giovedì 30 aprile 2009

Riciclaggio di denaro e concussione




I.d.V. chiede al Comune di costituirsi parte civile nel processo a politici e imprenditori
Una richiesta da parte del Circolo cittadino di Italia dei Valori affinché il Comune di Modica si costituisca parte civile nel processo che vede coinvolti, per il reato di concussione e riciclaggio di denaro, diversi uomini politici ed imprenditori della provincia, tra cui il parlamentare dell’Udc, Giuseppe Drago, l’ex sindaco di Modica, Piero Torchi e l’ex assessore al Bilancio del Comune di Modica, Carmelo Drago.
Diciannove in totale le richieste di rinvio a giudizio avanzate dal Procuratore della Repubblica di Modica, Domenico Platania, al Gup che deciderà il prossimo 29 ottobre, data in cui è stata fissata l’udienza preliminare. «Come Italia dei valori di Modica e come cittadini modicani – dice il referente del Circolo Gaetano Crescenti – chiediamo che il sindaco e la giunta, ove tecnicamente possibile, intervengano nel processo come parte civile, e che si apra un dibattito in città e nel Consiglio Comunale su questi fatti e su quanto questi atteggiamenti abbiano influito sull’attuale, disperata, situazione economica. Non è tollerabile – aggiunge – che in un momento in cui non si trovano i soldi per pagare dipendenti e fornitori, in cui si deve rinunciare all’Università, in cui la più grande industria di Modica per numero di addetti rischia il dissesto, possibili colpevoli di tutto ciò non siano adeguatamente perseguiti dall’Amministrazione e la città rinunci al suo diritto-dovere di fare luce sulla gestione anormale delle finanze comunali. Non chiediamo la caccia alle streghe – conclude – ma solo che l’Amministrazione sia vigile e rigorosa nella difesa degli interessi dei suoi cittadini, unico vero punto di riferimento delle istituzioni. Anzi, chiediamo che il comune adotti, pubblicamente, un criterio di immediato intervento come parte civile a qualunque giudizio che veda coinvolti dipendenti e politici infedeli».

Marcello Medica

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Sui rifiuti ingombranti scritte espressive di sdegno e biasimo


Cittadini civili e cittadini incivili, buoni e cattivi, si scriveva una volta alla lavagna. E’ questa la distinzione, la dicotomia tra chi rispetta l’ambiente e, ispirato da senso civico, differenzia i rifiuti in casa e chi invece, con enorme superficialità menefreghismo e illegalità, si permette di abbandonare ogni genere di rifiuto dove gli pare. Questa distinzione la fanno gli stessi cittadini che, attraverso scritte abbastanza esplicite sulle carcasse di elettrodomestici o altri rifiuti ingombranti, mostrano il loro sdegno e il loro biasimo nei confronti di chi incivilmente abbandona i rifiuti per strada e anche delle istituzioni competenti che fino ad oggi, purtroppo, non sono riuscite a debellare questa triste piaga. Una piaga che continua a danneggiare l’immagine di una città, patrimonio dell’umanità. Occorre, quindi, affrontare una volta per tutte in modo serio tale problema attraverso l’istituzione di isole ecologiche e mettendo in atto politiche di prevenzione e repressione nello stesso tempo.

Marcello Medica



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Fuochi e bombe sulle parole del vescovo


Comitato per i Diritti del Cittadino
Il nostro intervento non è teso a creare alcuna divisione all’interno della comunità ecclesiale diocesana, bensì a far riflettere i parroci in primis e anche i fedeli e non, su quanto accaduto a Modica in occasione dei festeggiamenti in onore di San Giorgio. Prima di tutto vogliamo esprimere la nostra piena condivisione al pensiero del neo vescovo della Diocesi di Noto, mons. Antonio Staglianò,
il quale una settimana fa si era espresso chiaramente in merito all’utilizzo dei fondi parrocchiali per i fuochi d’artificio, considerando tale utilizzo uno spreco e dicendo che era ora di dire basta e dare invece una mano concreta a chi soffre. Con tutto rispetto per chi l’ha preceduto, finalmente un vescovo che ha avuto il coraggio, almeno fino ad ora a parole, di denunciare pubblicamente l’uso improprio delle offerte raccolte nelle parrocchie e di indicare chiaramente la strada da seguire. Vogliamo rimarcare che sarebbe stato decisamente più nobile, destinare i fondi spesi per le bombe e i fuochi d’artificio alle popolazioni terremotate dell’Abruzzo, o a chi vive di stenti, perché a causa della crisi economica in atto ha perso il lavoro, piuttosto che “sparare” in aria decine di migliaia di euro; un vero arsenale (come testimonia la foto) quello preparato e fatto esplodere dalla collina dell’Idria. Con ciò non stiamo dicendo che bisogna abolire le tradizioni come quelle delle feste patronali, tutt’altro, ma qualcuno, ed in primis il parroco di San Giorgio, ci spieghi a cosa servono i fuochi d’artificio soprattutto in un momento come questo. Ma se non lo dà la Chiesa il buon esempio, allora chi lo deve dare? Persino la Caritas della Somalia ha raccolto e inviato ai terremotati abruzzesi la somma di mille euro. Questa vicenda occorsa al nostro caro vescovo ci assomiglia molto a quella di un tale chiamato Gesù, il quale una settimana prima viene applaudito, come successo a mons. Staglianò presso la Comunità del Santissimo Salvatore, e una settimana dopo viene rinnegato, come successo in occasione dei festeggiamenti in onore di San Giorgio, dove i fuochi d’artificio hanno prevalso sul buon senso e sulle parole del vescovo, la più alta guida della Diocesi. Amareggiati di quanto accaduto ma forti del fatto che la Diocesi ha una guida autorevole e coraggiosa, invitiamo il nostro vescovo a proseguire sulla strada intrapresa, dando delle indicazioni precise e scritte ai parroci di tutta la Diocesi in merito all’uso del denaro raccolto con le offerte, con l’obbligo di mettere a conoscenza i fedeli dei bilanci parrocchiali, tutto al fine di una maggiore trasparenza, carità e giustizia sociale ad iniziare dai luoghi dove, per eccellenza, si predica il vangelo.

(Il presidente) Marcello Medica





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Pro Scicli: stagione disastrosa che culmina con la retrocessione


Con la matematica retrocessione arrivata domenica con tre giornate di anticipo rispetto alla conclusione della stagione regolamentare, termina per il Pro Scicli Caffè Moak una stagione a dir poco disastrosa che ha visto la società rischiare il fallimento, decidendo solo all’ultimo di proseguire il campionato dando spazio ai giocatori provenienti dal settore giovanile, dando così il benservito ai “big” che avevano contribuito in modo considerevole alla continua e costante crescita della squadra, causa la crisi economica che quest’anno ancor più che gli altri anni ha colpito l’intero movimento del calcio a cinque italiano. Quando mancano tre giornate alla fine del girone di ritorno il Pro Scicli si trova ultimo in classifica a soli nove punti, frutto di un avvio di stagione positivo, ma su cui grava in modo considerevole la mancata partecipazione da parte della società rosanero a due incontri nel periodo di massima crisi e indecisione in merito alle sorti della società sciclitana, che è costata una penalizzazione in termini di classifica, oltre che una ammenda da pagare nei confronti delle società avversarie di turno. Volge così al termine uno dei maggiori sogni sportivi che l’intera provincia di Ragusa ha cullato per quasi due anni, potendo per la prima volta contare su una società forte, solida e competitiva, capace di rafforzare un movimento in forte crescita sia a livello locale che a livello nazionale. Bisognerà vedere ora come intende proseguire la propria storia agonistica il Caffè Moak, se costruendo fin da subito una squadra competitiva e in grado di lottare per un’immediata promozione in serie A, o se si punterà ancora una volta sui giovani giocatori provenienti dal settore giovanile, optando per un campionato anonimo che possa garantire una salvezza tranquilla o poco più. L’unica certezza è il forte rammarico di tutti gli sportivi iblei, che fino a qualche mese fa consideravano il Pro Scicli, dopo il buon avvio di stagione, una potenziale partecipante alla “final eight” per l’assegnazione del titolo e che ora sono costretti a vedere una squadra infarcita di giovani, che dovrà programmare la prossima stagione con più di un occhio al bilancio, per non rischiare di trovarsi, come già in questa stagione, a metà campionato con l’acqua alla gola, rischiando il fallimento e la scomparsa, a livello locale, di un movimento che grazie al Pro Scicli ha vissuto quasi due anni di forti ed intense emozioni.

Giovanni Lonico



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domenica 26 aprile 2009

Degrado e vandalismo presso l'ex foro boario



MODICA (RG) – Nulla è cambiato da quando l’obiettivo della nostra fotocamera aveva immortalato lo scempio e l’abbandono in cui versava l’area già oltre un anno fa come riportato nell’inchiesta pubblicata sul Quotidiano di Sicilia n. 36 del 26/02/08. E così il tempo passa, ma i problemi permangono insoluti; nulla, infatti, in questo posto è cambiato, anzi potremmo dire che man mano che il tempo passa i problemi si acuiscono sempre di più.Qui le discariche abusive sono diventate la normalità e vi si trova di tutto, persino il pericoloso eternit contenente il noto amianto. Già nell’area esterna al sito è possibile scorgere un paio di discariche abusive dove rifiuti di qualsiasi genere, ammassati nelle vicinanze dei cassonetti per i rifiuti solidi urbani, insozzano lo spazio antistante l’area che dovrebbe svolgere la funzione di parcheggio anziché la funzione di discarica. Un’area attrezzata, quella intitolata a Padre Rosario Basile, costata parecchi soldi pubblici, ma che oggi si trova nel totale abbandono, preda di vandali e di chi incivilmente si permette di insozzare e distruggere un bene che è di tutta la città. E’ facile notare, infatti, già dall’esterno della struttura adibita a spogliatoi, le tracce degli atti di vandalismo che hanno ridotto tale struttura in una sorta di letamaio. Tutto è stato distrutto e sfasciato, dalle porte alle finestre, dai muri, insozzati da scritte volgari, ai pavimenti simili a quelli di una stalla. Lasciamo la struttura sportiva e ci spostiamo verso l’ingresso dell’ex mattatoio comunale e subito ci accoglie un’enorme discarica abusiva dove vi è stato abbandonato di tutto. Percorriamo l’area retrostante l’immobile e qui le discariche abusive sono disseminate ovunque, persino una discarica di eternit sgretolato è presente accanto ai muri esterni dell’immobile ormai inutilizzato e fatiscente, costituendo essa un costante pericolo per l’uomo e per l’ambiente, vista, tra l’altro, la sua vicinanza all’alveo del torrente Pozzo dei Pruni. Tutto ciò è ancora più grave visto che tale degrado, e il conseguente pericolo, continua a persistere in un sito di proprietà del Comune, il che fa pensare che, purtroppo, nessuno controlla e nessuno si preoccupa di preservare un bene pubblico con le gravi conseguenze che il patrimonio immobiliare non solo non viene utilizzato, ma, col tempo, si autodistrugge e diminuisce enormemente di valore. Sarebbe, perciò, più opportuno, visto che il Comune non riesce, per qualsivoglia motivo, a preservare un bene pubblico, che si procedesse alla sua alienazione e con il ricavato realizzare magari altre infrastrutture pubbliche al servizio della collettività, quali strade, scuole, reti idriche e fognarie, di cui alcune zone della città ne sono ancora prive. Continuiamo la nostra perlustrazione e scorgiamo che anche l’alveo del vicino torrente non è esente dal degrado che caratterizza l’intera area; qui tra i tanti rifiuti trascinati dalla corrente, è possibile scorgere anche rifiuti nocivi che qualche incivile cittadino ha irresponsabilmente gettato. Anche i rifiuti elettronici hanno trovato qui il luogo ideale per il loro abbandono; proprio accanto all’alveo del torrente scorgiamo i resti di computers e stampanti che qualche altro incivile cittadino ha pensato bene di disfarsi in tale becero modo. Altri mucchi di rifiuti, derivanti da lavori edili, decorano la restante area esterna all’immobile, adibito al suo interno al deposito di attrezzi e di altre cianfrusaglie di proprietà del Comune. Ci dirigiamo verso l’uscita dell’area dell’ex foro boario e qui, in quella che sembra una stradina secondaria, scopriamo una vera vergogna, parola, tra l’altro, riportata con lo spray in un vecchio mobile abbandonato insieme con altri rifiuti; anche qui non manca, purtroppo, il pericoloso eternit. Poco distante, infatti, delle lastre, che una volta servivano da copertura e che anziché essere state smaltite così come la legge prevede, presso ditte specializzate, sono state invece abbandonate per strada insieme agli altri rifiuti.

Modica, 29/03/09 Marcello Medica

Fonte: Quotidiano di Sicilia


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venerdì 24 aprile 2009

Contenuti, folklore e non violenza


Da qualche ora siamo tornati dalla manifestazione contro il G8 di Siracusa, la manifestazione tanto temuta, tanto attesa dalle forze dell’ordine e da tutti coloro che speravano in una mal riuscita dell’evento. Tutto comincia giovedi mattina alla Sala Randone con il secondo appuntamento dei forum tematici, in questo secondo giorno di “contro G8” si è parlato di Lavoro, Precarietà e Immigrazione, con il contributo di vari interventi dei settori. Importante è stata la testimonianza dei ragazzi Somali che hanno accenato alcuni dei motivi per i quali sono costretti a scappare dalla loro terra, ci hanno raccontato della loro voglia di integrazione nella società e nel mondo del lavoro. Molti contributi hanno parlato del precariato, del lavoro a volte poco sicuro, sottopagato; un’importante discussione che ha fatto luce su alcuni dei problemi più acuti e gravi del meridione, di questa terra che paga le conseguenze dei soliti potenti, dei “grandi 8”, della politica collusa con la mafia. Il forum si conclude alle 13 circa, subito si sale a Piazza Sgarlata, zona Bosco Minniti, nella parte alta di Siracusa. Chissà nel frattempo di cosa staranno discutendo i “grandi 8” dell’ambiente, chissà quali decisioni in favore dei cittadini staranno venendo fuori. E intanto il concentramento del corteo va avanti, tuti insieme a sfilare, a gridare il proprio dissenso contro una politica distruttiva che non tutela il territorio e la salute dei cittadini, ma che specula e fa affari senza alcuno scrupolo. Siamo in tanti, associazioni, coordinamenti, partiti, sindacati, liberi cittadini, il folto gruppo degli immigrati che per tutta la durata del corteo contribuisce a rendere sereno e musicale il contesto. Ma dove sono i Black Block? Dove sono i violenti? Dove sono coloro che daranno fuoco a un’intera città? Si vedono solo tante persone, si pensa circa 3 mila, tanta gente che sfila, che grida slogan, che si diverte, che discute, che crede in un mondo migliore. Tanti sono i cittadini siracusani che osservano il corteo dai loro balconi, alcuni decidono di scendere in strada, di aggregarsi alla folla. Le forze dell’ordine sono in assetto di guerra, questi sono gli ordini; per tutto il percorso non si vedono cassonetti, panchine, pattumiere, tutto rimosso per evitare il loro uso improprio da parte dei manifestanti. Il corteo procede senza alcun problema, in maniera assolutamente pacifica, senza provocazione né da una né dall’altra parte. Sono scesi fino a Siracusa anche i ragazzi della Campania, intonano cori ironici e forti. Si passa con assoluta calma anche il blocco di una strade da parte delle forze dell’ordine, il lungo corteo arriva a destinazione, al Phanteon. Tutto è riuscito, tutto è andato liscio. Molte erano le attività, i negozi, le banche, i bar che hanno deciso di rimanere chiusi, addirittura serrando le vetrine, sigillando i bancomat, adottando misure assolutamente fuori luogo con il contesto. Migliaia di euro buttati al vento con l’attesa dei manifestanti distruttori e violenti. Infine, nonostante abbiano rimosso i cassonetti, la piazza Phanteon la lasciamo pulita, raccogliamo bottiglie, carte e rifiuti. Ma questo non lo dirà l’informazione nostrana, non farebbe “buona” notizia. Francesco Ruta
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lunedì 20 aprile 2009

Inchiesta de "Le Iene" sui manifesti elettorali


Un problema spesso affrontato da "Il Clandestino".




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sabato 18 aprile 2009

Una megadiscarica: chi controlla il territorio?


Roba da sequestro! Siamo rimasti esterrefatti alla vista di così tanti rifiuti ammassati lungo una nota stradina che collega la zona industriale Modica-Pozzallo alla vecchia arteria che collega i due comuni e che è anche attraversata dalla linea ferrata. Enormi cumuli di rifiuti sono ammassati ai margini di tale strada per diverse centinaia di metri; vi si trova di tutto: dal pericoloso eternit a secchi di vernice, dai pneumatici agli elettrodomestici, da rifiuti plastici a mobili, da materassi a bidoni contenenti chissà quali liquidi, un vero e proprio scempio a cielo aperto. Come se ciò non bastasse, giorni fa, una ditta che ha eseguito dei lavori di scavo per il passaggio di tubi, ha rimosso tal enormità di rifiuti, ammassandoli ai bordi, sui muri a secco e nei campi confinanti la stradina. Ci chiediamo, da chi è stata autorizzata tale ditta per rimuovere in tale modo tali rifiuti pericolosi e non, nell’assoluta tranquillità e indifferenza di tutti, tranne che del nostro comitato e di chi civilmente ci ha segnalato lo scempio. Ci chiediamo a questo punto, chi controlla il territorio e siamo purtroppo costretti a pensare che forse il Sottosegretario Francesca Martini aveva ragione nell’affermare, un mese fa a proposito del randagismo, che nel Sud non c’è il controllo del territorio. Con ciò non vogliamo affatto giustificare chi incivilmente e illegalmente ha commesso simili reati, abbandonando rifiuti, pericolosi e non, per strada. Ma ci viene spontaneo chiederci perché fino ad ora non è intervenuto nessuno e perché accadono simili cose. Qui, ripetiamo, non si tratta di una discarica come tante, bensì di un vasto tratto dove da mesi vengono conferiti illegalmente rifiuti di ogni genere. Ci chiediamo anche cosa fanno gli enti territorialmente competenti per prevenire scempi di tale portata. Cosa fa l’Ato Ambiente, a parte la più che blanda e costosissima campagna di sensibilizzazione alla raccolta differenziata, nonché l’erogazione di lauti compensi ai suoi amministratori e revisori contabili? Perché dobbiamo consentire la continua distruzione dell’immagine dei nostri splendidi territori? Ancora una volta, dopo questa segnalazione, vogliamo credere e sperare nel buon senso dei cittadini e di chi detiene responsabilità, autorità e competenze a tutti i livelli.

(IL PRESIDENTE)
Marcello Medica




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venerdì 17 aprile 2009

La “fontana dello Stretto” senza collaudo da quasi sei anni


La fontana-rotatoria di piazza Corrado Rizzone, meglio conosciuta come “fontana dello Stretto” ancora al centro dell’attenzione e delle polemiche. La struttura, finita di costruire dall’impresa “3 D” di Favara nel novembre del 2003, a distanza di quasi sei anni è ancora priva di collaudo. E’ stato l’assessore al ramo della nuova Amministrazione Comunale, Elio Scifo, allorché, avendo deciso di apportare dei miglioramenti all’impianto, progettato dall’architetto romano Francesco Cellini, è venuto a conoscenza dell’assenza del certificato di collaudo, collaudo che sarebbe dovuto essere eseguito al completamento dell’opera. Nel 2004 fu inviata una lettera all’impresa costruttrice e altre due sono state spedite nel 2005 perché fossero apportate delle modifiche previste in una perizia di variante redatta nel 2003, ma ad oggi nulla di fatto. La fontana, tra l’altro, è all’asciutto da quasi due anni per via di un grave guasto all’impianto che genera il flusso dell’acqua, dando in questo modo un’immagine a dir poco squallida e degradata del sito. La struttura, oggetto di polemiche sin dalla sua costruzione, non è stata mai apprezzata dalla maggior parte dei modicani e da più parti in questi anni sono state proposte delle modifiche sostanziali volte anche al suo restringimento causa, secondo molti, del congestionamento del traffico in quella zona. Recentemente è stato proposto un progetto, di un tecnico modicano in pensione, volto alla sua sistemazione e al suo completamento. L’appassionato progettista ha realizzato un plastico che è stato esposto al Palazzo di Città dove appassionati e curiosi cittadini hanno potuto apprezzare il coraggioso progetto che, tra l’altro, una volta realizzato, non peserebbe più di tanto sulle finanze del Comune visto che si farebbe ricorso alla tecnica del “project financing”.

Marcello Medica



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mercoledì 15 aprile 2009

Mondiali di Scherma, Giorgio Avola sul tetto del Mondo


Dopo la cocente delusione scaturita dall’eliminazione agli ottavi di finale nella gara individuale dei Campionati del Mondo disputati a Belfast dal 5 al 13 Aprile, a seguito della sconfitta subita per mano del connazionale Lari, lo schermidore modicano Giorgio Avola regala una grande gioia alla Conad Scherma Modica e a tutto lo sport modicano laureandosi campione del Mondo nella gara a squadre disputatasi lunedì 13 Aprile. Ma il bottino finale del giovane fiorettista modicano poteva essere molto più consistente se solo fosse riuscito a vincere contro il livornese Lari, laureatosi poi campione del mondo. A quel punto della gara, infatti, Avola aveva passato i gironi con 5 vittorie e una sconfitta collocandosi al 16esimo posto su 84 partecipanti totali e aveva anche eliminato il giapponese Awaji, campione del mondo in carica con il punteggio di 15-10, ma a quel punto del torneo il tabellone ha posto di fronte i due atleti azzurri e il confronto ha visto prevalere Tommaso Lari con il punteggio di 12-15. Grande l’amarezza di Avola che fino a poche settimane prima aveva incontrato Lari a Monza vincendo nettamente con il punteggio di 15-3, ma rammarico dovuto soprattutto al fatto che erano già stati eliminati gli atleti russi e tutti gli altri favoriti per la vittoria finale e quindi era in discesa la strada verso un piazzamento sul podio. Ma il pronto riscatto per Giorgio Avola arriva con la gara a squadre che vede la nazionale italiana, rappresentata dai fiorettisti Lari, Avola, Foconi e Paroli, vincere in finale sugli Stati Uniti con il punteggio di 45-33. Una gara che ha visto fin da subito la squadra italiana imporsi sugli avversari in modo netto, come dimostrano i parziali contro la Slovacchia, sconfitta con il punteggio di 45-32, contro la Polonia, con un parziale di 45-16 e contro la Corea del Sud in semifinale, piegata con lo score di 45-35. Grande la gioia dello schermidore modicano Avola che ha contribuito in maniera decisiva alla vittoria finale, con una performance eccellente durante tutta la giornata e soprattutto nella finalissima contro gli statunitensi, dove i suoi parziali (6-2 su Watson, 5-2 su Meinhdarth, 5-1 su Massialas) parlano da soli. Un risultato di grande prestigio che porta ancora una volta la Scherma Modica alla ribalta sul panorama internazionale, dopo la vittoria di Eugenio Migliore due anni fa nella gara per maestri, a dimostrazione del livello e della qualità raggiunti dal vivaio della Conad Scherma Modica.

Giovani Lonico



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Non pensiamoci quando è troppo tardi


I recenti tragici fatti che hanno colpito l’Abruzzo hanno lasciato tutti noi sconvolti. Alle popolazioni colpite non possiamo che dare la nostra solidarietà. La commozione provata da tutta l’Italia fa si che i riflettori siano ben puntati sulla tragedia. Una tragedia fatta di una natura incontrollabile e da una negligenza (se si vuole essere clementi) assolutamente controllabile.
Chissà per quanto tempo ancora ci ricorderemo di queste294 vite spente dalle macerie e di tutte quelle vite che sono più o meno sospese nelle tendopoli.
Chissà se fra uno, due mesi ci ricorderemo dell’Abruzzo. Chissà se questo disastro ci ha lasciato qualcosa.
Tralasciando la retorica, o per lo meno provandoci, è opportuno far diventare costruttive queste case sfarinate. È opportuno riflettere che anche noi siamo tra le zone d’Italia più a rischio sismico: 2° categoria. Quando dobbiamo pensare alla nostra sicurezza? Quando dobbiamo pensare a preservare la nostra storia?
Un terremoto come quello dell’Abruzzo raserebbe al suolo la nostra città. Da Modica Alta a Modica bassa è molto realistico pensare che resterebbe ben poco. Quando dobbiamo pensare a questo? È ora che le istituzioni competenti avviino un progetto di messa in sicurezza serio. Molte scuole sarebbero tra le prime a crollare. In città gli istituti vecchi e fatiscenti sono numerosi. Ma l’elenco degli edifici a rischio è difficile da definire: è troppo lungo. Pensiamo alle case popolari di Viale Manzoni a Modica Alta, per fare un esempio. Chi si salverebbe?
Discorso analogo bisogna fare per quasi tutta la Sicilia.
Abbiamo sentito parlare in questi giorno di case costruite con sabbia di mare, un problema forte in Sicilia. Più volte si è scoperto di opere costruito in questo modo, grazie anche all’infiltrazione mafiosa. La sicurezza passa pure dalla lotta alla mafia. Le nostre vite passano dalle nostre coscienze, dai nostri voti, dalla nostra fermezza. Non ci lamentiamo quanto è troppo tardi.

Giorgio Ruta

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martedì 14 aprile 2009

Proiettile per l’Assessore Calabrese: perché?


Una notizia spiacevole ha invaso Modica, il suo tessuto sociale, commerciale e politico: l’Assessore Antonio Calabrese ha ricevuto nella sua attività di Corso Umberto a Modica una busta contenente un proiettile. Ed ecco che a distanza di pochi anni un atto del genere si è ripetuto; era la primavera del 2007 quando gli venne recapitato un proiettile inesploso a Riccardo Minardo, noto esponente politico modicano; quella volta gli fu assegnata anche la scorta per un periodo di tempo. L’atto intimidatorio di oggi, dunque, non è del tutto nuovo alla città, ma certamente viene visto con molto scalpore, in quanto Modica sembrerebbe una città immune, o quasi, da certi atti. Le domande sul gesto inviato a Calabrese sono tante: riguarda la sua attività di Assessore? La sua attività commerciale? Ha pestato i piedi a qualcuno? La politica modicana è completamente lontana da questo? Tutte domande che un giorno potrebbero avere le dovute risposte, riuscendo a scoprire chi è il colpevole di tale gesto. Ricordiamo che l’Assessore Calabrese nella sua attività di amministratore ha messo mano alla mensa scolastica facendo sollevare non poche polemiche sulle sue decisioni, facendo risparmiare al comune diverse migliaia di euro. Netta e rapida è stata la dichiarazione del Sindaco Antonello Buscema: “Un atto di vigliaccheria che esprime per intero il clima nel quale si trovano ad operare gli amministratori di questa Città impegnati quotidianamente ad affrontare questioni non facili costretti, come sono, a compiere scelte a volte difficili e a volte impopolari. Questa intimidazione non ci fermerà o condizionerà nell’azione amministrativa rivolta al risanamento economico dell’ente e a garantire servizi dignitosi alla Città. All’assessore Calabrese esprimo, a nome della Giunta e della Città, una non formale solidarietà nell’auspicio che le forze dell’ordine possano, celermente, garantire alla giustizia chi si è reso autore dell’atto a delinquere che macchia il celebrato senso di civiltà di cui Modica giustamente gode e di cui va fiera.” Chissà che origine potrà trovare questo vile gesto diretto ad un assessore che con molto scrupolo sta lavorando nella via del miglioramento per la città di Modica; chissà quale potere ha determinato tutto ciò; chissà se questo gesto non ha alcun riscontro nella politica modicana, come dichiarato dal segretario provinciale della Cgil Avola.


Francesco Ruta



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Coordinamento ibleo contro il G8


Invitiamo a partecipare all'iniziativa promossa dal "Coordinamento Ibleo Contro il G8" con titolo "In vista del G8 di Siracusa".
L'iniziativa si terrà giorno 15 Aprile a Modica presso il Palazzo della Cultura alle ore 19.


L'iniziativa cercherà, partendo da problemitiche che riguardano ogni cittadino (ambiente, lavoro, immigrazione), di analizzare le ragioni che spingono a protestare contro gli "otto grandi della terra". L'iniziativa fa parte di un ciclo di incontri in vista del G8 sull'Ambiente che si terrà a Siracusa nei giorni 22-23-24 Aprile.

Durante il dibattito sarà possibile prendere la parola.
Durante la serata verranno anche raccolte le adesioni per partecipare al corteo che si terrà a Siracusa giorno 23 Aprile.

Vi invitiamo a leggere questi post:

Documento regionale contro il G8 di Siracusa:
http://www.unanuovaprospettiva.it/2009/03/29/documento-del-coord-regionale-contro-il-g8/

Editoriale tratto da Sicilia Libertaria:
http://www.unanuovaprospettiva.it/2009/03/03/ambiente-verso-il-g8-di-aprile-a-siracusa/




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lunedì 13 aprile 2009

SECCO NO DELLE ISTITUZIONI AI RAPPRESENTANTI DEL COORDINAMENTO REGIONALE CONTRO IL G8


Oggi i rappresentanti del coordinamento regionale siciliano “CONTRO G8”
hanno incontrato il Questore di Siracusa per verificare la
disponibilità di strutture d’accoglienza per i manifestanti in arrivo a livello
nazionale e internazionale e per discutere le autorizzazioni necessarie allo
svolgimento delle assemblee e delle manifestazioni di contestazione al G8 Ambiente
che si terranno a Siracusa dal 22 al 24 Aprile.

Le richieste avanzate dal “CONTRO G8” sono state respinte dal Comitato
per
la sicurezza e l’Ordine pubblico di Siracusa (Prefetto, Questore,
Sindaco).
Le contro proposte istituzionali mortificano la volontà di dialogo del
coordinamento regionale e si configurano in un atteggiamento ostile
che, di
fatto, sospende il diritto costituzionale di manifestare.

Il “CONTRO G8” si era impegnato a garantire la massima intesa sulla
gestione
delle tre giornate di iniziative e sul regolare svolgimento del corteo
di
giorno 23 aprile.

Qualora da parte delle Istituzioni rimanessero immutate le posizioni di
chiusura al dialogo, la responsabilità di eventuali sviluppi degli
eventi,
da noi non previsti, sarà da attribuire esclusivamente al Comitato per
la
sicurezza e l’Ordine pubblico di Siracusa (Prefetto, Questore,
Sindaco).

Per protestare contro questi atteggiamenti autoritari e di superficiale
autosufficienza, il Coordinamento regionale siciliano “CONTRO G8”
indice
presidi davanti alla prefettura di ogni provincia per mercoledì 15
aprile.

Siracusa, 10.04.2009


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mercoledì 8 aprile 2009

Carcasse di auto abandonate in città


Il degrado nel centro storico ed in altre zone della città, alimentato in particolare dalla presenza di carcasse di auto abbandonate, è stato oggetto di una nota polemica da parte del consigliere comunale del Pdl, Michele D’Urso, nei confronti dell’Amministrazione Comunale. D’Urso fa presente che il suo partito, mentre vigilerà sull’attività dell’Amministrazione riguardo ai grandi temi quali il risanamento finanziario e la variante al Prg, avvierà delle iniziative tese a mettere in rilievo anche quei problemi, grandi e piccoli, che quotidianamente affliggono i cittadini e le varie categorie produttive. «Rileviamo, in particolare – dice D’Urso – la situazione del parcheggio di viale Medaglie d’Oro, bene pubblico, divenuto ricettacolo di relitti, rifiuti e rifugio di vagabondi e randagi. Numerosi cittadini mi hanno segnalato – aggiunge D’Urso – che in altre zone della città vi sono abbandonati relitti di autovetture che, nonostante le numerose segnalazioni, non sono mai state rimosse e sono ricettacolo di rifiuti e sporcizia».

Marcello Medica

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EVA ROTH, Viaggi in Sicilia


EVA ROTH
VIAGGI IN SICILIA - A VISUAL DIARY
9 - 12 aprile ore 10-13/16-19
Società Operaia di Mutuo Soccorso
Corso Umberto I - Modica


"Il viaggio come incontro
Il segno come memoria"

Eva Roth alterna il suo lavoro di grafica a Londra a frequenti viaggi in giro per l'Europa e in Sicilia in particolare.
Modica è divenuta da alcuni anni una sua meta privilegiata ed è proprio nella città della Contea che,
prendendo spunto dalla propria esperienza del viaggio che si fa segno e memoria, ha avviato i corsi di "visual diary" per turisti.
Una interessante proposta di vacanza che abbina la visita e la conoscenza del territorio allo sviluppo della propria capacità di osservazione e all'apprendimento di tecniche artistiche.
Per quattro giorni Eva Roth esporrà a Modica una selezione dei diari visuali dei suoi viaggi e racconterà, con immagini e segni, le entusiasmanti e coinvolgenti esperienze dei corsi tenuti con viaggiatori provenienti da diverse parti del mondo.
Giovedì 9 aprile alle ore 19 si aprirà l'esposizione che resterà a Modica fino al giorno di Pasqua.

eva roth - www.artfusionsicily.com

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martedì 7 aprile 2009

Presentazione de "Il Clandestino" a Vittoria



PRESENTAZIONE DEL NUOVO MENSILE

IL CLANDESTINO
(CON PERMESSO DI SOGGIORNO)

Giovedì 9 APRILE 2009, ore 17.30
LAB 33
via Cavour 33, Vittoria (Ragusa)

introducono:

• Francesco Ruta, associazione “il clandestino”

• Simone Miccichè, rete studenti medi

intervengono:

• Pippo Gurrieri, direttore responsabile de “Il Clandestino”

• Enzo Cirasa, lab 33

• Peppe Cannella, Bellaciao

• Giuseppe Scifo, Camera del Lavoro- CGIL di Vittoria

modera:

• Andrea Di Falco, Radio Futura Network



a cura del Collettivo Redazionale di Vittoria de “il clandestino”

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domenica 5 aprile 2009

COORDINAMENTO REGIONALE SICILIANO “CONTRO G8”


CONTRO I PROGRAMMI DI DISTRUZIONE SOCIALE E AMBIENTALE DEI “GRANDI” DELLA TERRA
PER LA DIFESA DEL TERRITORIO, DELL’AMBIENTE, DELLA VITA, DEL REDDITO, DEL LAVORO


Dal 22 al 24 aprile la città di Siracusa sarà sede del summit G8 sull’ambiente.
I ministri per l’ambiente degli otto governi cosiddetti più grandi del mondo, grandi sostenitori e applicatori delle politiche liberiste, grandi inquinatori, grandi devastatori, grandi responsabili del declino inarrestabile del Pianeta e dell’oppressione dei suoi abitanti, arriveranno a Siracusa e si barricheranno dentro il castello Maniace dell’isola di Ortigia.
A otto anni dalla rivolta di Genova gli 8 grandi troveranno ad attenderli, con la stessa determinazione di sempre, i movimenti che hanno riempito le piazze di tutto il mondo per opporsi al neoliberismo, allo sfruttamento, alla guerra, alla devastazione del pianeta. Sono movimenti presenti anche in Sicilia impegnati da sempre a difendere i territori, la salute, la vita, sostenere l’Antimafia Sociale, affermare i diritti fondamentali, costruire la solidarietà ai migranti, salvaguardare il valore delle differenze e le ragioni delle minoranze.
Siracusa rappresenta il simbolo della distruzione ambientale e umana, causata da sfruttamento estremo del territorio in nome dello “sviluppo a tutti i costi” a esclusivo vantaggio del profitto privato e del gioco dei politicanti locali, così ben rappresentati in parlamento e al governo, poggiante su solide saldature tra massoneria, politica, mafia.
La scelta di questa città come sede del summit sull’ambiente, voluto dalla ministra per l’ambiente Stefania Prestigiacomo, è paradossale perché l’area siracusana, limitrofa al triangolo della morte “Priolo-Augusta-Melilli” e all’area di Noto sfregiata dalle trivellazioni, è tra le più inquinate d’Italia e si appresta a superare ogni primato con l’arrivo di un rigassificatore e un inceneritore previsti dal governo di cui la Prestigiacomo fa parte.
Non dimentichiamo che la ministra, col possesso di tre aziende di famiglia presenti nel triangolo della morte (Coemi spa, Vetroresina engineering development, Sarplast –fallita), è una vera “figlia d’arte” quanto a pertinace impegno antiambientale. È anche azionaria di un’azienda gestita dal padre (Ved), sulla cui testa incombono processi per bancarotta fraudolenta, trattamento e smaltimento illegale di rifiuti, violazione delle norme di sicurezza nei confronti dei dipendenti. Eppure, con questo curriculum, con inverosimile spudoratezza osa ergersi a paladina dell’ambiente!
L’operato della famiglia Prestigiacomo ci sembra emblematico di un sistema di potere governativo. Le classi politiche che hanno amministrato questi territori possono fregiarsi di molti record negativi su scala nazionale e internazionale. Da mezzo secolo le multinazionali del petrolio e della chimica hanno inquinato aria, terra, acqua e annientato ogni forma di vita, ingannando la popolazione col miraggio del posto di lavoro. Le persone sono state e sono aggredite dai veleni, le famiglie sterminate dal cancro, la popolazione espropriata della speranza di un futuro, frustrata dall’impossibilità di consegnare un avvenire ai figli, la cui vita, come quella di ogni essere vivente dell’area siracusana, è segnata da rischio certo. Questo accade in un territorio, quello siciliano, che da sempre ha vissuto sulla propria pelle le scelte spregiudicate di un potere coloniale che impone privatizzazione di beni comuni come l’acqua, attua ostili processi di militarizzazione, espropria intere fette di territorio alle popolazioni locali (la base di Sigonella), si accinge a progettare e costruire, con costi altissimi per la popolazione, macchine di morte come inceneritori, rigassificatori e centrali nucleari, realizza il grande carcere per migranti a cielo aperto di Lampedusa e molti altri “guantanamo”, nostrani, semisegreti. E per non smentire l’arroganza colonialista del governo italiano, a coronamento del danno, si annuncia la beffa: un ponte faraonico, devastante per il territorio e di cui nessuno ha bisogno tranne l’avidità di governanti, ideatori e costruttori, palese espressione di delirante megalomania, estranea alla realtà e antitetica ai bisogni reali di sostegno e tutela delle popolazioni e dei luoghi.
Denunciamo questi attacchi contro la Sicilia e conosciamo anche cosa gli impostori del G8 fanno “per l’ambiente” sull’intero pianeta. I G8, riuniti per trattare a gran voce questioni ambientali, vanno a programmare nuovi saccheggi, impoverimenti, disastri sempre più traumatici per il pianeta, per il suo ecosistema, per l’umanità, praticando a livello mondiale quanto a livello locale agiscono i loro vassalli.
Non sapendo e non volendo cambiare rotta, scelgono di servirsi di vaste regioni della terra per farne sterminate discariche e preferiscono trasformare in nubi di diossina gli scarti del sovraconsumo di massa che hanno indotto, quando è ormai improrogabile ripensare i modelli di vita e di produzione/consumo e investire sulle conosciute e sane energie rinnovabili e sulle innocue e proficue, anche in termini di posti di lavoro, tecniche di riciclaggio dei rifiuti.
Il peggioramento delle condizioni di vita di interi pezzi di popolazioni testimonia il fallimento delle teorie economiche neo-liberiste, generatrici del drastico aumento della sperequazione sociale, della totale precarizzazione del lavoro in nome della “flessibilità”, della scomparsa del lavoro stesso.
Quello che è stato sbandierato e propinato al mondo come migliore “modello di sviluppo”, attraverso l’innesco di un processo di omologazione planetaria di consumo detta globalizzazione, è figlio dell’ultimo ruggito dell’esasperato capitalismo che ha scelto l’autocapitalizzazione della finanza, da un lato, e lo sfruttamento estremo di risorse e lavoro, dall’altro. Due vortici senza controllo e senza limiti, voluti e garantiti dai governi, che scaricano sugli anelli più deboli della catena il prezzo impagabile di questa escalation: lavoratori schiavizzati, popolazioni allo stremo, risorse in prosciugamento, cancellazione di ecosistemi. Il modello di sviluppo globale “all’infinito” inciampa e si infrange di fronte ai confini fisici del pianeta per l’incompatibilità fra la pretesa vorace e la disponibilità che si riduce, una pseudofilosofia che deve fare i conti con gli equilibri degli ecosistemi globali e locali, con le ricchezze delle diversità culturali e con i relativi tessuti sociali.
Le scelte dei governi di socializzare il debito e privatizzare gli utili, attraverso le elargizioni “statali” a banche e imprese, stanno aggravando i processi involutivi ancora a danno delle popolazioni. Addirittura si pretende di andare nella stessa direzione, come nel caso italiano, inventando inutili, rovinosi e costosissimi ecomostri da fare gravare sulle comunità, imponendoli con la forza, attraverso repressione del dissenso e militarizzazione dei territori.
Ma non possono e non devono essere queste le scelte volte a sanare i disavanzi pubblici prodotti da comitati d’affari, oggi direttamente governanti, coinvolti in vorticosi traffici miliardari; non dovranno essere pagati dai cittadini i debiti causati dalla finanza “creativa” che ha preteso di considerarsi sganciata dall’economia reale.
Noi, figli di questa terra devastata, non vogliamo stare a guardare un G8 che mortifica la vita e offende l’intelligenza. Reclamiamo la partecipazione attiva della popolazione perché cominci finalmente a divenire protagonista delle scelte del proprio destino e di quello dei luoghi a cui appartiene. Non aspettiamo che i grandi avvoltoi ed il loro seguito di sciacalli banchettino coi nostri
cadaveri. Invitiamo tutti a impegnarsi per la preparazione di questo importante appuntamento e a lavorare per proseguire, dopo questa tappa, su un percorso responsabile di riappropriazione del diritto di autodeterminazione.
Chiamiamo a raccolta ogni forma di aggregazione sociale, culturale e politica e quante altre persone disposte a impegnarsi per cambiare questo stato di cose attraverso un ampio fronte di dissenso contro coloro che giocano con i destini della nostra terra e delle nostre comunità. Ancora una volta pensiamo che i conflitti sociali siano l’unica via d’uscita dalle crisi e continuiamo la nostra lotta al sistema di sfruttamento e alle istituzioni nazionali e sovranazionali che lo rappresentano.
Il coordinamento regionale “Contro G8” promuove tre giorni di mobilitazione a Siracusa, 22, 23 e 24 aprile, in cui si contesterà con determinazione il vertice di Ortigia e si confronteranno proposte concrete, coniugabili con la tutela primaria del pianeta, dell’integrità dei suoi molteplici equilibri, di tutti i viventi, dell’umanità tutta e dei suoi diritti fondamentali.



PROGRAMMA CONTRO G8 del 22/23/24 aprile 2009


22 APRILE FORUM su ambiente-infrastrutture-benicomuni;
23 APRILE FORUM su lavoro- precariato-immigrazione;
24 APRILE FORUM su militarizzazione-repressione;


23 APRILE MANIFESTAZIONE CON CORTEO CONTRO G8
- CONCENTRAMENTO h. 14,00 -


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Skaramanzia in concerto contro il fascismo


Gli Skaramanzia tornano ad aprile con una serie di date all'insegna dell'antifascismo. Un incidente in Sardegna può anche fortificare. Dopo una pausa per motivi di salute, durata da fine agosto a dicembre, gli Skaramanzia tornano ad aprile con una serie di 5 date più militanti che mai! Una vita in meno (ne restano altre 6, come i gatti), ma due nuovi preziosissimi componenti: Gianmarco Agosta al basso e Giuseppe Consiglio al trombone, gli Skaramanzia proporanno uno spettacolo completamente rinnovato, ancora più intenso. Un ritmo sempre più alto, con nuovi pezzi in scaletta che anticiperanno l'altra novità che la band ha in serbo per voi. Gli Skaramanzia, infatti, lavorano da mesi al nuovo album, previsto per la fine del 2009: un disco dal sound più maturo, un lavoro che promette di superare il primo, le cui copie sono già state esaurite nel corso del primo anno. Ma l'aria di
rinnovamento investe anche la parte organizzativa della band: legati alla neonata etichetta indipendente Lumia Social Records, gli Skaramanzia propongono un myspace completamente nuovo nella grafica e nei contenuti. Sarà possibile scaricare la rassegna stampa aggiornata e un press kit che odora di nuovo (alla voce “Download” del myspace).

E si riparte...

- 17 aprile C.P.O. Experia - Catania
- 23 aprile Villaggio Globale - Roma
- 24 aprile May Day - La Spezia
- 25 aprile Circolo Matteotti - Sestri Levante (Ge)
- 26 aprile C.S.O. Fiumara - Catanzaro

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“Giornata Antifascista” al CPO Experia: l'antifascismo a Catania e le “Bande nere” Il 17 aprile 2009, il Centro Popolare Experia (Via Plebiscito 782, Catania) organizza la “Giornata Antifascista”. L'iniziativa si aprirà alle 18:30 con un dibattito sull'antifascismo a Catania, analizzando anche – storicamente e tramite le esperienze di alcuni militanti presenti – la presenza e le nuove espressioni del fenomeno neofascista nella città, nel contesto italiano. Al dibattito sarà presente Paolo Berizzi, giornalista di La Repubblica, autore del libro “Bande Nere” (Bompiani 2009.). A seguire, dalle ore 20:30, cena popolare e concerto della ska-band Skaramanzia, che ritorna sulle scene proprio in questa occasione, per contribuire con la sua musica alla diffusione della cultura della militanza antifascista e promuovere l'aggregazione popolare contro l'arroganza e la violenza, da sempre scopo del CPO Experia.
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Aspettando il 25 Aprile, giovedì 23 una serata ska-punk Antifascista con gli Skaramanzia Giovedì 23 aprile, un importante appuntamento di cultura e musica in preparazione della Festa di Liberazione, al VillaggioGlobale (Lungotevere Testaccio 1, Via di Monte Testaccio 22, Roma). Organizzato dall'etichetta indipendente LUMIA Social Records in collaborazione col CSIOA romano, l'appuntamento è alle ore 19 per un aperitivo-dibattito, con la presentazione del libro “Cuori Rossi” di Cristiano Armati (Newton & Compton, Settembre 2008), successo editoriale che racconta la storia, le lotte e sogni di chi ha pagato con la vita il prezzo delle proprie idee. A seguire, sul palco si alterneranno i Limboskata, S-Molest e Violenza Gratuita, per aprire l'atteso ritorno romano degli Skaramanzia. La serata verrà chiusa dal dj set reggae-ska-punk del duo Ram Sound System.

L'etichetta indipendente Lumia Social Records, nata nel maggio del 2008, si propone come nuovo strumento organizzativo e di produzione di band che, con le loro canzoni, intendono lanciare dei messaggi sociali, fuori dai soliti schemi delle major e del markentig tradizionale. Con gruppi che spaziano dal reggae allo ska, dal punk al folk, l'etichetta investe su un grado di qualità elevato e sulla collaborazione nello staff di artisti stessi, che svolgono meticolosamente un lavoro provato in prima persona. Nata ufficialmente nel 2008, la Lumia Social Records ha già co- prodotto “La Lucha Sigue”, primo lavoro discografico degli Skaramanzia, organizzando la conseguente tournè con più di 60 date in tutta Italia.

Claudia Campese
Ufficio Stampa
Skaramanzia


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Continua lo scempio nella vallata del Tellesimo


Non ci crederanno i nostri lettori se gli certifichiamo con tanto di foto che, a distanza di oltre un anno dalla denuncia del movimento politico, Una Nuova Prospettiva, riportata sul n. 96 del Quotidiano di Sicilia del 23/05/08, riguardante lo scempio nella vallata del Tellesimo, oggi, purtroppo, ci ritroviamo a descrivere e a denunciare il medesimo grave problema.
Una vallata stupenda con un fiume, il Tellesimo, che la rende ancora più attraente e fascinosa, ma che l’uomo incivile sta distruggendo, riducendola in una sorta di discarica; basta, infatti, affacciarsi dal ponte che la sovrasta e di colpo uno spettacolo di rifiuti è assicurato. Proprio accanto all’alveo del fiume, infatti, c’è di tutto: plastica di ogni genere, contenitori, bidoni di chissà quali liquidi, elettrodomestici e persino carcasse di animali. A poche centinaia di metri da tale sito, inoltre, l’ex discarica non bonificata e non protetta di Gisirotta contribuisce, con il percolato che raggiunge le falde, ad inquinare ulteriormente le acque di questo torrente che a poche centinaia di metri si riversano nel Tellaro. Un anno fa, a seguito della denuncia di Una Nuova Prospettiva ci fu addirittura il sequestro dell’area da parte della Guardia di Finanza. Ad oggi però non è cambiato nulla e “mentre da un lato – così denunciava Una Nuova Prospettiva – si sprecano le periodiche dichiarazioni di onorevoli, assessori e politicanti vari il torrente muore e con esso le speranze di sviluppo di una frazione, qual’è quella di Frigintini, che potrebbe certamente trarre gran beneficio e prospettive di occupazione dalla tutela e valorizzazione di una risorsa come il torrente Tellesimo”. A questo punto, il tempo delle parole e veramente finito, occorrono fatti concreti per mettere fine una volta per tutte ad un tale scempio.

Marcello Medica



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sabato 4 aprile 2009

Quei manìaci senza tesserino che lottano contro la mafia




Nome: Pino Maniaci. Professione: giornalista abusivo. Segni particolari: lotte contro la mafia. La legge parla chiaro: per esercitare la professione di giornalista professionista è necessario sostenere un esame di Stato a Roma per accedere all'apposito albo.
All'infuori della Sicilia, ma forse anche nella nostra regione, pochi conoscono Maniaci: spesso gli onori della popolarità nazionale si ottengono dopo essere stati ammazzati o, se si è fortunati, a seguito di una partecipazione alla Corrida.
Tuttavia Maniaci, con l'emittente televisiva Telejato, di sua proprietà dal 1999, svolge attività giornalistica senza essere iscritto all'albo e per tali motivi è stato rinviato a giudizio.
Maniaci si occupa di mafia, quella vera, non delle caricature da fiction televisive. Ha svolto inchieste, denunciato fatti sospetti, ha fatto sentire la sua voce. È stato picchiato, nel gennaio 2008, dal figlio di un boss mafioso, mentre nello stesso anno un'auto dell'emittente televisiva è stata incendiata. Durante la sua carriera ha ricevuto decine di querele per ciò che ha detto ed oggi vive sotto la tutela dei carabinieri.
L'emittente Telejato è da più parti ritenuta il perno della libera informazione a sud. Sono diversi, infatti, gli organi d'informazione che utilizzano come fonte “la tv più piccola del mondo”, come appare dalle informazioni del sito internet www.telejato.it (dove si possono guardare tutte le puntate dei tg).
Il 30 marzo Maniàci è stato rinviato a giudizio per aver praticato abusivamente l'attività giornalistica; una querela anonima – chissà perché anonima – ha denunciato, per l'incolumità dello Stato intero, questo pericoloso impostore. Le voci di protesta, per fortuna, non mancano: il sito Articolo21 ha lanciato una campagna, “La nostra tessera per Maniaci”; quella tessera riguardo al quale lo stesso Pino ha dichiarato ”Abusivo io? Abusivi sono tutti quelli che pur essendo iscritti all’ordine dei giornalisti sono impegnati a servire i potenti di turno. Se questo e’ il mestiere, quella tessera preferisco non averla”(dal sito Articolo21).
Un'altra campagna recita “Siamo tutti Pino Maniaci”: sul sito ritaatria.it è possibile anche effettuare una donazione a Telejato perché, per chi non lo sapesse, la testata televisiva usufruisce di pochissima pubblicità.
Beh, se il buon senso non è scomparso, se la lotta alla mafia ha veramente messo radici più profonde nella coscienza collettiva, allora quella denuncia potrà tranquillamente trasformarsi in carta straccia. Come è avvenuto per una denuncia simile, avvenuta il luglio scorso, che lo ha visto scagionato a fronte delle libertà di parola e di espressione sancite dall'articolo 21 della nostra Costituzione.
Eppure sarebbe un peccato se a quell'”abusivo” venisse impedito di continuare il proprio lavoro; avrebbe tanto da insegnare ad un numero così elevato di giornalisti regolari che quest'ultimi potrebbero anche tornare tra i banchi universitari e, perché no, seguire una nuova materia: “Quei manìaci dell'informazione che lottano contro la mafia”.


Rosario Di Raimondo



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venerdì 3 aprile 2009

Nuovo numero del mensile "Il clandestino". Ecco dove trovarlo!


Il nuovo numero del mensile "Il clandestino - con permesso di soggiorno -" è in circolazione. A seguire i punti vendita in cui potete trovarlo. Per qualsiasi inforamazione e per ricevere copie del mensile contattateci al nostro indirizzo e-mail.


MODICA
Libreria Mondadori, C.so Umberto I
Caffè Letterario Hemingway, C.so Umberto
Bar Fucsia, S.s. 115
Caffè Consorzio, Via S. Giuliano
Tabacchino la Pineta
Caffè Adamo
Caffè Macchiato, Piazza Monumento
Bar I Portici
Edicola Piazza Monumento
Edicola Aurnia
La Bottega Solidale, C.so Umberto I
Camera del Lavoro, Via Nazionale
Edicola Sammito, C.so Principessa Maria del Belgio
Uomo Club, C.so Principessa Maria del Belgio
Barycentro, C.so Umberto I
Assicurazione Tirrena
Conad (uffici)
Istituto magistrale
N’ti Viciè Pub, Piazza Gianforma (Frigintini)
Liceo Scientifico
Mercatissimo, C.so Tenente Nino Barone
Tabacchino Plaza, centro commerciale
Edicola, quartiere Dente
Dolceria Elisir
Dolceria Scivoletto, Via Nazionale
Bronze, Piazza Matteotti
Sound check Musica
Liceo Artistico

POZZALLO

Bottega solidale

VITTORIA
Bottegotto Solidale, via R.Settimo angolo via Cavour
Camera del Lavoro-Cgil, via Bixio 60.

Potete pure trovarlo in locali di Ragusa, Noto e Pachino. Vi daremo presto più precise indicazioni.



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mercoledì 1 aprile 2009

Pino Maniaci e l’informazione antimafia sotto tiro


Pino, anima dell’emittente tv Telejato, è stato rinviato a giudizio per "esercizio abusivo della professione di giornalista". Condanna quanto mai bizzarra per chi da anni rischia la pelle per la sua attività antimafiosa.
Pino Maniaci conduttore del Tg di Telejato, tv di Partinico (Pa), è stato rinviato a giudizio per "esercizio abusivo della professione di giornalista". La citazione diretta è stata disposta dal pubblico ministero di Palermo Paoletta Caltabellotta. Il processo è stato fissato davanti al giudice monocratico di Partinico il prossimo otto maggio. Secondo l’accusa, Maniaci, "con più condotte, poste in essere in tempi diversi ed in esecuzione del medesimo disegno criminoso", avrebbe esercitato abusivamente l’attività di giornalista in assenza della speciale abilitazione dello Stato.
Pino da anni lavora a Telejato, emittente che più volte è stata minacciata, querelata e contestata da boss e notabili della zona di Partinico. L’anno scorso Maniaci era stato minacciato di morte dal figlio di un boss della famiglia Vitale.
"Hanno rinviato a giudizio Pino Maniaci per ’esercizio abusivo della professione’. Pino Maniaci - dice Riccardo Orioles, direttore responsabile di Telejato -, prima di essere un antimafioso che rischia la pelle per il suo paese, è anche uno dei migliori giornalisti d’Italia: Telejato è conosciuta in paesi in cui non sanno nemmeno cosa sia "La Sicilia" e il "Giornale di Sicilia". Come direttore responsabile di Telejato affermo che Pino Maniaci ha sempre esercitato la sua professione in maniera niente affatto abusiva ma chiara ed esemplare. Intendo - conclude Orioles - ricostruire l’iter di questa bizzarra incriminazione ed accertare in particolare se qualche collega siciliana abbia avuto parte in calunnie verso Pino Maniaci. Invito l’ordine nazionale dei giornalisti ad attivarsi con me in tal senso".
Maniaci intanto replica: "Tutto nasce da una denuncia anonima fatta in realtà da un collega invidioso della mia popolarità. Non è la prima volta che mi trovo sotto processo per esercizio abusivo della professione. A luglio sono stato assolto dalla stessa accusa. Chiarirò tutto anche questa volta". "Produrrò la sentenza che mi ha già scagionato. In occasione dell’ultima intimidazione - ha detto Pino - il presidente nazionale dell’Unci mi ha dato la tessera onoraria dell’associazione. Questo vorrà pur dire qualcosa".
Beppe Giulietti, portavoce di Articolo21, pensa che il rinvio a giudizio per Maniaci sia "uno spiacevolissimo equivoco, dal momento che quando lui fu aggredito e pestato dagli ’amici degli amici’ gli fu addirittura consegnata la tessera onoraria e fu indicato come un punto di riferimento per tanti cronisti italiani". "Siamo sicuri - ha continuato Giulietti - che questo spiacevole, incomprensibile e anche un po’ pericoloso equivoco sarà autorevolmente risolto. Anche perché forse l’esercizio abusivo della professione non è svolto da Maniaci ma da chi, tesserino o non tesserino omette, fa finta di non vedere, nasconde le notizie o magari trova perfino il modo di pubblicare le lettere dei mafiosi condannati e sottoposti al 41 bis". "Non entriamo neanche nel merito del provvedimento qualunque sia la motivazione addotta. L’unica certezza - ha concluso - è che sia stato applicato alla persona sbagliata nei tempi sbagliati e con le modalità sbagliate".
La Fnsi, Federazione nazionale stampa italiana, interviene sulla notizia di rinvio a giudizio di Maniaci: "Chiediamo all’Ordine territoriale di valutare, pur nella sua autonomia, la possibilità di iscrivere il collega Maniaci nell’elenco pubblicisti nei modi e con le valutazioni che riterrà più opportune". "Che la magistratura se la prenda con il collega, e sottolineiamo collega, per un fatto burocratico di competenza dell’Ordine professionale - si legge nella nota del sindacato - ci pare assolutamente sproporzionato rispetto alla attività svolta da Telejato e dal suo direttore in tema di antimafia. A riprova ci sono le continue minacce ed intimidazioni che la tv e il suo direttore hanno subito in questi anni. Ora, che la magistratura abbia scoperto il segreto di pulcinella, e cioé la non iscrizione all’ordine nell’elenco dei pubblicisti di Pino Maniaci, ci pare grottesco: come se si volesse far passare il nostro collega alla stregua di persona inaffidabile e millantatrice". "Al di là delle norme burocratiche, però - continua la comunicazione - esiste l’articolo 21 della Costituzione che dà il diritto a tutti i cittadini di esprimere la propria opinione e a maggior ragione ad un’emittente comunitaria come quella che dirige Maniaci. Ci auguriamo che il rinvio a giudizio a questo punto si concluda con un nulla di fatto".
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Chi è Pino Maniaci
A Partinico esiste una piccola emittente, una piccola ma grandiosa emittente, Telejato. A condurre tutta la baracca è Pino Maniaci, l’omino della Bialetti, come è descritto in un settimanale. Pino Maniaci fa giornalismo, non fa il giornalista perché è stato assunto o perché ha un contratto da conduttore. Fa giornalismo serio per missione. Una missione che a volte lo porta a rimetterci denaro, anziché guadagnarlo. La differenza tra un giornalista "impiegato" e Pino Maniaci, è che i servizi giornalistici dell’omino della Bialetti portano a conseguenze dannose a Cosa Nostra, come l’abbattimento di stalle di proprietà dei boss Vitale, utili strategicamente a Cosa Nostra. Tanto ha strepitato contro queste costruzioni, che a seguito dell’abbattimento, un gruppo di ragazzi tra cui il figlio dei Vitale non molto tempo fa, attentò alla vita del giornalista, pestandolo e stringendo a forza la carotide. Maniaci non si è fatto abbattere neanche da questo, e pur avendo prognosi di alcuni giorni di convalescenza, ha firmato per uscire dall’ospedale perché il giorno dopo aveva un impegno con i suoi ascoltatori: la conduzione del TG. La conduzione del TG di Telejato non è la conduzione di un TG qualunque. Non ci sono montatori, tecnici del suono, tecnici delle luci, operatori, cameraman e redazione. Fanno tutto in famiglia. (antonella serafini)

FONTE: WWW.UCUNTU.ORG



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