giovedì 30 aprile 2009

Fuochi e bombe sulle parole del vescovo


Comitato per i Diritti del Cittadino
Il nostro intervento non è teso a creare alcuna divisione all’interno della comunità ecclesiale diocesana, bensì a far riflettere i parroci in primis e anche i fedeli e non, su quanto accaduto a Modica in occasione dei festeggiamenti in onore di San Giorgio. Prima di tutto vogliamo esprimere la nostra piena condivisione al pensiero del neo vescovo della Diocesi di Noto, mons. Antonio Staglianò,
il quale una settimana fa si era espresso chiaramente in merito all’utilizzo dei fondi parrocchiali per i fuochi d’artificio, considerando tale utilizzo uno spreco e dicendo che era ora di dire basta e dare invece una mano concreta a chi soffre. Con tutto rispetto per chi l’ha preceduto, finalmente un vescovo che ha avuto il coraggio, almeno fino ad ora a parole, di denunciare pubblicamente l’uso improprio delle offerte raccolte nelle parrocchie e di indicare chiaramente la strada da seguire. Vogliamo rimarcare che sarebbe stato decisamente più nobile, destinare i fondi spesi per le bombe e i fuochi d’artificio alle popolazioni terremotate dell’Abruzzo, o a chi vive di stenti, perché a causa della crisi economica in atto ha perso il lavoro, piuttosto che “sparare” in aria decine di migliaia di euro; un vero arsenale (come testimonia la foto) quello preparato e fatto esplodere dalla collina dell’Idria. Con ciò non stiamo dicendo che bisogna abolire le tradizioni come quelle delle feste patronali, tutt’altro, ma qualcuno, ed in primis il parroco di San Giorgio, ci spieghi a cosa servono i fuochi d’artificio soprattutto in un momento come questo. Ma se non lo dà la Chiesa il buon esempio, allora chi lo deve dare? Persino la Caritas della Somalia ha raccolto e inviato ai terremotati abruzzesi la somma di mille euro. Questa vicenda occorsa al nostro caro vescovo ci assomiglia molto a quella di un tale chiamato Gesù, il quale una settimana prima viene applaudito, come successo a mons. Staglianò presso la Comunità del Santissimo Salvatore, e una settimana dopo viene rinnegato, come successo in occasione dei festeggiamenti in onore di San Giorgio, dove i fuochi d’artificio hanno prevalso sul buon senso e sulle parole del vescovo, la più alta guida della Diocesi. Amareggiati di quanto accaduto ma forti del fatto che la Diocesi ha una guida autorevole e coraggiosa, invitiamo il nostro vescovo a proseguire sulla strada intrapresa, dando delle indicazioni precise e scritte ai parroci di tutta la Diocesi in merito all’uso del denaro raccolto con le offerte, con l’obbligo di mettere a conoscenza i fedeli dei bilanci parrocchiali, tutto al fine di una maggiore trasparenza, carità e giustizia sociale ad iniziare dai luoghi dove, per eccellenza, si predica il vangelo.

(Il presidente) Marcello Medica




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