via Siena 1 a Catania un incontro operativo dei giornalisti di base e di tutti i cittadini interessati alla libera informazione, per discutere insieme di quanto sta accadendo a Catania e fare nuove proposte, sulla base delle esperienze di giornali di quartieri, di informazione universitaria e di settimanali gratuiti spontaneamente nati a Catania ed attivi da tempo.

Un libero scambio di idee, informazioni e proposte pratiche per continuare a costruire insieme la strada dell'informazione libera.

Ass. Lavori in corso







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