giovedì 31 dicembre 2009

Ai confini di Gaza. Lettera di un'amica


ciao ragazze e ragazzi,
sono al cairo dal 25 dicembre, con Salvuccio e quasi tutti gli aderenti alla Gaza Freedom March (1300 persone)vi scrivo per confermare che il governo egiziano non ci consente di raggiungere il valico di Rafah, bloccando gli autobus prenotati per trasferirsi (ufficialmente i pullman devono avere una scorta, per sicurezza, e il governo non concede la scorta), molte delle delegazioni non sono potute salire sugli autobus, altri hanno tentato di raggiungere al-Alarish, la citta egiziana vicina al confine, con i mezzi pubblici o con taxi privati, e tutti sono stati bloccati dalla polizia egiziana, alcuni trattenut in albergo ma nessuno degli internazionali e stato arrestato.
Da alcuni giorni stiamo manifestando per poter andare a Gaza, con azioni comuni a tutte le delegazioni di attivisti: il 27 abbiamo portato fiori e cartellini con i nomi dei palestinesi rimasti uccisi nei bombardamenti israeliani del 2008 su un ponte sul nilo al centro del Cairo, ma siamo stati allontanati e la polizia ha lasciato solo i fiori togliendo i cartelli (perche considferati messaggi politici), c e stato il tentativo di affittare diverse barche per una azione simbolica di sostegno alla popolazione di Gaza, con bandiere e candele da far galleggiare sul nilo eravamo in 300- 400 ma la polizia ci ha diviso e non ci ha permesso di affittare le barche, allora c e stato un corteo a piedi con candele lungo il marciapiede dell arteria che costeggia il nilo, dal punto dove dovevamo affittare le barche fino al centro della citta. il giorno dopo alle 14 abbiamo manifestato con striscioni e bandiere in presidio davanti ad una sede ONU, desiderando rimanere in sit in fino ad avere l ok per raggiungere Gaza, la polizia ci ha circondato con transenne, facendo cordone, e nessuna trattativa e stata possibile, eravamo almeno 500 persone. Questo presidio si e sciolto alle 20 senza che fosse possibile nessun accordo, dopo l intimazione di andarsene da partte di uno dei capi della polizia in borghese. Un piccolo gruppo di manifestanti (11 persone) e rimasto, e sono stati circondati da almeno 300 poliziotti, dopo mezz ora gli unici di noi rimasti ad osservare la sitiuazione e a dare supporto, da fuori delle transenne, sono stati allontanati definitivamente, tre egiziani del gruppo sono stati tirati via a forza e un palestinese-americano e` corso via mentre gli altri si sono appiattiti sul muro e sono rimasti la1, ma senza piu le coperte che erano state portate. Questti 6, tra i quali un italiano, sono rimasti tutta la notte e fino alle 14 del giorno dopo, ma nessuno si e' potuto avvicinare per dare loro acqua o cibo e neppure per parlare, la polizia ci diceva che potevano andarsene al ristorante, e noi che eravamo fuori siamo stati seguiti da agenti in borghese finche' non abbiamo preso un taxi.
Nel frattempo, da alcuni giorni la delegazione francese e' accampata davanti all' ambasciata, in una situazione molto simile, costantemente circondata e controllata dalla polizia, che impedisce di entrare e uscire da questo presidio e fa pressione perche nessuno si avvicini. Il coordinamento di tutte le delegazioni cerca di supportare un po' i francesi... ma e' un gran casino. Ieri siamo stati la mattina davanti all' ambasciata italiana, ci hanno fatto stare ma non si e' arrivati a nessun accordo. Gli americani invece sono stati bloccati per ore davanti alla loro ambasciata mentre tentavano di fare un sit in. Sono stati circondati in maniera serrata da cordoni di poliziotti in assetto antisommossa, e alla fine quando hanno deciso di andarsene sono dovuti rimanere molto tempo e lasciare il posto uno alla volta ogni 5 minuti. Ovviamente durante tutte queste azioni e' impossibile sostare dall' altra parte della strada e fotografare, e si viene immediatamente allontanati, senza esser toccati ma con urla molto efficati da parte di un numero considerevole di agenti in borghese. Ovviamente vengono a controllare i nostri alberghi e con malcelata innocenza si informano sulle nostre mosse, durante gli spostamenti a piedi ierieravamo seguiti platealmente... Ieri pomeriggio c' e stata un importante manifestazione davanti al sindacato dei giornalisti, dalle 14 alle 18, e di seguito molti degli aderenti alla GFM hanno sostenuto la manifestazione organizzata da alcuni movimenti egiziani. Ieri l' atteggiamento della polizia era piu rillassato perche eravamo in un luogo molto visibile, quindi ci hanno circondato ma consentivano di entrare e uscire dalle transenne ai manifestanti con piu facilita'.
Code Pink, che e' il movimento che ha messo in piedi tutta l' organizzazione, ha tentato anche una mediazione attraverso Susan Mubarak (moglie del presidente egiziano) la trattativa ha portato alla possibilita di partire per Gaza per una delegazione a scopi solo umanitari di 100 persone e gli aiuti materiali raccolti dagli aderenti, con il sostegno della Mezzaluna verde. Abbiamo saputo questo ieri sera e... apriti cielo! anche se l' intenzione di Code Pink era di tentare questa strada ma nel frattempo continuare a fare pressione perche tutti si possa andare a Gaza, la mediazione e' stata interpretata da una parte delle delegazioni (Forum Palestina, delegazione Irlandese, Sudafricana, meta' della delegazione francese che e' ancora in presidio davanti all' ambasciata, e altri ma nopnm sono molto sicura di chi era a favore e chi contro...) come un compromesso con il governo egiziano e quindi da questa notte in realta' il movimento si e' spaccato, solo un autobus con 60 persone e' partito con degli aiuti da partare ma il comitato dentro Gaza non e' daccordo che arrivino solo loro, non sembra esserci nessuna possibilita per tutti di andare a Gaza e in piu' ci e' arrivata notizia che Hamas sta tentando di monopolizzare la GFM, visto che gli internazionali non ci saranno, sara' molto piu facile che la societa civile di Gaza sia costretta a non fare la marcia ma solo piccole azioni in diverse parti della striscia, (altrimenti la manifestazione verrebbe davvero trasformata in un corteo pro Hamas, e nessuno vuole questo).
Domani ci prepariamo a manifestare di nuovo qui al Cairo, vi prego di seguire i comunicati, ci sono parecchi giornalisti in giro...molti egiziani, molti arabi, il manifesto, new york times, ...perche' non sappiamo bene cosa succedera', potrebbero succedere casini, inshallah!!!
un bacio a tod@s... hasta siempre
isa


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lunedì 28 dicembre 2009

Premio Fava a Palazzolo


A Palazzolo tre giornate intense per ricordare Pippo Fava. Ospiti importanti per parlare di mafia e antimafia, di giornalismo e impegno sociale.

Per maggiorni info: www.coordinamentofava.org





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giovedì 24 dicembre 2009

Intervista a Roberto Scarpinato





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Intervista a don Luigi Ciotti





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domenica 20 dicembre 2009

Carmelo Modica: "Valuterò se portare Nino Scivoletto ed i suoi 33 compagni davanti al giudice"


Un comitato presieduto da Nino Scivoletto ha in animo di avviare le procedure per creare Modica città giardino un Comune autonomo rispetto a Modica.

La nuova città comprenderebbe i seguenti territori: Frigintini, Maganuco, i quartieri San Giuliano, Tirella, Caitina, Treppiedi e Rocciola e le contrade Aguglie, Albarcara Badiola, Baravitalla, Beneventano, Cannizzara, Cappuccina, Catagirasi, Catanese, Catanzarello, Cava dei Servi, Cava Ispica Ciacera, Ciarciolo, Cisterna Salemi, Cozzo Rotondo, Crocevia, Fondo Marta, Fondo Mosche, Fosso Tantillo, Fondo Longo, Famagiurgia, Fargione, Fargionello, Fasana, Ganzeria, Giganta, Gisana, Gisanella, Gisira, Gisirella, Gisirotta, Graffetta, Cianciò, Graffolongo,Montesano, Musebbi, Calicantone, Michelica, Miglifulo, Milicucco, Minciucci, Pietre Nere, Pirato Cava Gucciardo, Pirato Cava Maria, Pirato Lombardo, Pozzo Cassero, Povere Donne, Prainito, Rocciola, Sant'Elena, San Filippo, Passo Parrino, Pezza, San Giovanni Pirato, San Giuliano Macallè, Santa Rosalia, Serrapero, Serrauccelli, Torre Cannata, Tre Cosucce, Torre Rodosta, Trebalate Vanella Amuri, Vanella Balli, Zappulla
Tolti questi territori Modica si ridurrebbe, secondo questi modicani doc, al centro abitato escluso il quartiere Sacro cuore e, bontà loro, lo sbocco al mare di Marina di Modica(?).
Nell’immediato la notizia mi è sembrata la prima bordata di un qualche gioco a premi del tipo, “A chi la spara più grossa”; poi, man mano che ho accertato la convinzione del propugnatore, mi sono rammaricato del fatto che, similmente all’Istituto della “cittadinanza onoraria”, non venga praticato il ritiro altrettanto simbolico, della cittadinanza al modicano non degno perché fosse applicata, con procedura d’urgenza, a Nino Scivoletto e poi agli altri 33 appena conosciuti i nomi.
Non temo l’accusa di lesa democrazia perché dichiaro che occorre rifiutare ogni confronto su questa ipotesi in maniera assoluta, perché si è superato il limite della democrazia per andare la dove non può esistere dialogo senza l’assistenza di uno psichiatra seppure specializzato in puttanate politiche.
Pertanto, valuterò la utilità, per difendere la mia città, di provocare, quando lo riterrò opportuno, una querela nei miei confronti davanti ad un tribunale.
In questo contesto faccio un appello alla mobilitazione con due possibili obiettivi:
Costringerli alla querela perché anche attraverso il relativo processo si metta in evidenza la mediocrità politica dell’iniziativa;
Pubblica manifestazione in cui simbolicamente viene revocata la cittadinanza a Nino Scivoletto e a tutti gli aderenti al comitato.


Carmelo Modica


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venerdì 18 dicembre 2009

“Comu riçieunu ‘antichi”, le voci della Contea raccolte da Marco Blanco rivivono alla libreria Mondadori di Modica


Martedì 22 dicembre alle ore 18.30, nei locali dell’associazione “Attinkitè” presso la libreria Mondadori di Corso Umberto I n. 8, sarà presentata il libro “Comu riçieunu ‘antichi” di Marco Blanco. Interverranno l’autore e il giornalista Giovanni Criscione. Modererà Concetta Bonini giornalista del Giornale di Sicilia.



Il libro, giunto alla sua seconda edizione, torna nelle librerie con una veste grafica rinnovata, riveduto e ampliato nei contenuti con l’aggiunta di oltre quattrocento tra proverbi, modi di dire, indovinelli. “Comu riçieunu ‘antichi” raccoglie, in quasi cinquecento pagine, detti, modi di dire, proverbi e voci di paragone ma anche indovinelli, giaculatorie e preghiere del territorio di Modica. Si tratta, spiega l’autore nella prefazione, di «minuscoli frammenti di un piccolo mondo antico trascritti con passione e affetto». Il libro intende colmare una lacuna e allo stesso tempo far sì che questo immenso patrimonio di cultura popolare non vada perduto. Sotto questo aspetto il libro è anche un’«indagine imperfetta» della psicologia contadina svelata in ogni suo aspetto.

Marco Blanco, già collaboratore de “L’erroneo” e conduttore della trasmissione radiofonica “Ora d’aria” su RTM, si definisce «un tassonomo della domenica» il quale ha avuto «la bizzarra idea di dedicare tempo e fatica, nonché animo d’archeologia linguistica, a pennellare una storia comune fatta di lacerti di parole».

Al termine della presentazione sarà offerto un rinfresco con i profumi e i sapori della Contea.




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martedì 15 dicembre 2009

Sgomberata la Fabbrica di Ragusa


Pubblichiamo, in seguito, una mail arrivataci dai ragazzi della Fabbrica di Ragusa dopo lo sgombero avvenuto stamani.

Stamattina(15 dicembre), quasi dopo due mesi di occupazione, è stato sgomberato dalle forze del disordine lo Spazio Autogestito La Fabbrica di ragusa, dentro è stato trovato Sergio che è stato subito portato in questura. Ancora una volta le istituzioni dimostrano di non capire le esigenze della popolazione in un posto vuoto e grigio come la città di ragusa dove dietro la maschera del "famoso" barocco si trova una popolazione sempre chiusa in casa e dalla vita assolutamente monotona con figli che stanno sempre e solo fissi davanti allo schermo. Il collettivo stava cercando di ravvivare la situazione di degrato e monotonia del centro storico con iniziative costanti e continue di tipo ricreativo e culturale come concerti, presentazione di libri e giornali studenteschi, accoglienza alle associazioni prive di sete, assemblea sul diritto alla casa, corsi gratuiti e la settimana prossima sarebbe partita una mostra d'arte.

Esprimiamo solidarietà a Sergio che è stato trovato dentro lo spazio.




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OGNI OCCASIONE PER FARE è UN OCCASIONE DA NON PERDERE!


LIBRI ad OCCHI CHIUSI
Mercoledì 16 Dicembre 2009, nei locali dell’Associazione Attinkitè (Modica,
RG), alle ore 17:30, Biribillie propone il laboratorio “LIBRI AD OCCHI
CHIUSI”.

Libro: contenitore magico, spazio compresso, accumulatore di energie, luogo
in continuo mutamento, ancora di salvataggio nei grandi cataclismi che
scompaginano i lineamenti familiari della terra.
tutto in un libro?
e come dirlo a un piccolo bambino che dei libri non si fida (forse solo
perchè i libri non si muovono, non parlano, non si illuminano come un
videogioco o come la tv!)
Bene! Non glielo diciamo (tanto i bimbi non ascoltano i consigli…i bimbi i
consigli li apprendono direttamente imitandoli…mai ascoltandoli!)
Noi abbiamo deciso che i libri, i bimbi, li costruiranno da sè!
--
www.biribillie.net





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mercoledì 9 dicembre 2009

E' uscito il nuovo numero de Il Clandestino


A seguire i punti vendita in cui potete trovarlo. Per qualsiasi informazione e per ricevere copie del mensile contattateci al nostro indirizzo e-mail.
MODICA
Libreria Mondadori, C.so Umberto I
Caffè Letterario Hemingway, C.so Umberto I
Bar Fucsia, S.s. 115
Caffè Consorzio, Via S. Giuliano
Caffè Adamo, Via Marchesa Tedeschi
Edicola Piazza Monumento
Edicola Aurnia, C.so Umberto I
Camera del Lavoro, Via Nazionale
Edicola Sammito, C.so Principessa Maria del Belgio
Uomo Club, C.so Principessa Maria del Belgio
Barycentro, C.so Umberto I
Istituto magistrale, C.so Umberto I
N’ti Viciè Pub, Piazza Gianforma (Frigintini)
Liceo Scientifico
Tabacchino Plaza, centro commerciale
Edicola, quartiere Dente
Dolceria Elisir, Via Sacro Cuore
Dolceria Scivoletto, Via Nazionale
Bronze, Piazza Matteotti
Sound check Music, Via Nazionale
Università: scienze dell'amministrazione e del governo
Edicola Piazza S. Teresa
Edicola C.so Umberto, sotto Liceo Classico
Edicola Profetto, a lato Banca Agricola Popolare di Ragusa

POZZALLO
Edicolè

VITTORIA
Bottegotto Solidale, via R.Settimo angolo via Cavour
Camera del Lavoro-Cgil, via Bixio 60.

RAGUSA
Libreria Mondadori, Via Roma
Edicola, via Roma
A Putia Siculamente, Via Carducci

NOTO
Edicola Giacchino Corso Vittorio Emanuele 97
Pasticceria Costanzo Via Silvio Spaventa, 7/9


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martedì 8 dicembre 2009

Lettera aperta a Adam M’Bodj1, fratello diIbrahim, assassinato dal suo datore di lavoro

Compagno Adam, fratello Adamso descriverti il mio stato d’animo di queste prime ore. Incredulo,addolorato, confuso. Arrabbiato. Vedo te, unico volto definito in questoincubo, sporgerti in avanti per stringermi la mano. Vedo tuo fratelloIbrahim morire e vedo un padrone, il suo carnefice bianco. Vedo unamoglie e dei bambini – tuo fratello non ne aveva, credo. Vedo i vostrigenitori increduli e smarriti nella splendida campagna senegalese. Soffriranno questo dolore i vostri genitori o sono già andati via?Adam, con quale forza consegnerai loro il corpo di tuo fratello? Eperché dovrai affrontare anche questa prova? Adam, come spiegherai allatua gente che noi toubab non siamo cambiati per niente?Vedo mia moglie, fino a pochi giorni fa costretta a rivolgersi a unavvocato per reclamare ancora una volta la stessa dignità che reclamavaIbrahim: il pagamento dello stipendio già guadagnato col proprio sudore.Ma il suo datore di lavoro non è lo stesso di tuo fratello e lei non èstraniera. Perché possono, queste piccole differenze, salvare una vita?Ho tanta rabbia dentro, Adam. Credo che potrei mangiare a morsi emani nude il carnefice di tuo fratello, a trovarmelo davanti, pur sapendoche la ragione dovrà prevalere.Adesso ho un debito con te e con tuo fratello, morto per la ricchezzadel paese in cui sono nato e in cui stento ormai da troppo tempo ariconoscermi e che vorrei vedere rivoltato come un calzino.Adam, dì a tuo fratello Ibrahim, se potete, di parlare con gli spiriti deivostri antenati perché si facciano da tramite. Noi coi nostri non riusciamopiù a parlare e non sappiamo più cosa fare.Dateci una mano, se potete.Peppe Sessa2Catania, 6 dicembre ’091Adam M’Bodj è segretario generale della Fiom di Biella e presidente del Comitato Centraledella Fiom, massimo organismo dirigente dei metalmeccanici Cgil.2Peppe Sessa è RSU Fiom STMicroelectronics Catania e autore del libro Una leonessa inSenegal, Robin Edizioni, 2008 Roma.


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mercoledì 2 dicembre 2009

I Mohac music machine presentano il nuovo album "FANTASIA"


Grande spettacolo Live di Antonio Modica & i Mohac Music Machine con ospiti Artisti di Fama Nazionale ed Internazionale come : Franco Fasano, Linda, Andy Surdy ecc.ecc....


Antonio Modica nasce a Ragusa nel 1977. Nel 1995 va in America (N.Y.) per imparare le varie impostazioni Blues e Rock, e rimane lì per ben sette mesi…. Al suo ritorno incide un Demo che avrà tantissimo successo in tutta Italia, nel campo del genere Rock Alternative Americano. Nell’estate del 2004 forma il gruppo musicale “MOHAC MUSIC MACHINE” (Big Band 15 elementi), riuscendo a mettere in un solo complesso, i musicisti più quotati della Sicilia Sud/Orientale. Nel Gennaio del 2006 al “Teatro Ariston” di San Remo arriva terzo, superando 1300 iscritti provenienti da tutta Italia, “Una voce per Sanremo 2005” per brani editi. Nell’Ottobre 2006 vince a Bagnara Calabra (RC) in onda su RAI 2 il “Premio Mia Martini Giovani 2006” scelto tra migliaia di concorrenti, da una giuria di qualità composta da (alcuni nomi): Giorgio Calabrese, Shel Shapiro, Mario Limongelli, Fabrizio Pausini, Gianni Bigazzi, Rolando D’Angeli, Andy Surdy, Marco Falagiani, Dory Ghezzi, Franco Fasano.

E’ del 2007 la sua partecipazione alla trasmissione “FUORICLASSE” con Carlo Conti.

Nel 2009 realizza un progetto di teatro e musica, dal titolo “A maggio finirà”, di cui è autore ed interprete, con Andrea Tidona, riscuotendo uno strepitoso successo.


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Intervista ad Anna Canepa



Gianluca Floridia, a Politicamente Scorretto, intervista Anna Canepa, magistrato, per scelta, a Gela.



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lunedì 30 novembre 2009

Compagnia del Piccolo Teatro, “Un segno di pace” sosterrà gli alluvionati del Messinese


Sabato 12 dicembre, alle ore 21, il Teatro Sant’Anna (Chiesa di S. Anna, Via Modica – Ragusa, nel quartiere d’Oriente) ospiterà la XVI edizione di “Un segno di pace”, il tradizionale spettacolo di beneficenza organizzato dalla Compagnia del Piccolo Teatro nell’approssimarsi delle festività natalizie.

Come ogni anno, “Un segno di pace” riunirà oltre quindici importanti realtà artistiche della provincia di Ragusa, operanti nei settori del teatro, del cabaret, della musica e della danza, intorno a un’iniziativa di solidarietà e di beneficenza. Il ricavato della manifestazione sarà devoluto in favore degli alluvionati del Messinese.

Il tema dell’edizione 2009 di “Un segno di pace” è “Arte e solidarietà”. L’arte - è il messaggio lanciato dagli organizzatori - non deve essere soltanto un momento di evasione fine a se stessa ma anche e soprattutto uno strumento di crescita interiore e di condivisione di valori sociali.

Sul palco del Teatro Sant’Anna si esibiranno Antonio Modica e i Mohac Music Machine, la Metamorfosi band, i Touareg; un gruppo di ballo dello Studio danza Aretè; la compagnia teatrale “Hobby Actors”, gli attori Marcello Bruno, Carmelo Spadaro, Carmelo Cavallo, Roberto Mavilla, Marisa Giurdanella, Leandro Medica, Saro Spadola, Nele Pluchino, il Gruppo gioventù francescana (Gifra) e l’Ordine Francescano Secolare (OFS). Allo spettacolo si affiancherà un momento di riflessione affidato a padre Giuseppe Scivoletto.

L’ingresso è libero. Come ogni anno, alla fine della manifestazione, sarà effettuata una raccolta di beneficenza a offerta libera.


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mercoledì 25 novembre 2009

MODICA. MOZIONE PER RIBADIRE IL NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA


Fonte: Radiortm.it

Ribadire con forza la propria contrarietà al decreto che da il via alla privatizzazione dell’acqua. E’ questo l’intento della mozione presentata da nove consiglieri comunali di Modica, sia di maggioranza che di opposizione, e che sarà discussa nel corso della prossima seduta. A firmare la nota sono stati Giovanni Migliore del Pdl, Diego Mandolfo e Gianni Occhipinti per l’Mpa, Nino Cerruto di Una nuova prospettiva, Vito D’Antona di Sinistra Democratica e, per il Partito Democratico, Giovanni Spadaro, Giancarlo Poidomani, Giorgio Zaccaria ed Innocenzo
Roccasalva.

La mozione impegna il consiglio ed il Sindaco, tra le altre cose, anche ad attivarsi nel chiedere al Presidente della Regione ed ai propri parlamentari regionali, di presentare ricorso di costituzionalità avverso il decreto legislativo peraltro già convertito in legge, oltre ad intercedere presso i deputati nazionali per il ritiro del decreto. La mozione impegna anche il Comune ad aderire ufficialmente al circuito di rete del Coordinamento degli Enti Locali siciliani contro la privatizzazione dell’acqua. “Siamo preoccupati – scrivono i nove consiglieri comunali “bipartisan” nella nota – per le conseguenze sociali di questa legge, che si concretizzano nell’ impossibilità di accedere tutti democraticamente ed indistintamente al diritto umano, naturale, fondamentale ed inviolabile che è l’accesso al bene comune che è l’acqua”. La mozione inoltre chiede anche l’ inserimento, nello Statuto comunale, sia del “riconoscimento dell’acqua come bene comune e diritto umano, naturale ed universale ed anche di riconoscere il servizio idrico quale servizio privo di rilevanza economica da gestire in forma pubblica e con la partecipazione delle comunità locali”.

giorgio caruso


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Firma l'appello: Niente regali alle mafie, i beni confiscati sono cosa nostra


Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all'unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente.


Oggi quell 'impegno rischia di essere tradito. Un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria, infatti, prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. E' facile immaginare, grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i soprusi, fino all'intervento dello Stato.

La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni.

Per queste ragioni chiediamo al governo e al Parlamento di ripensarci e di ritirare l'emendamento sulla vendita dei beni confiscati.
Si rafforzi, piuttosto, l'azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei clan. S'introducano norme che facilitano il riutilizzo sociale dei beni e venga data concreta attuazione alla norma che stabilisce la confisca di beni ai corrotti. E vengano destinate innanzitutto ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia i soldi e le risorse finanziarie sottratte alle mafie. Ma non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di un'Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti "cosa nostra"

don Luigi Ciotti
presidente di Libera e Gruppo Abele

Per firmare: http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1780


Tra i primi firmatari: Andrea Campinoti, presidente di Avviso Pubblico - Paolo Beni, presidente Arci - Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente - Andrea Olivero, presidente ACLI - Guglielmo Epifani, segretario CGIL - Raffaele Bonanni, segretario generale CISL - Luigi Angeletti, segretario UIL - Francesco Miano, presidente Azione Cattolica - Filippo Fossati, presidente UISP - Marco Galdiolo - presidente US Acli, Paola Stroppiana e Alberto Fantuzzo, presidenti del comitato nazionale Agesci - Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace - Loretta Mussi, presidente di "Un ponte Per" - Michele Curto, presidente di FLARE (Freedom, Legality and Rights in Europe) - Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil - Giuseppe Gallo, segretario generale FIBA Cisl - Carla Cantone, segr. generale SPI-CGIL - Michele Mangano, presidente Auser - Doriano Guerrieri, presidente nazionale CNGEI - Gianpiero Calzolari, Presidente di "Cooperare con Libera Terra" - Oliviero Alotto, presidente di Terra del Fuoco - Don Nandino Capovilla, coordinatore Pax Christi - Giuliana Ortolan, Donne in Nero di Padova - Giulio Marcon, portavoce campagna Sbilanciamoci - Aurelio Mancuso, presidente Arcigay - Lucio Babolin, presidente CNCA - Fabio Salviato, presidente di Banca Etica - Mario Crosta, Direttore Generale di Banca Etica, Giuseppe Gallo, segretario generale FIBA Cisl - Tito Russo, coordinatore nazionale UDS (Unione degli Studenti), Claudio Riccio, referente Link-coordinamento universitario, Luca De Zolt, rete studenti medi - Sara Martini e Emanuele Bordello - presidenti FUCI, Giorgio Paterna, coordinatore Unione degli Universitari - Umberto Ronga, Movimento Eccesiale di Impegno Culturale.

E inoltre: Nando Dalla Chiesa, Salvo Vitale, Rita Borsellino, Sandro Ruotolo, Roberto Morrione, Enrico Fontana, Tonio Dell'Olio, Pina Picerno, Francesco Forgione, Luigi De Magistris, Raffaele Sardo, David Sassoli, Francesco Ferrante, Rita Ghedini, Petra Reski, Esmeralda Calabria, Vittorio Agnoletto, Vittorio Arrigoni, Giuseppe Carrisi, Jasmine Trinca, Yo Yo Mundi, Sergio Rubini, Modena City Ramblers, Gianmaria Testa, Libero De Rienzo, Livio Pepino, Elio Germano, Subsonica, Vauro, Claudio Gioè, Roberto Saviano, Daniele Biacchessi, Giulio Cavalli, Elisabetta Baldi Caponetto, Moni Ovadia, Ottavia Piccolo, Giancarlo Caselli, Ascanio Celestini, Alberto Spampinato, Salvatore Borsellino, Federica Sciarelli, Haidi Giuliani, Fausto Raciti, Francesco Menditto, Antonello Ardituro, Benedetta Tobagi, Il Coro dei Minatori di Santa Fiora, Simone Cristicchi, Roberto Natale, Agnese Moro, Tana De Zuleta, Lella Costa, Armando Spataro, Maurizio Ascione, Nicola Tranfaglia, Franco Cassano, Marco Delgaudio, Carlo Lucarelli, Alex Zanotelli, Marcelle Padovani, Andrea Occhipinti, Johnny Palomba, Paolo Ferrero, Marianna Scalfaro, Natalia Aspesi, Mimmo Lucà, Luca Zingaretti ...


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martedì 24 novembre 2009

Quotidiano "Il clandestino". Non è nostro ma dei Minardo



A breve uscirà nell'edicole un nuovo quotidiano dal nome "Il clandestino". Sfortunatamente non è il nostro. Ci piacerebbe molto ma è legato ai Minardo che controllono il sito (ilclandestinoweb) e il nuovo giornale tramite la Ergon. Coincidenze.
Speriamo non si crei troppa confusione con i nuovi clandestini. Distingueteci dal nostro "permesso di soggiorno"!





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sabato 21 novembre 2009

“MALEDETTI VOI….!”


di Alex Zanotelli

Non posso usare altra espressione per coloro che hanno votato per la privatizzazione dell’acqua , che quella usata da Gesù nel Vangelo di Luca, nei confronti dei ricchi :” Maledetti voi ricchi….!”
Maledetti coloro che hanno votato per la mercificazione dell’acqua .
Noi continueremo a gridare che l’acqua è vita, l’acqua è sacra, l’acqua è diritto fondamentale umano.


E’ la più clamorosa sconfitta della politica. E’ la stravittoria dei potentati economico-finanziari, delle lobby internazionali. E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni, degli affari, del business.
A farne le spese è ‘sorella acqua’, oggi il bene più prezioso dell’umanità, che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’aumento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese( bollette del 30-40% in più, come minimo),ma soprattutto dagli impoveriti del mondo. Se oggi 50 milioni all’anno muoiono per fame e malattie connesse, domani 100 milioni moriranno di sete. Chi dei tre miliardi che vivono oggi con meno di due dollari al giorno, potrà pagarsi l’acqua? “
Noi siamo per la vita, per l’acqua che è vita, fonte di vita. E siamo sicuri che la loro è solo una vittoria di Pirro. Per questo chiediamo a tutti di trasformare questa ‘sconfitta’ in un rinnovato impegno per l’acqua, per la vita , per la democrazia. Siamo sicuri che questo voto parlamentare sarà un “boomerang” per chi l’ha votato.
Il nostro è un appello prima di tutto ai cittadini, a ogni uomo e donna di buona volontà .Dobbiamo ripartire dal basso, dalla gente comune, dai Comuni.
Per questo chiediamo:
AI CITTADINI di
-protestare contro il decreto Ronchi , inviando e -mail ai propri parlamentari;
-creare gruppi in difesa dell’acqua localmente come a livello regionale;
-costituirsi in cooperative per la gestione della propria acqua.
AI COMUNI di
-indire consigli comunali monotematici in difesa dell’acqua;
-dichiarare l’acqua bene comune,’ privo di rilevanza economica’;
-fare la scelta dell’AZIENDA PUBBLICA SPECIALE.
LA NUOVA LEGGE NON IMPEDISCE CHE I COMUNI SCELGANO LA VIA DEL TOTALMENTE PUBBLICO, DELL’AZIENDA SPECIALE, DELLE COSIDETTE MUNICIPALIZZATE .
AGLI ATO
-ai 64 ATO( Ambiti territoriali ottimali), oggi affidati a Spa a totale capitale pubblico, di trasformarsi in Aziende Speciali, gestite con la partecipazione dei cittadini.
ALLE REGIONI di
-impugnare la costituzionalità della nuova legge come ha fatto la Regione Puglia;
-varare leggi regionali sulla gestione pubblica dell’acqua.
AI SINDACATI di
-pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua;
-mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione dell’acqua.
AI VESCOVI ITALIANI di
-proclamare l’acqua un diritto fondamentale umano sulla scia della recente enciclica di Benedetto XVI, dove si parla dell’”accesso all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni o discriminazioni”(27);
-protestare come CEI (Conferenza Episcopale Italiana) contro il decreto Ronchi .
ALLE COMUNITA’ CRISTIANE di
-informare i propri fedeli sulla questione acqua;
- organizzarsi in difesa dell’acqua.
AI Partiti di
- esprimere a chiare lettere la propria posizione sulla gestione dell’ acqua;
-farsi promotori di una discussione parlamentare sulla Legge di iniziativa popolare contro la privatizzazione dell’acqua, firmata da oltre 400.000 cittadini.
L’acqua è l’oro blu del XXI secolo. Insieme all’aria , l’acqua è il bene più prezioso dell’umanità. Vogliamo gridare oggi più che mai quello che abbiamo urlato in tante piazze e teatri di questo paese : “L’aria e l’acqua sono in assoluto i beni fondamentali ed indispensabili per la vita di tutti gli esseri viventi e ne diventano fin dalla nascita diritti naturali intoccabili- sono parole dell’arcivescovo emerito di Messina, G. Marra. L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne illecito profitto,e pertanto si chiede che rimanga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubbliche , che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione al costo più basso possibile.”






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venerdì 20 novembre 2009

A Modica strada dedicata a Peppino Impastato


Al Sindaco del Comune di Modica

E pc agli organi di informazione

Oggetto: richiesta intitolazione di una strada cittadina a Peppino Impastato.

Gentile sig. Sindaco,

come ormai molti sanno, il 9 maggio del 1978 rappresenta una data di svolta della storia politica italiana non solo perché si tratta del giorno dell’omicidio di Aldo Moro, ma anche di quello della morte di Peppino Impastato.

La figura di Impastato riveste infatti un grande valore simbolico per l’Italia e in particolare per la nostra terra. Questo giovane militante della sinistra muore infatti per una serie di motivi che non possono ancor oggi non destare la nostra attenzione e la nostra coscienza civile.



Il primo: Impastato muore perché sceglie di contrapporsi alla mafia e anzitutto alla mentalità mafiosa, con un coraggio e una determinazione allora incompresi: egli capì che la mafia è certo un’organizzazione criminale dedita all’illecito profitto, ma essa è anche un modo di essere e di pensare che avvelena le coscienze, contamina la politica, pervade la società e le rende ottuse e insensibili al senso della libertà e della dignità dei cittadini.

Il secondo: Impastato muore perché sa che a fondamento della democrazia si situa la libertà di stampa, di informazione, di dibattito e di critica; muore da giornalista di una radio ‘libera’, che con mezzi risibili e in un ambiente ostile come quello di Cinisi, dominato dai Badalamenti, combatte una battaglia di libertà.

Il terzo: Impastato muore perché si rende conto che l’unico vero motore possibile del cambiamento sociale, della liberazione della Sicilia e dell’Italia dalla mafia e da tutte le mafie, è rappresentato dalla testimonianza, dalla scelta coraggiosa dei cittadini di opporsi ad ogni forma di potere antidemocratico, corruttore e violento; muore cioè perché capisce che non ha senso continuare a chiamare in causa le colpe dei politici e del palazzo se non si esce dal qualunquismo e non si dà voce e dignità alla cittadinanza, alle donne e agli uomini della nostra terra e della nostra nazione, rendendoli protagonisti di una mutazione antropologica.

Per questi motivi, siamo convinti che l’opera e la figura di Peppino Impastato debbano rimanere nella memoria viva della nostra e delle future generazione, come monito e come esortazione, come segno di speranza.

Facendo seguito ad una proposta già avanzata nel 2007 dal Movimento Studentesco Modicano, ed ufficialmente presentata data 3/12/2008 a codesta amministrazione i sottoscritti Consiglieri Comunali Migliore Giovanni, Mandolfo Diego, Cerruto Antonino, Zaccaria Giorgio, Cerruto Carmelo chiedono che il Comune di Modica intitoli a Peppino Impastato la nuova bretella di collegamento tra Via Risorgimento e Via San Giuliano.

Si allega alla presente alcuni riferimenti bibliografici della figura di Peppino Impastato.

Modica, 18/11/2009

Migliore Giovanni, Mandolfo Diego, Cerruto Antonino, Zaccaria Giorgio, Cerruto Carmelo

http://www.peppinoimpastato.com/

su Facebook il gruppo “Dedichiamo una via, una piazza o una targa a Peppino Impastato”:

http://www.facebook.com/group.php?gid=187285320907

Chi è Peppino Impastato?

Peppino Impastato nacque a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa (il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso nel 1963 in un agguato nella sua Giulietta imbottita di tritolo).

Ancora ragazzo rompe con il padre, che lo caccia di casa, ed avvia un’attività politico-culturale antimafiosa. Nel 1965 fonda il giornalino L’idea socialista e aderisce al PSIUP. Dal 1968 in poi, partecipa, con ruolo dirigente, alle attività dei gruppi di Nuova Sinistra. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati.

Nel 1976 costituisce il gruppo Musica e cultura, che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti, ecc.); nel 1977 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell’aeroporto. Il programma più seguito era Onda pazza, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici.

Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale.[1]

Stampa, forze dell’ordine e magistratura parlano di atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto vittima e di suicidio dopo la scoperta di una lettera scritta in realtà molti mesi prima. L’uccisione, avvenuta in piena notte, riuscì a passare la mattina seguente quasi inosservata poiché proprio in quelle ore veniva “restituito” il corpo del presidente della DC Aldo Moro in via Caetani a Roma.

Grazie all’attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta Impastato, che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa, dei compagni di militanza e del Centro siciliano di documentazione[2] di Palermo, nato nel 1977 e che nel 1980 si sarebbe intitolato proprio a Giuseppe Impastato, viene individuata la matrice mafiosa del delitto e sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l’inchiesta giudiziaria.

Il 9 maggio del 1979, il Centro siciliano di documentazione organizza, con Democrazia Proletaria, la prima manifestazione nazionale contro la mafia della storia d’Italia, a cui parteciparono 2000 persone provenienti da tutto il paese.

Nel maggio del 1984 l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del Consigliere istruttore Rocco Chinnici, che aveva avviato il lavoro del primo pool antimafia ed era stato assassinato nel luglio del 1983, emette una sentenza, firmata dal Consigliere Istruttore Antonino Caponnetto, in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto, attribuito però ad ignoti.

Il Centro Impastato pubblica nel 1986 la storia di vita della madre di Giuseppe Impastato, nel volume La mafia in casa mia, e il dossier Notissimi ignoti, indicando come mandante del delitto il boss Gaetano Badalamenti, nel frattempo condannato a 45 anni di reclusione per traffico di droga dalla Corte di New York, nel processo alla Pizza connection.

Nel gennaio 1988, il Tribunale di Palermo invia una comunicazione giudiziaria a Badalamenti. Nel maggio del 1992 lo stesso tribunale decide l’archiviazione del caso Impastato, ribadendo la matrice mafiosa del delitto, ma escludendo la possibilità di individuare i colpevoli e ipotizzando la possibile responsabilità dei mafiosi di Cinisi alleati dei corleonesi.

Nel maggio del 1994 il Centro Impastato presenta un’istanza per la riapertura dell’inchiesta, accompagnata da una petizione popolare, chiedendo che venga interrogato sul delitto Impastato il nuovo collaboratore della giustizia Salvatore Palazzolo, affiliato alla mafia di Cinisi. Nel marzo del 1996 la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto.

Nel giugno del 1996, in seguito alle dichiarazioni di Palazzolo, che indica in Badalamenti il mandante dell’omicidio assieme al suo vice Vito Palazzolo, l’inchiesta viene formalmente riaperta. Nel novembre del 1997 viene emesso un ordine di cattura per Badalamenti, incriminato come mandante del delitto. Il 10 marzo 1999 si svolge l’udienza preliminare del processo contro Vito Palazzolo, mentre la posizione di Badalamenti viene stralciata.

I familiari, il Centro Impastato, Rifondazione comunista, il Comune di Cinisi e l’Ordine dei giornalisti chiedono di costituirsi parte civile e la loro richiesta viene accolta. Il 23 novembre 1999 Gaetano Badalamenti rinuncia all’udienza preliminare e chiede il giudizio immediato.

Nell’udienza del 26 gennaio 2000 la difesa di Vito Palazzolo chiede che si proceda con il rito abbreviato, mentre il processo contro Gaetano Badalamenti si svolgerà con il rito normale e in video-conferenza. Il 4 maggio, nel procedimento contro Palazzolo, e il 21 settembre, nel processo contro Badalamenti, vengono respinte le richieste di costituzione di parte civile del Centro Impastato, di Rifondazione comunista e dell’Ordine dei giornalisti.

Nel 1998 presso la Commissione parlamentare antimafia si è costituito un Comitato sul caso Impastato e il 6 dicembre 2000 è stata approvata una relazione sulle responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini. Nella commissione si rendono note le posizioni favorevoli all’ipotesi dell’attentato terroristico poste in essere dai seguenti militari dell’arma: il Maggiore Tito Baldo Honorati; il maggiore Antonio Subranni; il maresciallo Alfonso Travali.[3]

Il 5 marzo 2001 la Corte d’assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a trent’anni di reclusione. L’11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all’ergastolo.


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Approvato l’Art. 15: acqua privata per tutti!



Oggi con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati si è concluso l’esame del decreto 135/09 il cui Art. 15 sancisce la definitiva e totale privatizzazione dell’acqua potabile in Italia.


Il Governo impone per decreto che i cittadini e gli Enti Locali vengano espropriati di un diritto e di un bene comune com’è l’acqua per consegnarlo nelle mani dei privati e dei capitali finanziari. Ciò avviene sotto il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa mentre non esiste nessun obbligo e le modifiche introdotte per sopprimere la gestione “in house” contrastano con i principi della giurisprudenza europea. Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane o a livello europeo abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e un aumento costante dei consumi, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzioni dei costi.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua è sceso da subito in campo per contrastare questo provvedimento con la campagna nazionale “Salva l’Acqua” verso la quale si è registrata un’elevatissima adesione.

Ad oggi abbiamo consegnato al Presidente della Camera 45.000 firme a sostegno dell’appello che chiedeva il ritiro delle norme che privatizzano l’acqua.

Inoltre, migliaia di persone hanno manifestato il proprio dissenso e contrarietà all’Art.15 in un presidio svoltosi lo scorso 12 Novembre a Piazza Montecitorio e in varie mobilitazioni territoriali, migliaia di persone hanno inviato mail ai parlamentari per chiedere di non convertire in legge il decreto 135/09, molte personalità hanno espresso da una parte la loro indignazione e dall’altra il loro sostegno alla campagna.

In questi giorni è cresciuta nella società la consapevolezza che consegnare l’acqua al mercato significa mettere a rischio la democrazia. Nonostante questa mobilitazione della società civile e degli stessi Enti locali, il Governo ha imposto il voto di fiducia e non accoglie le richieste e le preoccupazioni espresse anche molti Sindaci di amministrazioni governate da maggioranze di differenti colori politici.

Come Forum dei Movimenti per l’Acqua siamo indignati per la superficialità con cui il Governo, senza che esistessero i presupposti di urgenza, ha voluto accelerare la privatizzazione dell’acqua.

A questo punto siamo convinti che la contestazione dovrà essere ricondotta nei territori, per chiedere agli Enti Locali che si riapproprino della podestà sulla gestione dell’acqua tramite il riconoscimento dell’acqua come diritto umano e il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e nel contempo di sollecitare le Regioni ad attivare ricorsi di legittimità nei confronti del provvedimento.

Queste percorsi di mobilitazione sono percorribile così come dimostrano le delibere approvate dalla Giunta regionale pugliese, dalle tante delibere approvate dai consigli comunali siciliani e nel resto d’Italia, da ultimo quello di Venezia.

Il popolo dell’acqua continuerà la battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico assumendo iniziative territoriali e nazionali volte a superare l’Art. 15 del decreto legge.

Come Forum dei Movimenti, chiediamo a tutta la società civile di continuare la mobilitazione e far sentire il proprio dissenso anche dopo l’approvazione dell’art. 15 attraverso mobilitazioni sui territori ed invio di messaggi a tutti i partiti, ai consiglieri comunali provinciali e regionali, ai parlamentari locali

A Sindaci ed agli eletti chiediamo di dar vita nelle rispettive istituzioni a prese di posizioni chiare che respingano la legge e di dar vita a iniziative di protesta nelle istituzioni stesse.

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua


FIRMA L’APPELLO
CAMPAGNA NAZIONALE “SALVA L’ACQUA”
IL GOVERNO PRIVATIZZA L’ ACQUA !
http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-nazionale-salva-lacqua-il-governo-privatizza-l-acqua-/133


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Sentenza del processo ai 7 pescatori tunisini



Agrigento, 19.11.2009

I due comandanti dei pescherecci condannati a due anni e sei mesi per resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra. Assolti tutti gli imputati dall'accusa di favoreggiamento all'immigrazione clandestina.





Il 17 novembre il Tribunale di Agrigento ha assolto i 7 pescatori tunisini dall'accusa di favoreggiamento all'immigrazione clandestina.

Tuttavia, Abdelkarim Bayoudh e Abdlbassett Zenzeri, i comandanti dei pescherecci tunisini Morthada ed El Hedi, sono stati condannati a due anni e sei mesi di reclusione perché, secondo il Tribunale, avrebbero opposto resistenza ai pubblici ufficiali che li scortavano dopo avere tratto in salvo 44 naufraghi nel Canale di Sicilia e perché avrebbero minacciato con manovre repentine ed improvvise la sicurezza delle motovedette italiane.

Quell'8 agosto del 2007, dopo che i pescatori effettuarono il salvataggio, le motovedette della Guardia di Finanza e della Guardia costiera in un primo momento cercarono di fermare la corsa verso Lampedusa dei due pescherecci tunisini, con manovre di accostamento in condizioni meteo pericolose. I due comandanti si affrettarono a raggiungere l'isola perché a bordo dei loro pescherecci si trovavano tre persone in gravi condizioni di salute.

I pescatori tunisini non capirono che le autorità stavano intimando loro l'arresto, che fu comunicato in lingua incomprensibile ai naviganti, e cercarono di evitare la collisione con le motovedette delle autorità italiane, credendo che queste fossero spinte verso i pescherecci dalle onde alte e il mare in burrasca.

Le manovre riferite da alcuni testimoni nel corso del processo hanno indotto il Tribunale a ritenere che i pescatori avessero agito resistendo agli ordini dell'autorità italiana e che avessero tentato di sfuggire alla scorta delle motovedette.

Il risultato più importante del processo di primo grado è sicuramente che la difesa è riuscita a dimostrare che si è trattato di un vero e proprio soccorso in mare di migranti che rischiavano l'annegamento. Ma, purtroppo, il Tribunale non ha creduto che i due comandanti tunisini avessero agito in buona fede ed in base alle convenzioni internazionali di salvataggio in mare. In base a tali trattati internazionali, infatti, i pescatori erano obbligati a portare in salvo i migranti naufraghi presso il luogo più "sicuro", per assicurare loro le opportune cure mediche e l'assistenza umanitaria per potere chiedere asilo politico.

Il collegio difensivo, composto dagli avv.ti Giacomo La Russa e Leonardo Marino, ha subito dichiarato che si tratta di una sentenza contraddittoria e che ricorrerà innanzi alla Corte di Appello di Palermo.

In sede di appello occorrerà valutare anche se la pratica di seguire o affiancare a breve distanza le imbarcazione cariche di cd. "clandestini" dopo interventi di salvataggio, o di incrociarne la rotta a scopo dissuasivo integrino ipotesi di reato.

Resta fermo, comunque, il fatto che l'incriminazione di chi effettua salvataggi di naufraghi costituisce un forte deterrente per la "gente del mare" a intervenire nei casi di imbarcazioni di migranti che necessitano soccorso.

I sette pescatori di Teboulbah in questi due anni, oltre a essere stati in carcere e sotto processo, hanno perso le barche, il lavoro e hanno dovuto affrontare grandissime difficoltà, insieme ai loro familiari. E dire che dovevano essere premiati per aver salvato in mare la vita di 44 persone!

Dott.ssa Germana Graceffo - Ass. Borderline Sicilia

Avv. Giovanni Annaloro - Asgi sezione Sicilia

Dott.ssa Judith Gleize - Ass. borderline-europe


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giovedì 19 novembre 2009

LA MAFIA DEL DOPO PROVENZANO NELLO SCACCHIERE INTERNAZIONALE DEL CRIMINE



EVENTI ATTINKITE'
PRESENTAZIONE DEL LIBRO

LA MAFIA DEL DOPO PROVENZANO NELLO SCACCHIERE INTERNAZIONALE DEL CRIMINE
A cura di Piergiorgio Morosini, giudice delle indagini preliminari pres so i l tribunale di Palermo e della Dott.ssa Lucia Lotti, Procuratore di Gela.
GIOVEDÌ 26 NOVEMBRE – 18.30
PALAZZO DELLA CULTURA – MODICA

ASSOCIAZIONE CULTURALE ATTINKITè
associazioneattinkite@gmail.com




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mercoledì 18 novembre 2009

Degrado morale e mancanza di senso civico, campagna contro la maleducazione


Degrado e assenza di senso civico sono il frutto di un corposo e diffuso lassismo a tutti i livelli; si confonde, sempre più frequentemente, la democrazia con il diritto di ciascuno di fare quello che vuole.
Cattivi comportamenti, messi in atto certamente da pochi individui, ma capaci di incidere negativamente sull’immagine della città nel suo complesso, sono in continuo aumento e vanno stroncati.


Ciò appare dalla noncuranza con cui si compiono gesti, amaramente noti a tutti, quali abbandonare i resti dello spuntino o della bevuta per strada o in spiaggia, in chiesa come al parco, che sono beni di tutti; parcheggiare le macchine o i SUV nei posti riservati agli invalidi, sui marciapiedi o in modo da formare una barriera insuperabile, anche da una persona non in carrozzina; graffitare sui muri dei palazzi appena dipinti, sparare sigarette accese da macchine in movimento, lasciar cadere innocentemente per terra pacchetti vuoti o scontrini, saltare la fila, non rispettare le strisce pedonali, fare uso del manifesto selvaggio (dove fa comodo), salutare l’amico strombazzando con il clacson, andare controsenso, ecc., ecc..
Questo è un breve campionario di piccoli gesti di inciviltà che, anche se talvolta appaiono innocui, ciononostante restano segni evidenti di poca educazione.
Se ciò viene tollerato per un tempo prolungato, se non ci si indigna e non si protesta, questi atti si moltiplicano, si radicano, si legittimano, risultando, poi, difficile se non impossibile da correggere.
Questi comportamenti, infatti, non censurati e da troppo tempo non sanzionati, dal comune senso civico sono considerati come normali e naturali.
Ci si è convinti, infatti, che protestare sia inutile, oltreché impopolare, in quanto non serve a niente: impera, infatti una quasi generalizzata frustrazione e una muta rassegnazione che induce ad un punto morto, “non c’è niente che Io possa fare”.
Trincerarsi dietro una pretestuosa quanto fantomatica impossibilità è un evidente caduta personale di senso civico ed un modo vergognoso ed inqualificabile di abdicare alle proprie responsabilità di cittadino.
Questo è certo la spia di un livello di guardia, già abbondantemente superato, che deve far riflettere e, proprio per questo, necessita di una urgente inversione di tendenza.
Il cambiamento può e deve esserci, a cominciare dall’applicazione e dal rispetto delle norme e delle regole da parte di ciascuno di noi, dalla riattivazione dei controlli, dalla applicazione delle relative sanzioni per chi disattende una norma.


Far sentire la propria disapprovazione verso chi non ha senso civico è un dovere di tutti: chi trasgredisce è un incivile e va semplicemente multato per differenziarlo da chi non lo è.
E' necessario protestare, garbatamente ma fermamente, quando il furbetto di turno cerca di saltare la fila al bar come al supermercato o in macchina, quando qualcuno risponde "… ma sa,... è un bambino" o come quando chi parcheggia sulle strisce o in spazi riservati si giustifica con il classico “”……sto solo un minuto” o ancora quando il salumiere non usa i guanti per l’affettato o la pinza per il pane.
Non segnalare, non indignarsi, non protestare o, peggio, girare lo sguardo da un’altra parte in presenza di un gesto incivile, equivale a condividerlo.
Non allacciarsi le cinture, parlare al cellulare senza auricolare, scorrazzare in moto senza casco e con marmitte assordanti che in accelerazione scuotono i vetri degli infissi ed il sistema nervoso di decine di cittadini, depositare l’immondizia in aperta campagna, per strada o fuori dagli appositi cassonetti, non rispettare la segnaletica orizzontale e verticale, non significa “Essere liberi”, ma, semplicemente, INCIVILI.
Parallelamente, far rispettare le regole, multare chi trasgredisce, chi sporca il suolo pubblico, chi attraversa fuori dalle strisce pedonali (quando ci sono!) non significa essere intransigenti o crearsi inimicizie, ma semplicemente fare il proprio dovere.
La civiltà di un Paese e dei suoi abitanti si vede anche da queste cose.

Ferisce constatare come la nostra città stia diventando un luogo sempre più egoista e con scarso senso civico, dove il rispetto per gli altri e per le regole risulta ormai un optional, dove il trasgressore o l’evasore viene considerato un furbo da emulare e non un delinquente da denunciare.

Cittadinanzattivamodica intende lanciare un segnale perché da parte di tutti si contribuisca a modificare questo stato di cose, ricordando anche che, se le cose vanno male, non è solo colpa degli altri.

Da a parte di Cittadinanzattivamodica l’auspicio che l’invito a modificare la tendenza, ove condiviso, possa essere raccolto e sostenuto dalle varie testate giornalistiche e dai singoli cittadini, nei modi che ciascuno riterrà più idonei.

Conseguentemente con quanto sopra riportato, Cittadinanzattivamodica avvierà a breve una specifica Campagna contro la Maleducazione, aperta, come sempre, alla collaborazione di chiunque.

Il Coordinatore dell’Assemblea Territoriale
Dott. Salvatore Rustico



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martedì 17 novembre 2009

Stabilita la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, il pubblico sotto il 30% Acqua privatizzata, via alla fiducia


ROMA - Via libera alla privatizzazione dell'acqua. Il governo, per la 28esima volta, pone la fiducia sul decreto salva-infrazioni che contiene anche la riforma dei servizi pubblici locali, compresa l'acqua. E scatena l'ennesima bagarre con l'opposizione. A cui le motivazioni del ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito ("scelta per velocizzare i tempi") non bastano. Anche perché di tempo per l'esame della Camera ce n'era: il decreto, che l'esecutivo considera blindato, scade fra una settimana.

Tema del contendere è il cosidetto 'decreto Ronchi' che stabilisce la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, prevedendo tra le altre cose che la quota di capitale in mano pubblica scenda sotto il 30%, lasciando spazio ai privati. Il provvedimento rende di fatto obbligatorie le gare per l'affidamento dei servizi da parte degli enti locali e vieta, quindi, salvo per casi eccezionali, l'assegnazione diretta a società prevalentemente pubbliche e controllate in maniera stringente dall'ente locale affidatario. A partire dal 31 dicembre 2010 quindi, le concessioni frutto di una assegnazione diretta cessano.

La liberalizzazione, inoltre, riguarda tutti i servizi pubblici locali, escluso il gas, il trasporto ferroviario regionale e la gestione delle farmacie comunali. Prevedendo tempi 'piu' dilatati per quanto riguarda i rifiuti.

Durissima la reazione dell'opposizione. Angelo Bonelli dei Verdi lancia l'idea di un "referendum" per dire no all'acqua in mano ai privati. "Pochi grandi gruppi faranno affari d'oro a discapito dei cittadini che subiranno l'aumento delle tariffe dell'acqua" spiega Marina Sereni del Pd. Per Massimo Donadi dell'Idv quella attuale è una maggioranza "appecoronata felice di non lavorare per un giorno". Mentre Michele Vietti (Udc) ricorda come il testo sia stato per troppo all'esame del Senato. Una circostanza condivisa anche da Simone Baldelli del Pdl, secondo cui "servono regole certe sui tempi certi per l'esame dei provvedimenti". Ma anche la lega non nasconde le perplessità. "Voteremo la fiducia - dice il vicepresidente dei
deputati del Carroccio, Marco Reguzzoni - ma avremmo voluto migliorare il testo per farlo corrispondere con la sua posizione storica a favore dell'acqua pubblica". Ora il Carroccio preannuncia la presentazione di un ordine del giorno al decreto, e non esclude la presentazione di modifiche già in finanziaria.

Il voto di fiducia ci sarà domani alle ore 15, mentre quello finale è previsto per le ore 13 di giovedì, dopo le dichiarazioni di voto in diretta tv.

Fonte: La Repubblica



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Programma Attinkitè


C'era una svolta... laboratori di costruzione di libri in materiali riciclati, per bambini (dai 4 ai 10 anni) a cura della Ass. Biribilie.
Il corso si svolgerà nei giorni di mercoledì: 25 Novembre, 9 e 16 Dicembre, presso il circolo Attinkitè (dietro i locali della Mondadori.)

Costo: un laboratorio 10 €, tutti : 30 €
Per Info e Iscrizione telefonare a:
Mondadori (0932-945363) o Sara (0932 - 752321)

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Respira...té incontri di rilassamento, respirazione, conoscenza interiore con Alberto Morillo.
Il corso si svolgerà nei giorni di giovedì: 19 Novembre, 5 e 12 Dicembre presso il circolo Attinkité.

Costo: 5 € x incontro, tutti e 4: 15 €.
Iscrivetevi presto!

Per Info e Iscrizione telefonare a:
Sara (0932 - 752321)

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Il Gotha di Cosa Nostra - presentazione del libro a cura di Piergiorgio Morosini, giudice delle indagini preliminari presso il tribunale di Palermo e
della Dott.ssa Lucia Lotti, Procuratore di Gela.

La presentazione avverrà giorno 26 Novembre alle ore 18.30 presso il Palazzo della Cultura.

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Educare per una cittadinanza globale: COSTRUIRE UN MONDO GIUSTO A PARTIRE DALLA SCUOLA - presentazione del libro e del progetto "Connectando mundos" a cura di Areta Sobjerai formatrice del centro Ucodep di Arezzo.

La presentazione avverrà giorno 7 Dicembre alle ore 18.30 presso il circolo Attinkité.

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Portare i bambini con la fascia: LE ASPETTATIVE DI BAMBINI/E APPENA NATI E LA SCELTA DI MODI CURA - condurrà l'incontro l'antropologa Tiziana Cicero.

L'incontro avverrà giorno 14 Dicembre alle ore 18.30 presso il circolo Attinkité.



In allegato trovate le locandine degli ultimi 3 appuntamenti.
Accorrete numerosi!


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Associazione Attinkitè
sede legale: Via Occhipinti, 47
sede circolo: via Albanese, 80
97015 Modica (RG)
P.I.: 01430200889
Tel 0932752321
Cell. 3200812740
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sabato 14 novembre 2009

Catania spera, Experia resiste.

Video dell'assemblea


Ieri sera, 13 Novembre 2009, alla presenza di un presidio di circa mille persone la porta del CPO Experia è stata riaperta.
La notizia giunge a conclusione di due settimane di intense attività a sostegno del Centro Popolare che hanno visto partecipare, uniti e solidali, gli abitanti del quartiere Antico Corso, numerose associazioni e rappresentanze del mondo politico e sindacale, della scuola e dell’università.


La Città attiva ha, dunque, chiesto a gran voce la riapertura del “portone rosso” per assicurare continuità ai 17 anni di presenza nel quartiere Antico Corso, per difendere l’opportunità di tutti di costruire i propri percorsi di militanza attiva, per rilanciare la centralità politica della questione degli spazi sociali nel dibattito cittadino.

Le forze dell’ordine, invece, si ostinano a voler richiudere il CPO Experia: questa mattina, 14 Novembre 2009, la Procura della Repubblica ha nuovamente apposto i sigilli all’entrata del Centro Popolare.

Gli occupanti e tutti i sostenitori che credono nell’alto valore sociale e politico dell’esperienza Experia hanno indetto una grande mobilitazione cittadina per questo pomeriggio alle 16.00 davanti al n. 782 di via Plebiscito, davanti al CPO Experia.

Il Comitato per la difesa del CPO Experia invita tutta la città a sostenere la battaglia per l’apertura del Centro Popolare: Catania spera se Experia (R)esiste.





Catania, 14 novembre 2009

Comitato per la difesa del Centro Popolare Experia




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17 novembre - Giornata Internazionale degli Studenti




Riceviamo e pubblichiamo

Ragusa, 14 novembre 2009

In vista della giornata di iniziative culturali e formative e di mobilitazione lanciata dall'Unione degli Studenti, maggiore sindacato studentesco italiano, i rappresentanti degli istituti superiori di Ragusa comunicano la loro adesione attraverso eventi locali per giorno 17 novembre, Giornata internazionale degli studenti dal 2004




Durante la mattinata, in varie scuole si svolgeranno assemblee studentesche plenarie, liberi dibattiti sul ruolo sociale degli studenti e sull'importanza della formazione, varie videoproiezioni sull'argomento.

Nel pomeriggio, per ridabire ancora con forza il dissenso degli studenti e del resto del mondo della scuola contro i provvedimenti governativi già da un anno in atto e i cui disastrosi effetti si fanno sempre più evidenti, un corteo si muoverà nel centro città partendo da Piazza Libertà alle 15.00; conclusosi il corteo, in Piazza S. Giovanni, si terranno pubblici dibattiti.
Ognuno, studente o meno, sarà libero di intervenire nel corso del dibattito.

La scelta della data non è casuale: la storia ha voluto che il 17 novembre si configurasse in diversi anni come importante momento di espressione della componente sociale studentesca.
È in questa data che vogliamo assegnare e riconoscere il giusto valore alle cose, a ciò per cui si è combattuto, a ciò che alla
fine si è ottenuto a costo di tempo, fatiche, sacrifici, a costo della vita stessa.
Il 17 novembre 1939 studenti cecoslovacchi furono massacrati dal regime nazista, il 17 novembre 1973 la rivolta studentesca greca fu repressa dal regime fascista dei colonnelli, il 17 Novembre 1989 in Cecoslovacchia una pacifica dimostrazione di studenti diede inizio alla Rivoluzione di Velluto.



Non è un semplice elenco di cronaca, non è un sunto di storia contemporanea, è la testimonianza di quanto si sia dovuto soffrire e dare per conquistare la libertà, quella che oggi ci dobbiamo sentire in dovere di rivendicare.


I rappresentanti degli studenti di Ragusa





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Acqua libera

Video divertente su una questione non molto divertente






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Beni confiscati alle mafie: don Ciotti "L'emendamento della Finanziaria votato oggi al Senato tradisce lo spirito della legge sui beni confiscati"


«Con l'emendamento votato oggi al Senato che consente la vendita dei beni immobili confiscati alle mafie, viene di fatto tradito l'impegno assunto con il milione di cittadini che nel 1996 firmarono la proposta per la legge sull'uso sociale dei beni confiscati alla mafia e la loro restituzione alla collettività.

Il divieto di vendere questi beni è un principio che non può e non deve, salvo eccezioni, essere messo in discussione. Se l'obbiettivo è quello di recuperare risorse finanziarie strumenti già ce ne sono, a partire dal "Fondo unico giustizia" alimentato con i soldi "liquidi" sottratti alle attività criminali, di cui una parte deve essere destinata prioritariamente ai famigliari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia.
Ma è un tragico errore vendere i beni correndo di fatto il rischio di restituirli alle organizzazioni criminali, capaci di mettere in campo ingegnosi sistemi di intermediari e prestanome e già pronte per riacquistarli, come ci risulta da molteplici segnali arrivati dai territori più esposti all'influenza dei clan.
Facciamo un appello a tutte le forze politiche perché questo emendamento, che rischia di tradursi in un ulteriore "regalo" alle mafie, venga abolito nel passaggio alla Camera».


Luigi Ciotti
Presidente di Libera


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giovedì 12 novembre 2009

No alla privatizzazione dell’acqua – Ordine del giorno del consigliere Cerruto votato all’unanimità dal consiglio comunale di Modica


Di seguito l’odg proposto da Nino Cerruto e votato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Modica nella seduta del 11/11/2009 con l’astensione dei consiglieri Aprile, Colombo, Migliore, Cannata.

Si auspica ora che i parlamentari locali pongano in essere tutte quelle iniziative istituzionali tese a rappresentare in Parlamento le istanze provenienti dal territorio.

Il Consiglio Comunale è stato rinviato a martedì 17 Novembre alle ore 20.

Consiglieri assenti: Scarso, Cabibbo, Di Mauro, Carpenzano

Nino Cerruto

Al Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri

Al Presidente del Senato della Repubblica

Al Presidente della Camera dei Deputati

Ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera e del Senato

Alla Deputazione Nazionale Iblea

Al Presidente del Consiglio Comunale di Modica
p.c. Al Sig. Sindaco del Comune di Modica
Ai Sigg. Capigruppo Consiliari
Agli Organi di Informazione

Oggetto: Gestione del Servizio Idrico Integrato. Proposta urgente di Ordine del Giorno.
Nino Cerruto

Nino Cerruto

Tenuto presente che in data 26 Febbraio 2007 la Conferenza dei Sindaci e del Presidente della Provincia di Ragusa ha disposto l’avvio del procedimento di annullamento della procedura di gara per la selezione del soggetto imprenditore socio privato di minoranza per la costituenda società mista affidataria in concessione del servizio idrico integrato (S.I.I.);

Constatato che in data 19 Luglio 2007 questo Consiglio Comunale, con atto n. 58, ha deliberato all’unanimità la presa d’atto della sussistenza delle ragioni e presupposti per l’annullamento del procedimento di gara di selezione di un soggetto imprenditore privato di minoranza per la costituenda società mista affidataria in concessione del servizio idrico integrato ed autorizzato il Sindaco ad adottare gli atti e comportamenti consequenziali nell’ambito della Conferenza dei Sindaci e del Presidente della Provincia di Ragusa ;

Rilevato che in data 2 Ottobre 2007 la Conferenza dei Sindaci e del Presidente della Provincia di Ragusa ha disposto l’ annullamento della procedura di gara per la selezione del soggetto imprenditore socio privato di minoranza per la costituenda società mista affidataria in concessione del servizio idrico integrato e dell’esecuzione dei lavori ricompresi nel Piano d’Ambito Territoriale (POT) dell’Ato Idrico Ragusa ed adottata quale forma di gestione del servizio in oggetto quella del consorzio di cui all’art. 31, comma 8, del testo unico di cui al decreto legislativo 267/00;

Preso atto che con l’articolo 23 bis del decreto 112/2008, convertito dalla legge 133/2008, il S.I.I veniva assimilato a servizio pubblico locale con rilevanza economica, e quindi soggetto all’applicazione della disciplina comunitaria e con l’obiettivo di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale;

Visto che il Senato, il 04 Novembre u.s., ha approvato, a maggioranza, l’Art.15 del DL 135/09 che prevede obbligatoriamente, a partire dal 2011, la gestione di fatto privatizzata del S.I.I..;

Tenuto conto che Il decreto 135/09 approderà alla Camera dei Deputati a partire da martedì 10 Novembre (in Commissione Affari Costituzionali) e verrà discusso dall’aula lunedì 16 Novembre.

Invita

il Sindaco, l’Amministrazione Comunale, unitamente al Presidente del Consiglio Comunale ed ai Capigruppo consiliari, ad avviare le opportune iniziative nei confronti delle autorità in indirizzo per chiedere l’esclusione del servizio idrico dai servizi pubblici locali di rilevanza economica riconoscendo l’autonomia di scelta dei modelli di affidamento da parte degli ATO ed Enti locali

Modica, 10/11/2009

Nino Cerruto

Consigliere Comunale
Una nuova prospettiva

Fonte: www.unanuovaprospettiva.it


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martedì 10 novembre 2009

Il denaro pesa più dell'acqua


di Alex Zanotelli

E’ stato uno shock per me sentire che il Senato , il 4 novembre scorso, ha sancito la privatizzazione dell’acqua.
Il voto in Senato è la conclusione di un iter parlamentare che dura da due anni. Infatti il governo Berlusconi, con l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società , mediante il rinvio a gara , entro il 31 dicembre 2010.
Quella Legge è stata approvata il 6 agosto 2008, mentre l’Italia era in vacanza. Un anno dopo, precisamente il 9 settembre 2009, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge (l’accordo Fitto- Calderoli), il cui articolo 15, modificando l’articolo 23 bis, muove passi ancora più decisivi verso la privatizzazione dei servizi idrici, prevedendo:
a) L’affidamento della gestione dei servizi idrici a favore di imprenditori o di società, anche a partecipazione mista (pubblico-privata) , con capitale privato non inferiore al 40%;
b) Cessazione degli affidamenti ‘in house’ a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni alla data del 31 dicembre 2011.
Questo decreto è passato in Senato per essere trasformato in legge. Il PD , che è sempre stato piuttosto favorevole alla privatizzazione dell’acqua, ha proposto nella persona del senatore Bubbico, un emendamento-compromesso:l’acqua potrebbe essere gestita dai privati, ma la proprietà resterebbe pubblica. Questa proposta , fatta solo per salvarsi la faccia , passa con un voto bipartisan! Ma la maggioranza vota per la privatizzazione dell’acqua. L’opposizione (PD e IDV), vota contro il decreto-legge.
E così il Senato vota la privatizzazione dell’acqua, bene supremo oggi insieme all’aria! E’ la capitolazione del potere politico ai potentati economico-finanziari. La politica è finita!E’ il trionfo del Mercato, del profitto. E’ la fine della democrazia.
”Se la Camera dei Deputati- ha detto correttamente il Forum dei movimenti dell’acqua –non ribalterà il misfatto del Senato, si sarà celebrata la delegittimazione delle Istituzioni.”
Per questo dobbiamo denunciare con forza:
- il governo Berlusconi che , con questo voto al Senato, ora privatizza tutti i rubinetti d’Italia. “Questo decreto segna un passaggio cruciale per la cultura civile del nostro paese e per la sua Costituzione- scrivono Molinari e Lembo del Contratto Mondiale dell’Acqua. I Comuni e le Regioni vengono espropriati da funzioni proprie con un vero attentato alla democrazia.”
-il partito di opposizione , il PD, che continua a nicchiare sulla privatizzazione dell’acqua (sappiamo che il nuovo segretario Bersani è stato sempre a favore della privatizzazione).
- ed infine tutta l’opposizione, per non aver portato un problema così grave all’attenzione dell’opinione pubblica.
Per questo rivolgiamo un appello a tutti i partiti perché ritirino questo decreto o tolgano l’acqua dal decreto.
E questo devono farlo adesso che il decreto legge passa alla discussione nella Camera dei Deputati. Si parla che il decreto potrebbe essere votato il 16 novembre.
E ai partiti di opposizione chiediamo che dichiarino ufficialmente la loro posizione tramite il loro segretario nazionale e diano mandato al partito di mobilitarsi su tutto il territorio nazionale.
E chiediamo altresì , ai partiti di opposizione di riportare in aula la Legge di iniziativa popolare che ha ottenuto nel 2007 400.000 firme ed ora dorme nella Commissione Ambiente della Camera.
Chiediamo alle Regioni di:
-impugnare la costituzionalità dell’articolo 15 del decreto Fitto-Calderoli;
-varare leggi regionali sulla gestione pubblica del servizio idrico.
Chiediamo ai Comuni di:
-Indire Consigli Comunali monotematici sull’acqua;
-dichiarare l’acqua bene di non rilevanza economica;
-fare la scelta dell’Azienda Pubblica speciale per la gestione delle proprie acque. Questa opzione ,a detta di molti avvocati e giuristi, è possibile anche con l’attuale legislazione . Si tratta praticamente di ritornare alle vecchie municipalizzate.
Chiediamo ai sindacati di :
-pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua tramite i propri segretari nazionali;
-mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione dell’acqua.
Chiediamo infine alla Conferenza Episcopale Italiana(CEI) di :
-proclamare l’acqua un diritto fondamentale umano , come ha fatto il Papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate dove parla “dell’accesso all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni”(n.27);
-protestare , in nome della vita, come afferma il Papa nell’enciclica,contro la legge che privatizza l’acqua;
-chiedere alle comunità parrocchiali di organizzarsi sia per informarsi sia per fare pressione a tutti i livelli, perché l’acqua non diventi merce.
Infatti l’acqua è sacra, l’acqua è vita, l’acqua è un diritto fondamentale umano. Questo bisogna ripeterlo ancora di più, in un momento così grave in cui con il surriscaldamento del pianeta, rischiamo di perdere i ghiacciai e i nevai, e quindi buona parte delle nostre fonti idriche. E lo ripetiamo con forza alla vigilia della conferenza internazionale di Copenhagen, dove l’acqua deve essere discussa come argomento fondamentale legato al clima. Per questo chiediamo a tutti, al di là di fedi o di ideologie perché ‘sorella acqua’ , fonte della vita, venga riconosciuta da tutti come diritto fondamentale umano e non sottoposta alla legge del mercato.
Si tratta di vita o di morte per le classi deboli dei paesi ricchi , ma soprattutto per i poveri del Sud del mondo che la pagheranno con milioni di morti per sete.

Alex Zanotelli



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lunedì 9 novembre 2009

Omissione di soccorso come politica di contrasto all’immigrazione clandestina


Palermo 9.11.2009 - Nel giorno della visita del ministro Maroni in Libia ancora un episodio di omissione di soccorso nelle acque del Canale di Sicilia. Come riferisce l’agenzia APCOM “due barconi con un centinaio di migranti a bordo hanno lanciato la notte scorsa un sos mentre si trovavano nel Canale di Sicilia. I barconi, secondo quanto riferisce il portavoce delle Forze armate maltesi, il maggiore Ivan Consiglio, sono ancora in acque di competenza libica e non risultano essere entrati ancora in quelle di competenza dell’autorità dell’Isola dei Cavalieri. Le autorità italiane sono state allertate e monitorano la situazione”.
Secondo il GR 1 di oggi, lunedì mattina, le autorità italiane non stanno
intervenendo perché le imbarcazioni si troverebbero in acque di competenza
maltese, anche se le Convenzioni internazionali imporrebbero comunque a
qualunque stato rivierasco ne abbia notizia un intervento immediato per salvare
vite umane in pericolo. Probabilmente le autorità italiane stanno “monitorando”
la situazione per consentire alle motovedette regalate ai libici di raggiungere
prima i barconi carichi di migranti. Infatti, sia i maltesi che il governo
italiano sono in attesa che le motovedette libiche riescano a bloccare la
navigazione delle imbarcazioni cariche di migranti e li riconducano verso i
porti di partenza.
Per raggiungere questo risultato, magari proprio nel giorno
della visita di Maroni in Libia, le autorità politiche e militari coinvolte in
questa vicenda si stanno macchiando di un reato gravissimo, a terra, ed ancora
di più a mare: l’omissione di soccorso. Le condizioni del mare stanno infatti
peggiorando ed è fondato ritenere che con il passare delle ore, nella stagione
fredda e con il mare in burrasca, queste scelte politiche e militari
produrranno altra morte. Esattamente come si è verificato ad agosto nel caso
del gommone carico di eritrei abbandonato per giorni in mare al punto di
negarne l’esistenza , ed ancora poche settimane fa con il peschereccio carico
di somali e di eritrei che alla fine è stato fatto entrare nelle acque
italiane, con un morto a bordo e numerose altre persone in fin di vita.

Appare
evidente come ormai le autorità italiane e maltesi non si “sporchino” più le
mani con i respingimenti collettivi, per i quali sono aperti procedimenti
penali davanti ai tribunali italiani ed procedimenti dinnanzi alla Corte
Europea dei diritti dell’Uomo, ma preferiscano delegare al mare, o ai libici,
il compito di arrestare la fuga dei migranti verso l’Europa. Anche nel caso
dell’eventuale riconduzione in un porto libico la sorte di queste persone
appare segnata, perché, come si è verificato negli ultimi tempi in casi
analoghi, si tratterà di migranti che non appena sbarcati in Libia saranno
rinchiusi per mesi nei centri di detenzione ancora vittime di abusi di ogni
genere. Abusi la cui responsabilità incombe direttamente su quei governi
europei che hanno concluso accordi con la Libia, ed adesso anche sulla
Commissione Europea e sul Consiglio dell’Unione Europeo che vorrebbero
intensificare i rapporti di collaborazione tra l’agenzia per il controllo delle
frontiere esterne (FRONTEX) ed il governo libico.

L’Asgi, sezione siciliana,
auspica che i parlamentari europei sappiano bloccare questa politica di
collaborazione dell’Unione Europea con i regimi dittatoriali dei paesi della
sponda sud del mediterraneo, una politica che per contrastare l’immigrazione
irregolare cancella i diritti fondamentali della persona umana, a partire dal
diritto di asilo. Una politica che agevola oggettivamente le mafie che a parole
tutti dichiarano di combattere. Attendiamo anche che finalmente la magistratura
italiana e la Corte Europea dei diritti dell’uomo condannino le pratiche
congiunte dell’omissione di soccorso e dei respingimenti collettivi.

L’Asgi
siciliana lancia un appello a tutte le associazioni antirazziste ad una
mobilitazione immediata per fare conoscere la disumanità di queste nuove prassi
di cooperazione di polizia tra l’Italia, la Libia e Malta, una cooperazione che
passa attraverso la sistematica omissione di soccorso nei confronti dei
naufraghi che avrebbero diritto di essere condotti verso un porto sicuro, e che
invece vengono abbandonati in mare, magari per essere riconsegnati ai loro
aguzzini libici. Ancora una volta, sempre di più, il silenzio costituisce una
forma gravissima di complicità con gli abusi e con le violazioni reiterate del
diritto internazionale del mare e del diritto di asilo. Per questo chiunque
tace oggi su quanto sta accadendo nelle acque del Canale di Sicilia, sarà
responsabile della sorte di quei disperati che in queste ore sono abbandonati
nel mare in burrasca.
Fulvio Vassallo Paleologo – Asgi sezione Sicilia


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