martedì 9 marzo 2010

Ormai www.ilclandestino.org


Da oggi ci troverete sul sito: www.ilclandestino.org. Cercheremo di migliorarci anche on line. Vi aspettiamo!




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mercoledì 3 marzo 2010

E' uscito il nuovo numero de "Il Clandestino". SPECIALE 1°ANNO


Il dodicesimo numero quello de "Il Clandestino" che è appena uscito! Nuova veste grafica e in occasione del 1° compleanno, prima e ultima pagina a colori. Ecco dove trovare "Il Clandestino" MODICA
Edicolè, Via Sacro Cuore
Athena, Piazza Libertà
Libreria Mondadori, C.so Umberto I
Caffè Letterario Hemingway, C.so Umberto I
Bar Fucsia, S.s. 115
Caffè Adamo, Via Marchesa Tedeschi
Edicola Piazza Monumento
Edicola Aurnia, C.so Umberto I
Camera del Lavoro, Via Nazionale
Uomo Club, C.so Principessa Maria del Belgio
Barycentro, C.so Umberto I
Istituto Pedagogico Musicale “G. Verga”, C.so Umberto I
N’ti Viciè Pub, Piazza Gianforma (Frigintini)
Liceo Scientifico “G. Galieli”
Edicola, quartiere Dente
Dolceria Elisir, Via Sacro Cuore
Dolceria Scivoletto, Via Nazionale
Bronze, Piazza Matteotti
Sound Check Music, Via Nazionale
Università: scienze dell'amministrazione e del governo
Edicola Piazza S. Teresa
Edicola C.so Umberto, sotto Liceo Classico
Edicola Profetto, a lato Banca Agricola Popolare di Ragusa
Edicola Via Nazionale, dopo distributore Agip

POZZALLO
Edicolè

VITTORIA
Bottegotto Solidale, via R.Settimo angolo via Cavour
Camera del Lavoro-Cgil, via Bixio 60.

RAGUSA
Edicola, via Roma
A Putia Siculamente, Via Carducci
Libreria Saltatempo, via G.B. Odierna n.182
Bottega Solidale, via Roma

NOTO
Edicola Giacchino Corso Vittorio Emanuele 97
Pasticceria Costanzo Via Silvio Spaventa, 7/9


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sabato 27 febbraio 2010

COMUNICATO STAMPA


Mercoledì 24 febbraio 2010, presso l’ufficio del Sindaco Buscema di Modica, si è finalmente riunito il Gruppo Tecnico di Valutazione (G.T.V) ad un anno esatto dall’approvazione del Regolamento per l’installazione di impianti di radiocomunicazione del Comune di Modica e a sette anni dall’approvazione del piano di posizionamento dei ripetitori di telefonia mobile predisposto dalla POLAB. Alla presenza del Sindaco, hanno partecipato al GTV il nuovo dirigente Ing. Paolino e l’assessore Ing. Scifo responsabili dell’urbanistica e dello sportello unico ,il rappresentante dell’ARPA ,i rappresentanti dei Comitati cittadini e i rappresentanti di Legambiente e del Movimento Diritti dei Cittadini. Nei numerosi interventi si è evidenziata innanzitutto l’assoluta necessità di attuare il Regolamento predisponendo nel più breve tempo possibile:
- il Catasto degli Impianti per telecomunicazioni;
- la consultazione dei Gestori interessati, per acquisire i loro piani di sviluppo della rete di
telefonia mobile;
- il conseguente aggiornamento del piano Polab;
- una serie di monitoraggi delle zone ad alto impatto elettromagnetico.
Il Dott. La Cognata dell’ARPA si è prontamente reso disponibile per dare al Comune il suo supporto tecnico. Il Comune, rappresentato dal Dirigente e dall’Assessore del SUAP, si è impegnato a fare tutti quegli atti consequenziali per l’attuazione del regolamento e a designare un tecnico esperto che si possa occupare del settore. Il pesante ritardo accumulato, dall’approvazione del regolamento ad oggi, secondo l’Ass. Scifo e il dirigente Paolino sono da imputare alle difficoltà dell’Uff. Tecnico ad individuare un tecnico che possa seguire l’argomento. Si vuole ribadire, che tutto ciò nasce dalla sensibilità delle Associazioni e dei Comitati che collaborano con l’Amministrazione al fine di minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici e per salvaguardarla da eventuali patologie sintomatiche delle radiazioni come riportato nel Progetto Radiazione dei Campi Elettromagnetici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ( quali ad esempio, disturbi del sonno, confusione, palpitazioni cardiache, mal di testa, nausea, crampi, pressione sanguigna alta e malessere generale, ecc,).

Modica, 24 Febbraio 2010

Firme
Movimento Difesa del Cittadino: Roberta Puccia
Comitati cittadini: Piero Paolino
Legambiente Modica: Turi Denaro

I partecipanti al GTV:

Sindaco Antonello Buscema
Ufficio Tecnico Comunale: Ing. Scifo
S.U.A.P.: Ing. Paolino – Sig.ra Carmela D’arbes
A.R.P.A.: Dott. La Cognata
Movimento Difesa del Cittadino: Roberta Puccia
Comitato cittadino : Piero Paolino
Comitato cittadino: Viola
Legambiente Modica: Turi Denaro



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venerdì 26 febbraio 2010

Il Festival dei “Talent Show”


E’ appena andata in archivio la 60^ edizione del Festival di Sanremo, ovvero della “canzone italiana”, con la vittoria di Valerio Scanu che ha cantato “Per tutte le volte che”. Forse, a questo punto, sarebbe più giusto parlare di Festival dei “Talent Show”, perché così è stato. Come lo scorso anno, infatti, abbiamo visto tanti giovani in gara, reduci da programmi Tv alla stregua di “Amici”, “X Factor”, ecc…Sono stati loro i protagonisti della kermesse canora che hanno favorito anche il televoto. Mi chiedo e si chiedono in molti: “Ma oggi, dov’è andata a finire la canzone melodica, orecchiabile, seppur retorica e tradizionale, ma pur sempre italiana? La canzone dei veterani che hanno fatto grande la storia della musica italiana, da Modugno a Villa, da Morandi a Cocciante?”. Invece, anche questa volta, purtroppo, si è puntato sugli ospiti per raggiungere l’odiens delle passate edizioni; non a caso, altissimo è stato l’odiens nella serata di venerdì, raggiungendo il picco degli ascolti durante l’esibizione della pop-star Jennifer Lopez. Accantonata questa edizione, in ogni modo, si pensa già alla prossima, a come bissare il successo in termini di ascolti e a chi dovrà andare al timone. A noi non resta che sperare che, insieme alla “vera canzone”, ritornino pure le magiche scale a far da cornice allo storico teatro Ariston.

Claudia Medica



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domenica 21 febbraio 2010

La singolare storia di un quotidiano introvabile nelle edicole


Pubblichiamo questo articolo di Antonio Di Raimondo apparso sul corrierediragusa.it sul Clandestino dei Minardo. Buona lettura!


MODICA - 20/02/2010

Al giornale, riconducibile ad una società vicina ad un noto petroliere modicano, sarebbero andati circa 2 milioni di euro, soldi dei contribuenti, che non possono neanche comprarlo in edicola!


Quando un giornale, pur vendendo poco o nulla e risultando addirittura introvabile in edicola, perché non ci arriva affatto, gode di contributi pubblici in maniera a dir poco discutibile. E’ la singolare storia del «quotidiano» (quando esce) «Il Clandestino», nato appnea tre mesi fa, il 24 novembre 2009. «Italiani brava gente», verrebbe da affermare con un sorriso amaro, perché ad andarci di mezzo, anche in questo caso, sono i contribuenti.

«Il Clandestino» vivrebbe, difatti, con i contributi pubblici, piuttosto sostanziosi, di almeno due milioni di euro, che sarebbero potuti essere destinati a ben più meritevoli cause. Ma si sa, quando c’è da spartire denaro pubblico, i partiti trovano sempre un accordo vantaggioso per tutti. Con il decreto «Milleproroghe», difatti, sono stati salvati i fondi pubblici da destinare ai giornali. E così, il neonato «Il Clandestino» è stato salvato da morte (editoriale) certa, grazie anche all’acquisizione, da parte dell’editore, della cooperativa «Campanile nuovo» di Mastella.

Ma non tutto risulta essere chiaro. Per avere diritto ai fondi pubblici, il giornale avrebbe dovuto continuare ad appartenere ad una cooperativa. Invece pare proprio che i giornalisti non ne facciano affatto parte, di questa «cooperativa», e che il giornale continui ad essere edito da «Datamedia», una società vicina alla famiglia di un noto petroliere modicano.

Ma soprattutto, com’è possibile finanziare un giornale che stampa poche centinaia di copie, quasi tutte destinate solo a fini promozionali? Giova difatti da ribadire che il giornale non si trova in edicola non perché vada esaurito in poche ore, quanto piuttosto perché nelle edicole, questo «Il Clandestino», non ci arriva affatto, non essendo distribuito in maniera adeguata e non stampando un numero di copie sufficiente. Eppure questo «Il Clandestino», che nel frattempo ha cambiato due direttori in tre mesi, tra cui Pierluigi Diaco (già volto giornalistico di Sky Tg 24 e della televisione satellitare di Rtl 102.5) continua ad essere finanziato con i soldi dei contribuenti.

«Il Clandestino», progetto editoriale del sondaggista Luigi Crespi (quello del contratto di Silvio Berlusconi con gli italiani), nasce da una costola del sito internet «Il Clandestino web», quando lo stesso Crespi decide di fare il salto dalla rete al cartaceo, promettendo non solo opinioni, ma notizie vere a colpi di sondaggi. Dal pomposo lancio dello scorso 24 novembre a colpi di spot, e non solo, sulle reti televisive del petroliere modicano, più nulla. Il giornale cartaceo risulta «Clandestino» di nome e di fatto, nonostante i lauti finanziamenti pubblici. Questa è l’Italia. L’Italia delle mille verità e dei politici dalle troppe facce, di pirandelliana memoria. «Italiani brava gente».




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mercoledì 17 febbraio 2010

L'Anarchia spiegata a mia figlia




Presentazione Sabato 20 febbraio 2010 - Ore 18,30 alla
Società dei libertari di Ragusa, via G. B. Odierna, 212.

Nel corso di un'ipotetica giornata, incalzato dalle domande
della figlia, un padre affronta con sincerità
intellettuale e innegabile passione politica i temi che da
sempre animano il dibattito e l'azione degli anarchici: i
presupposti di libertà e uguaglianza contrapposti a quelli
di autorità e dominio (dello stato, dela chiesa, del
capitale...), il principio di delega, la coerenza tra mezi e
fini, la lotta all'oppressione e allo sfruttamento, il
problema della violenza, la tensione alla giustizia sociale,
all'autogestione e al mutuo appoggio.

Nel solco della tradizione del pamphlet politico, un piccolo
testo "educazionista" utile ai neofiti - giovani o meno
giovani - e dedicato a tutti coloro i quali non si sono
ancora rassegnati all'idea che l'utopia è qualcosa di
irrealizzato, non di irrealizzabile.

Il libro è edito dalla BFS edizioni di Pisa e ha un costo
di 8 euro.

Gruppo anarchico di Ragusa



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lunedì 15 febbraio 2010

ROMA SENZA FISSA DIMORA


Venti giorni in mezzo alla strada armato di sacco a pelo e taccuino per raccontare le storie della città degli esclusi il nuovo libro di Gabriele Del Grande, il fondatore di Fortress Europe.
“Questo réportage è importante anzitutto perché restituisce identità, storie e corporeità a chi, pur non avendole perdute, è come se non le avesse più. Il libro di Del Grande dimostra che un giornalismo umano e del tutto privo di cinismo è possibile” (dalla prefazione di Stefano Trasatti)

“Il testo di Gabriele è un viaggio low cost, per tutti, si spera, io lo spero, viaggiare schiarisce gli occhi, lo disse Gibran, ci vuole doppia follia per metterlo in dubbio. E qui, della follia, non c’è un rigo solo. Quello che il mondo chiama follia, è un luogo d’animo dove se non ci infili il muso almeno una volta, rischi di rimanere solamente un terrestre a vita” (dalla postfazione di Maksim Cristan)

Pubblicato da Infinito edizioni con il contributo di Redattore Sociale

http://romasenzafissadimora.blogspot.com/

http://fortresseurope.blogspot.com/


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mercoledì 10 febbraio 2010

Siamo tutti colpevoli


Quello che è avvenuto oggi, l’inchiesta che ha posto in stato di arresto padre Carlo, Antonio, Aldo e alcuni migranti, è quanto di più assurdo e grottesco abbia mai visto nella mia vita. Non è questione di amicizia, né di garantismo, ma la portata delle accuse, le ricostruzioni fantasiose fatte in tv, le frasi del procuratore D’Agata contrastano con la certezza indissolubile di un’esistenza onesta, trasparente, votata generosamente agli altri. Un’accusa che non appare supportata da prove concrete, documentali, da passaggi di denaro certificati, chiari, ma da testimonianze e da qualche intercettazione che non ci dice nulla. Prostituzione? Accusa risibile che, se non fosse per il momento drammatico, susciterebbe più di una risata. Pensare al favoreggiamento della prostituzione a Bosco Minniti è diabolico e quantomeno ardito. Riduzione in schiavitù? In questa chiesa chiunque entra è padrone di casa, non ci sono capi e sottoposti, tutti insieme, italiani e stranieri, ci si siede sullo stesso tavolo, si vive insieme collaborando, ci si rispetta pienamente. Di cosa stiamo parlando? La magistratura farà il suo corso, ma mi auguro che non lo faccia con l’atteggiamento di chi vuole per forza condannare qualcuno. Le parole del procuratore D’Agata, rilasciate all’emittente catanese Telecolor, fanno rabbrividire. Il garantismo che egli ha usato per se stesso su accuse a cui nessuno di noi aveva creduto non vale quando ad essere sotto accusa sono gli altri?

Il suo sorriso, la sua certezza che si tratta di prove da cui è impossibile discolparsi, la sua convinzione che l’umanità di questa comunità e della sua guida fosse solo un paravento per loschi traffici, tutto ciò è inopportuno per chi dovrebbe usare la presunzione di innocenza come suo principio guida, ed è offensivo per tutti coloro che in quella parrocchia, ogni giorno, da anni costruiscono una società nuova, fatta di solidarietà, tolleranza, accoglienza vera, non legata a circuiti economici, ma ad uno spirito di fratellanza e di accompagnamento nei confronti di chi è rimasto indietro verso un futuro di inclusione.
Se padre Carlo, Antonio e Aldo sono colpevoli, allora lo siamo tutti.

Siamo colpevoli di amare l’altro come fosse nostro fratello.
Siamo colpevoli di non credere che in questa società se qualcuno fa del bene lo deve fare per forza per riceverne un tornaconto personale.
Siamo colpevoli di vivere in un tempo in cui la solidarietà è eversiva.
Siamo colpevoli di fare ciò che le istituzioni non fanno.
Siamo colpevoli di credere in una giustizia che invece di colpire chi sbaglia si ritorce contro chi la sostiene.
Siamo colpevoli di “stare sulle palle” a qualche ufficio della Questura che, qualche anno fa, con il vecchio questore, ci guardava con favore, apprezzando il fatto di essere punto di riferimento per molti migranti che altrimenti sarebbero condannati alla clandestinità e sparsi per il territorio nazionale come fantasmi senza nome.
Siamo colpevoli di non chiudere gli occhi e il cuore davanti a chi ha bisogno.
Siamo colpevoli di aver denunciato e segnalato quello che non ci sembrava giusto un’istituzione facesse.

Siamo colpevoli di non esser stati zitti, di aver protestato a muso duro contro l’arroganza, l’indifferenza, l’assenza delle istituzioni sul territorio e contro un clima nazionale che non ci piace e che abbiamo definito disumano, pericoloso.
Siamo colpevoli di non aver chiesto la carta d’identità morale a chi entra in una Chiesa per cercare riparo e accoglienza, in piena coerenza con lo spirito cristiano di cui in tanti, troppi in questo Paese si appropriano indebitamente, quando fa comodo, per poi oltraggiarlo nella vita di tutti i giorni, nelle proprie azioni e nel proprio lavoro.
Siamo colpevoli di solidarietà, di umanità, di esser soli contro un sistema più grande e forte di noi, capace di schiacciarci quando e come vuole.
Siamo colpevoli di non rassegnarci ad un’Italia che declina miseramente nella sua pochezza e arretratezza, nella sua ipocrisia e violenza.
Siamo colpevoli tutti, di tutto questo.

Allora che vengano ad arrestare tutti noi, con le accuse più assurde, mettendoci tutta la fantasia possibile per trovare il modo di colpirci. Ci costringano al silenzio, alla calunnia, all’esposizione al pubblico massacro, al dolore. Ma nessuno mai potrà darci quel colpo di grazia che incenerisce ogni cosa: la rassegnazione.
Mai come adesso abbiamo l’obbligo di compattarci e di dare un segnale forte, consapevoli che la parte giusta, in un Paese come il nostro, non può che essere minacciata e colpita.
Abbiamo fiducia nella magistratura, nonostante tutto, anche se siamo consapevoli che non abbiamo bisogno delle sentenze per conoscere l’innocenza di chi da sempre antepone l’aiuto agli altri alla propria stessa vita, senza ritorni economici, conducendo vite dure, fatte di lavoro e non di agi.
Per queste persone, per tutti coloro che ad esse somigliano, per le idee in cui crediamo allora sentiamo di dichiararci colpevoli, perché tra chi condivide questo destino di campo e questa idea di mondo, senza divise e poltrone dorate, non possono esserci distinzioni.

Profondamente indignato
Massimiliano Perna



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martedì 9 febbraio 2010

Laboratorio di fumetto e illustrazione da Attinkitè


Dal 26 febbraio ore 17.30 partirà ad Attinkité il laboratorio di fumetto e illustrazione "Storie di Segni" tenuto da Guglielmo Manenti, artista e illustratore modicano, organizzato da Libreria Mondadori e Associazione Attinkité.
Avrà la durata di 30 ore complessive e il costo di 70€. A termine del laboratorio le storie realizzate verranno pubblicate.
Per tutti coloro che amano il fumetto e l'illustrazione, che vorrebbero imparare qualche strumento tecnico, saperne di più su come nasce una striscia, mettersi alla prova o semplicemente divertirsi a creare storie illustrate, per appassionati di fumetti o illustratrici in erba, studenti o attempati cultori: è un momento per tutti voi!!


Per informazioni e iscrizioni scrivere a : associazioneattinkite@gmail.com o info@mondadori-modica.it o telefonare a: 360345329 o 0932-945363.






--
Associazione Attinkitè



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“Una battaglia di civiltà”


Lettera aperta di Antonio Giannone.


“Mi chiamo Antonio Giannone, ho 33 anni, e vivo a Modica in provincia di Ragusa. Una malattia rara, chiamata Atassia cerebellare di Friedrich, mi ha costretto 17 anni fa su di una carrozzina. L’Atassia di Friedrich provoca infatti la perdita progressiva della funzionalità muscolare degli arti inferiori nonché dell’equilibrio. Una realtà difficile con la quale ho dovuto fare i conti, accettarla, e trovare giorno dopo giorno appigli ed input nuovi per non perdermi d’animo.
È così che non mi sono scoraggiato dinanzi alla mia triste situazione e alle numerose difficoltà da affrontare, ho proseguito gli studi conseguendo il diploma di Ragioneria all’Istituto tecnico “Archimede” di Modica, con grande soddisfazione mia e della mia famiglia. Ho anche frequentato diversi corsi di computer ed ho conseguito la patente europea del computer (ECDL). Come dire che la vita continua nonostante la malattia e nonostante ci si ritrovi a fare i conti con tante difficoltà. Tra queste ho dovuto fare i conti con le barriere architettoniche e quelle mentali. Per le prime, a dire il vero non ho tante possibilità di muovermi da casa, perché ovviamente è difficoltoso spostarmi in carrozzina; per quelle mentali, invece, non bisogna confrontarsi soltanto con certi sguardi stupiti di persone che sembrano vivere fuori dal mondo, forse pensando erroneamente che disabili si nasca e non si ci diventi, ma soprattutto con i disservizi “offerti” da un sistema che non dà grosse opportunità a chi è disabile. Sono trascorsi, ad esempio, già 14 anni dal conseguimento del mio diploma, ho anche buone conoscenze informatiche e un sito web tutto mio (http://www.antoniogiannone.com) ma chi offre un lavoro ad un ragazzo disabile?

Vivo pertanto con la mia pensione (misera) di € 250 al mese, cui si aggiungono € 470 di accompagnamento. Vivo con i miei genitori che sono stati sempre al mio fianco ed uno dei miei fratelli, mentre un altro è sposato, ed uno, più grande di me di due anni, è morto nel gennaio 2006 della mia stessa malattia. Vivendo con i miei non posso lamentarmi molto, ma più passa il tempo più le cose si fanno difficili: mio padre ha 71 anni ed è pensionato, mia madre ne ha 63 ed è casalinga, quanto a lungo potranno occuparsi di me? Per loro è già “pesante” seguirmi tutto il giorno, in quanto, è bene ricordarlo, io non posso muovermi assolutamente in maniera autonoma dalla carrozzina. Ho bisogno di una persona qualificata che possa seguirmi sempre, aiutandomi nella mia vita quotidiana e durante la notte, ma nessuno è disposto a lavorare per € 470, ossia per la cifra destinatami per l’accompagnamento. E allora mi chiedo come fare. Il sistema mette a disposizione questa cifra, ma non è congrua per convincere una persona ad occuparsi di me. E chi dovrebbe impinguare questa somma? I miei che non ne hanno le possibilità? Il Comune ovviamente non mette nulla a disposizione e più si va avanti più la mia situazione mi preoccupa. Fino a quanto tempo - mi chiedo - mio padre potrà accudirmi? Non sono certo leggero e lui è anziano. Mia madre, poi, non ha la forza da sola di sollevarmi. Quanto a mio fratello, quello che vive con me, mi ha già dato tanto e non posso chiedergli ancora di dare tutto il frutto del suo lavoro a me per pagare un infermiere o qualcuno qualificato che si occupi di me, né posso pretendere che si chiuda alla vita per dedicarsi totalmente a suo fratello. Penso infatti che un giorno io non ci sarò più… ed è un pensiero triste… lasciare i tuoi cari… ma è un dato di fatto con cui ho già fatto i conti e l’ho accettato… per cui penso anche che se mio fratello dovesse dedicarsi totalmente a me, un giorno si guarderà indietro e non avrà costruito per sè niente nella sua vita.

Per questo chiedo un aiuto: o economico in modo che possa retribuire una persona che mi segua h 24, o direttamente l’assegnazione della stessa da parte dello Stato. La presenza di una persona qualificata per poche ore alla settimana non risolve il problema. Chiedo pertanto, nella speranza che qualcuno possa prendere a cuore la mia storia per aiutarmi, che le istituzioni preposte e le associazioni che si occupano di disabilità combattano al mio fianco questa battaglia di civiltà e di sensibilizzazione. Non si tratta solo di una storia, la mia, ma di quella di tante persone che come me vivono grosse difficoltà. È arrivato il tempo che le cose cambino una volta per tutte.

Antonio Giannone



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Cantieri teatrali Attinkitè


Insieme alla Libreria Mondadori presentiamo gli appuntamenti teatrali dei prossimi mesi con la Compagnia del Piccolo Teatro protagonista: alcuni sono soprattutto per i bimbi (con anche un laboratorio teatrale introduttivo) e altri soprattutto per i più grandi.
Il primo appuntamento è per bambini e bambine: LUNEDI' 15 FEBBRAIO alle ore 18.30 con "Le allegre mascherine" da Attinkité.

Vi aspettiamo!!!


--
Associazione Attinkitè




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Padre Carlo: arrestato dopo anni di lotta per i diritti degli immigrati


Non è una chiesa come le altre. Non è un semplice luogo di culto. Nella Chiesa di Bosco Minniti a Siracusa, da molti anni, tutti possono trovare rifugio; gli extracomunitari, scappati per mille ragioni diverse dai loro paesi, ci abitano, la vivono, la animano condividendo le difficoltà quotidiane con la solidarietà vera di chi lotta per una società senza diseguaglianze. Se ci entrate all’ora dei pasti, resterete disorientati. È la mensa di tutti i popoli. Al posto dell’altare una tavolata immensa dove almeno cento immigrati di ogni nazionalità si trovano riuniti a mangiare. Alle pareti vedrete simboli e icone di diverse religioni non cristiane. Ci sono centinaia di uomini venuti sperando in un futuro diverso. In questa chiesa sono stati accolti anche alcune decine di immigrati scappati da Rosarno e presto ci saranno, come ogni anno, quelli che arrivano per la raccolta stagionale nei campi tra Cassibile e Pachino.
Ma tutto questo a chi ci governa dà fastidio.

In un momento in cui si tenta in tutti i modi di rendere la vita sempre più impossibile agli immigrati, intimandoli o rispedendoli nei rispettivi paesi, si compie l’ennesimo attacco politico, l’ennesimo tentativo di stroncare esperienze di accoglienza e di integrazione di immigrati. Padre Carlo D’Antoni è oggi agli arresti domiciliari insieme ad altri 8 indagati (Antonino De Carlo, un collaboratore del sacerdote, l’avvocato Aldo Valtimora e 6 immigrati), accusati di gestire il rilascio di permessi di soggiorno falsi. Il reato ipotizzato dal Gip del Tribunale di Catania é associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'illecita permanenza di stranieri nel territorio dello stato italiano. A ciò si aggiungono le accuse di riduzione in schiavitù e di falso ideologico in atto pubblico e false dichiarazioni a Pubblico Ufficiale per aver inventato storie travagliate e commoventi di immigrati al fine di ottenere titoli di soggiorno per motivi umanitari o di protezione temporanea.

Ma se è vero che molti extracomunitari finiscono nelle maglie del mercato illegale delle regolarizzazioni e se è vero che un traffico di clandestini tra Siracusa e la Campania esiste, gli immigrati di Bosco Minniti dicono che l’attacco a padre Carlo è infondato, che lui non ha nulla a che vedere col racket dei documenti falsi, che non ha mai commesso i reati a lui imputati. Tutti questi immigrati dicono che l’esperienza di Bosco Minniti deve continuare perchè si tratta di una chiesa senza frontiere, aperta a tutti, un luogo in cui si lotta per il diritto a una vita dignitosa.

Sonia Giardina (“U Cuntu”)




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sabato 6 febbraio 2010

Morire nel deserto





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mercoledì 3 febbraio 2010

Doposcuola popolare


‘Istruitevi perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza!’
(Antonio Gramsci)

L’Associazione Attinkité attraverso alcuni suoi soci competenti e pazienti propone l’aiuto pomeridiano per fare i compiti. Si rivolge ad alunni di scuola elementare e media che verranno accolti, seguiti e accompagnati.

INIZIO GIOVEDI’ 4 FEBBRAIO

presso l’Associazione in Via Albanese 80 allo Stretto (a fianco al fioraio)
dalle 15 alle 18 ogni settimana nei giorni e per le ore da concordare con gli iscritti - al costo di 5€ l’ora

Per info e iscrizioni rivolgersi al 3452852265.

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lunedì 1 febbraio 2010

Fuochi e bugie dalla Val di Susa


Fuochi&Bugie 01/02/2010
Eravamo intenti a scrivere le “bugie di Virano” visto che la fatidica data del 31 gennaio è arrivata, ma ahinoi, siamo a raccontarvi l’ennesimo attentato: ieri sera verso le 10.30 i “soliti ignoti” hanno incendiato e completamente distrutto il presidio di Bruzolo.Ci avevano provato già due volte: 3 settimane fa (incendio spento dai pompieri e struttura danneggiata) e poi questo sabato notte lasciando anche una bombola del gas aperta vicino al fuoco, ma anche allora non gli era andata bene. Ieri invece missione compiuta: il presidio non esiste più. Come se non bastasse giovedì sono stati imbrattati da scritte “sì tav” alcuni cippi di Caprie che ricordavano il sacrificio di partigiani valsusini caduti per mano fascista.
Gesti del genere rafforzano le nostre convinzioni: la verità delle cose che diciamo e portiamo avanti fa sempre più paura a loro, non di certo a noi che andremo avanti per la nostra strada più determinati che mai.


Oggi pomeriggio alle 18.00 assemblea al presidio di Susa per fare il punto dopo l’attentato.
Ma veniamo alle bugie del Sig. Virano. Tale personaggio a dicembre dell’anno scorso comunicava a giornali e tv che, nel nuovo anno, sarebbero partiti i carotaggi, che sarebbero stati svolti tutti alla luce del sole, che la popolazione sarebbe stata avvertita in anticipo e informata adeguatamente; inoltre, dichiarava che entro il 31 gennaio la maggior parte dei sondaggi sarebbe stata svolta per poter presentare il miglior progetto preliminare alla comunità europea, che l’osservatorio sarebbe andato avanti con i sindaci della Valsusa e che l’unione europea poteva stare tranquilla perché l’opposizione in Valle di Susa è orami residuale.
Bene:
- le trivelle sono arrivate nel cuore della notte scortate da centinaia e centinaia di uomini delle forze dell’ordine.
- Alla popolazione che dove essere avvertita è stata invece nascosto fino all’ultimo secondo possibile l’arrivo della trivella
- Quanto all’informare siamo rimasti ai 30 minuti del 18 gennaio al mercato di Susa dove Saitta e Borioli non sono riusciti a convincere nessuno. Da allora il nulla.
- In Valle sono stati svolti 2 sondaggi e mezzo (quello di Condove non è stato finito per l’opposizione della popolazione) su 40 previsti. Allora ci chiediamo da dove è uscito il progetto portato alla comunità europea? Senza sondaggi dicevano che era impossibile farlo e invece come per magia… eccolo spuntate dal cilindro di Virano!
- Nell’osservatorio la stragrande maggioranza dei sindaci della Valle di Susa non hanno nominato nessun tecnico e non lo nomineranno fino a quando non si smetterà di parlare di progettazione. Centralità della comunità montana, opzione zero, utilità e costi/benefici sono i veri nodi da trattare.
- L’opposizione in Valle di Susa è esattamente uguale al 2005:le 40 mila persone in piazza il 23 gennaio su una popolazione di 60 mila lo dimostra ampiamente. Altro che Valle pacificata
Pertanto possiamo tranquillamente dire che il Sig. Virano, così osannato dai politici e dai media amici, oltre che essere un bugiardo patentato, ha anche totalmente fallito la sua missione. E’ stato stipendiato per 4 anni con i nostri soldi per fare un buco nell’acqua.
Noi intanto andiamo avanti sempre più forti. I presidi, nonostante gli attentati, si rafforzano sia nelle strutture che nella partecipazione. Borgone è già stato ricostruito. Susa e S.Antonino hanno ormai strutture chiuse e consolidate, così come Villarbasse.
Ieri al presidio la “Trippa” di S.Antonino almeno 300 persone si sono ritrovate per danzare, magiare e stare insieme.
E presto anche quello di Bruzolo lo ricostruiremo.
…non avete ancora capito con chi avete a che fare.
Sarà dura…ma sempre più per lorsignori.
Comitato no tav Spinta dal Bass – spazio sociale libertario Takuma





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sabato 30 gennaio 2010

E' uscito il nuovo numero de "Il Clandestino". Ecco dove trovarlo


A seguire i punti vendita in cui potete trovarlo. Per qualsiasi informazione e per ricevere copie del mensile contattateci al nostro indirizzo e-mail.

MODICA
Libreria Mondadori, C.so Umberto I
Caffè Letterario Hemingway, C.so Umberto I
Bar Fucsia, S.s. 115
Caffè Consorzio, Via S. Giuliano
Caffè Adamo, Via Marchesa Tedeschi
Edicola Piazza Monumento
Edicola Aurnia, C.so Umberto I
Camera del Lavoro, Via Nazionale
Edicola Sammito, C.so Principessa Maria del Belgio
Uomo Club, C.so Principessa Maria del Belgio
Barycentro, C.so Umberto I
Istituto magistrale, C.so Umberto I
N’ti Viciè Pub, Piazza Gianforma (Frigintini)
Liceo Scientifico
Tabacchino Plaza, centro commerciale
Edicola, quartiere Dente
Dolceria Elisir, Via Sacro Cuore
Dolceria Scivoletto, Via Nazionale
Bronze, Piazza Matteotti
Sound check Music, Via Nazionale
Università: scienze dell'amministrazione e del governo
Edicola Piazza S. Teresa
Edicola C.so Umberto, sotto Liceo Classico
Edicola Profetto, a lato Banca Agricola Popolare di Ragusa

POZZALLO
Edicolè

VITTORIA
Bottegotto Solidale, via R.Settimo angolo via Cavour
Camera del Lavoro-Cgil, via Bixio 60.

RAGUSA
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venerdì 29 gennaio 2010

Ennesima minaccia per Giulio Cavalli


Nuove minacce a regista Giulio Cavalli


Fonte: ANSA

27 gennaio 2010
Milano. Giulio Cavalli, il regista e attore sotto scorta per le minacce subite dopo uno spettacolo sulla mafia, denuncia nuove intimidazioni dopo la decisione di candidarsi alle regionali con Idv al collegio di Milano. Cavalli e la senatrice Giuliana Carlino hanno spiegato di aver ricevuto nei giorni scorsi una telefonata minatoria alla sede cittadina del partito e di aver ritrovato un proiettile davanti alla sede di via Lepontina. Oggi poi, hanno aggiunto, sono stati trovati dei volantini con scritto ‘la mafia controlla la filiale Intesa San Paolo di via Palmanovà, cioè la filiale dove è stato aperto il conto corrente per il mandatario elettorale di Cavalli. «Ci viene difficile – ha osservato il regista – pensare che tali coincidenze non siano collegate alla mia discesa in campo per la legalità contro le mafie». Una «ennesima minaccia – ha proseguito Carlino – che non fa altro che confermare che la nostra azione politica sta andando sulla giusta strada».





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mercoledì 27 gennaio 2010

Non pagare il pizzo è una questione d'onore





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sabato 23 gennaio 2010

Processo Talpe alla Dda, 7 anni a Cuffaro riconosciuto il favoreggiamento alla mafia



di Alessandra Ziniti

Fonte: La Repubblica

Sette anni di carcere e l'aggravante di avere agevolato Cosa nostra. E' questa la condanna inflitta a Salvatore Cuffaro dalla terza sezione della Corte d'appello di Palermo. Un verdetto più pesante rispetto a quello pronunciato dai giudici di primo grado che all'ex governatore della Sicilia, oggi senatore dell'Udc, inflissero una pena di 5 anni senza l'aggravante del favoreggiamento alla mafia.




In appello sono state modificate anche le altre condanne: all'ex manager della sanità privata Michele Aiello è stata inflitta una pena di 15 anni e 6 mesi per associazione mafiosa, in primo grado erano 14 gli anni di reclusione. Ed è stata modificata in concorso esterno all'associazione mafiosa l'accusa di favoreggiamento contestata all'ex maresciallo del Ros Giorgio Riolo, condannandolo a 8 anni di carcere: in primo grado aveva avuto 7 anni. La Corte, infine, ha dichiarato prescritto il reato contestato ad Adriana La Barbera per morte dell'imputata. Per il resto la sentenza di primo grado è stata interamente confermata.

"So di non essere mafioso e di non avere mai favorito la mafia. Avverto, da cittadino, la pesantezza di questa sentenza che, però, non modifica il mio percorso politico", ha dichiarato Cuffaro, nell'aula bunker del carcere Pagliarelli subito dopo il verdetto di condanna. "Ciò non vuol dire - ha aggiunto - che le sentenze non debbano essere rispettate dal momento che sono espresse dalle istituzioni".

Nei confronti dell'ex presidente della Regione siciliana è scattata l'aggravante per il cosiddetto "episodio Guttadauro": l'attuale senatore dell'Udc avrebbe messo il boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro in condizione di scoprire una microspia nel salotto di casa e questo è un fatto che, secondo l'accusa e secondo la terza sezione della Corte d'appello, presieduta da Giancarlo Trizzino, a latere il relatore Ignazio Pardo e Gaetano La Barbera, ha favorito l'intera associazione mafiosa.
(23 gennaio 2010)


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giovedì 21 gennaio 2010

Archivio Giovanni Spampinato sulla Sicilia “segreta”


Nasce un archivio di documenti, cartaceo e digitale, di facile consultazione, accessibile on-line, sulla Sicilia “segreta” degli anni della strategia della tensione, per documentare le attività eversive, gli episodi di violenza politica, i traffici illeciti e i fatti di sangue che si verificarono nell’Isola con un intreccio ancora non del tutto chiarito con la criminalità mafiosa e con le attività politico eversive della strategia della tensione che insanguinò l’Italia alla fine degli anni Sessanta e all’inizio degli Anni Settanta.



Con particolare attenzione saranno ricostruiti gli avvenimenti che si verificarono nelle province di Ragusa, Siracusa e Catania, gli episodi di violenza politica, le attività eversive, i traffici illeciti e i fatti di sangue di sui si occupò il giornalista Giovanni Spampinato nelle sue inchieste pubblicate su L’Ora e su altri giornali. Lo ha annunciato l’Associazione Giovanni Spampinato, in un incontro pubblico a Ragusa, nel quale è stato presentato il nuovo sito www.giovannispampinato.it e sono state annunciate alcune iniziative per ricordare la vicenda del cronista assassinato il 27 ottobre 1972.

Il segretario dell’Associazione provinciale della Stampa, Giovanni Molè, ha aderito all’iniziativa e ha proposto un premio giornalistico intitolato al cronista di Ragusa, da assegnare ai giornalisti che danno prova di impegno civile e coraggio professionale. Anche il Centro Studi Feliciano Rossitto di Ragusa, che ha intenzione di intitolare la propria biblioteca a Giovanni Spampinato, sostiene la creazione dell’Archivio Spampinato che avrà sede nel capoluogo ibleo. Conterrà gli articoli pubblicati da Giovanni Spampinato sul giornale L’Ora nel periodo 1968-1972; gli articoli di altri giornalisti sugli stessi avvenimenti; la collezione dei giornali locali dell’epoca; atti parlamentari, pubblicazioni, libri, fascicoli, incartamenti processuali, fotografie e ogni altra documentazione utile.

‘’Raccogliere e rendere accessibile questa documentazione è necessario per far conoscere con cognizione di causa a ogni cittadino, e in particolare ai più giovani che non li hanno vissuti direttamente, i gravi avvenimenti che si verificarono in quegli anni”, ha detto il giornalista Alberto Spampinato, presidente dell’associazione intitolata a suo fratello. “E’ inspiegabile che dopo quaranta anni nessuno abbia avvertito l’esigenza di dare vita ad una simile raccolta pubblica di documenti. Gli archivi privati finora disponibili sono incompleti, parziali, nella maggior parte dei casi difficili da consultare e non sono in grado di soddisfare le esigenze dei ricercatori interessati a queste vicende e dei cittadini che vogliono farsi un’opinione basata sulla conoscenza dei fatti. C’è una situazione paradossale: è più facile reperire documenti su Giovanni Spampinato a Roma o a Milano che in Sicilia. L’Associazione conta sulla collaborazione di enti pubblici e privati, delle Università, dei centri di ricerca, delle organizzazioni dei giornalisti e delle fondazioni che hanno finalità culturali e morali”.

* Osservatorio sui cronisti minacciati


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mercoledì 20 gennaio 2010

Sgombero violento del Zetalab di Palermo, continua la dispersione dei migranti


di Fulvio Vassallo Paleologo Asgi Sicilia

[20 Gennaio 2010]

Dopo lo sgombero violento del Zetalab di Palermo dove da sei anni vivono rifugiati del Darfur, è stata convocata un'assemblea cittadina il 20 gennaio alle 16 in via Boito, dove è in corso un presidio permanente.



E’ di cinque arrestati e tre feriti, tutti italiani, il risultato di una giornata di tensione di fronte al Laboratorio Zeta di Palermo, dove sono ospitati da anni numerosi rifugiati in prevalenza sudanesi.
Il Comune di Palermo non è stato capace di chiudere la mediazione in corso da mesi, assegnando agli occupanti la gestione della struttura sita in via Boito a Palermo, nonostante i numerosi riconoscimenti dell’utilità sociale delle attività del Laboratorio Zeta e le forniture di acqua, luce e provviste. Persino nel portale internet del Comune il laboratorio Zeta era indicato come uno dei luoghi di accoglienza che la città offriva. Adesso quel luogo non esiste più. La posizione irriducibile a qualunque soluzione di compromesso da parte di un’altra associazione assegnataria, Aspasia, ha innescato un gioco delle parti che, dopo diverse ore di finta trattativa si è concluso con lo sgombero violento della struttura.

Dopo Rosarno, lo sgombero del centro sociale Laboratorio Zeta di Palermo si configura come l’ennesimo tentativo di dispersione di migranti sul territorio nazionale. Un tentativo che passa anche attraverso gli arresti ed i ferimenti degli antirazzisti che a Palermo si battono per difendere i diritti fondamentali dei rifugiati, a partire dal diritto all’alloggio. Tra gli altri è stato colpito duramente con manganellate sul viso ed ha una prognosi di oltre venti giorni per la rottura del naso un professore universitario fondatore di un laboratorio per la non violenza. Un cittadino come tanti altri che partecipava al presidio di protesta per lo sgombero della struttura che era intervenuto in difesa della moglie presa a manganellate durante una delle cariche degli agenti di polizia.

Al momento passeranno la notte all’addiaccio venti titolari di protezione internazionale perché il Comune non ha saputo trovare una soluzione alloggiativa per la notte. Oltre cento antirazzisti hanno presidiato per tutta la giornata la struttura che per anni è stata al centro di iniziative sociali e culturali che hanno animato l’intero quartiere e si sono proposte come uno dei pochi spazi pubblici di solidarietà ai migranti in città. Una solidarietà che ha subito anche attacchi violenti da parte delle squadre fasciste che hanno colpito a più riprese con il lancio di sassi e bottiglie le finestre del Laboratorio zeta, mentre migliaia di cittadini palermitani hanno riempito e difeso con le loro iniziative autogestite i locali, sotto attacco convergente da parte dei gruppi più estremi della destra palermitana e ci esponenti del cd. terzo settore che ad un certo punto sono apparsi più interessati allo sgombero della struttura che alla fruizione di un altro locale immediatamente agibile, in sostituzione dei locali occupati dal laboratorio Zeta.

Un clima di condivisione e di impegno sociale a favore dei giovani e dei rfugiati che adesso è stato interrotto dallo sgombero violento posto in essere dalla polizia con ripetute cariche e violente provocazioni. E non è ancora finita, anche se nel corso della notte i tre occupanti della struttura saliti sul tetto insieme ad un consigliere comunale sono stati costretti a scendere a causa del freddo. I migranti sudanesi sono ancora accampati davanti all’ingresso della struttura presidiata dalla polizia, senza nessuna intenzione di disperdersi in città, una città che non è stata capace finora di offrire loro un altro luogo di accoglienza, un’accoglienza che sarebbe dovuta per legge, ma che in Sicilia rimane un miraggio.

La proposta di un loro trasferimento in un centro di accoglienza ubicato in un paesino della provincia di Palermo, ventilata oggi alla fine della giornata, non potrà che essere respinta perché molti di loro sopravvivono lavorando in città. Continua ad oltranza intanto il presidio antirazzista davanti alla struttura sgomberata dalla polizia e per oggi 20 gennaio alle ore 16 è stata indetta un’assemblea sempre nello stesso luogo nel quale decine di cittadini palermitani stanno mantenendo una presenza pacifica, passando la notte all’addiaccio. Su tutti grava come una cappa di tristezza la notizia che nelle stesse ore dell’operazione di sgombero del laboratorio Zeta, in un’altra parte della città, un giovane immigrato ghanese che andava in bicicletta è stato investito ed ucciso da un automobilista che non si è neppure fermato per soccorrerlo.

Venerdì prossimo al laboratorio Zeta si sarebbe dovuto proiettare il film, finanziato anche dal’Asgi Terra[e]strema. di Angela Giardina, Ilaria Sposito ed Enrico Montalbano, uno dei feriti di oggi, e si sarebbe dovuto presentare il libro «Gli africani salveranno Rosarno» di Antonello Mangano. Una iniziativa importante che adesso si svolgerà in un altro luogo, magari all’aperto, ma sempre vicino al laboratorio Zeta che ne è stato il cuore propulsivo. Una iniziativa che costituirà comunque una ulteriore occasione di informazione sugli stretti legami esistenti in Sicilia come in Calabria tra lo sfruttamento del lavoro dei migranti, mediato dalla criminalità organizzata, e l’azione meramente repressiva degli agenti statali che applicano il pacchetto sicurezza per fare fronte alle tante emergenze sociali che stanno esplodendo a Palermo come nel resto d’Italia.

Quanto successo oggi a Palermo è la prosecuzione delle operazioni di dispersione «assistita» che abbiamo già visto a Rosarno, con una partecipazione attiva delle forze di polizia che in questa ultima occasione non hanno dovuto certo proteggere i migranti né hanno individuato per loro un alloggio, ma hanno soltanto distrutto un lavoro sociale che durava da anni, del quale altre istituzioni, pur nei limiti degli scarsi mezzi disponibili, avevano riconosciuto il valore e la efficacia.

Molti dei rifugiati che avevano trovato accoglienza al Laboratorio Zeta di Palermo sono stati messi sulla strada dalla polizia ma sono bloccati a Palermo perché la Questura non ha rinnovato i permessi di soggiorno per motivi umanitari o non ha consegnato i documenti di viaggio a persone che da anni sono state riconosciute meritevoli della protezione internazionale. Un ritardo anche di due anni che si è accumulato per la richiesta pretestuosa di passaporti in corso di validità a persone che non potevano chiaramente rivolgersi alle ambasciate dei paesi di provenienza perché rifugiati.

Dove potranno andare i rifugiati allontanati dal Laboratorio Zeta se l’ufficio immigrazione della Questura di Palermo continua a negare loro il rinnovo o il rilascio dei documenti di soggiorno e di viaggio? Molti di loro hanno già perduto il lavoro che avevano perché dopo l’approvazione del pacchetto sicurezza i datori di lavoro non offrono più impiego a coloro che hanno in mano solo una ricevuta e sono in attesa del permesso di soggiorno.

Chiediamo che la Prefettura e lo stesso ministero dell’interno intervengano per sanare questa situazione che produce un grave danno esistenziale e che potrebbe integrare gli estremi del rifiuto di un atto d’ufficio. Chiediamo ancora una volta che il Laboratorio Zeta di Palermo venga restituito alla sua destinazione sociale e continui ad essere riconosciuto come luogo di accoglienza dei migranti, e chiediamo ancora che tutte le istituzioni, compresa la Prefettura, facciano il loro dovere nei confronti dei rifugiati, riconoscendo nei fatti il diritto/dovere di accoglienza, sancito anche dalle direttive comunitarie che l’Italia non applica, tanto da negare un alloggio a quanti hanno avuto riconosciuto uno status di protezione internazionale. Le associazioni antirazziste di Palermo riconfermano il loro impegno e svolgeranno tutte le iniziative legali per difendere quanti sono stati feriti dalla polizia, coloro che sono stati arrestati, ed i migranti che sono rimasti senza un alloggio. Nessuno si illuda che le operazioni di confinamento e di deportazione «assistita» già viste a Rosarno si possano estendere impunemente ad altre parti del territorio nazionale.

(Tratto da: http://www.carta.org/campagne/migranti/19158)


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martedì 19 gennaio 2010

"Ecco cosa abbiamo fatto". Parlano i ragazzi di MarinadiModicad'inverno


Continuano le attività dell’Associazione “marinadimodicad’inverno” dopo "l'Albero di Natale marinaro" ( addobbato con una rete da pesca, oltre 600 conchiglie, ancore, salvagente e tante luci led), il "cenone sociale di fine anno" ( dal menù ricco di portate preparate dai residenti della frazione ) e la "caccia al tesoro dell'Epifania" ( conclusa con la premiazione e la donazione delle calze a tutti i bambini presenti) e "l'arancinofest".

Domenica 17 Gennaio 2010 i soci hanno volontariamente ripulito l’arenile e le dune di Maganuco. All’evento si sono aggregati i camperisti presenti nella frazione. Sono stati raccolti oltre 700 kg di spazzatura. Molto è stato fatto, ma ancora qualche altro intervento è necessario programmare.

Si completa così il primo ciclo di interventi messi in programma dall'Associazione "marinadimodicad'inverno".

I prossimi progetti in programmazione sono: il "Carnevale per bambini", un "Contest di Wave Windsurf" a carattere regionale.

Inoltre l'Associazione "marinadimodicad'inverno" si sta attivando per reperire i fondi per l'acquisto di una moto d'acqua da utilizzare per il soccorso in mare e per acquistare un pulispiaggia per la pulizia degli arenili della frazione.



email: info@marinadimodicadinverno.it

sito internet: www.marinadimodicadinverno.it


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Il greggio inquina il Tellaro. Sversamento di petrolio della Eni Med nel Val di Noto


Fonte: lasiciliaweb

Una falla si è aperta in una tubatura di un oleodotto della “Eni Med” utilizzato per il trasferimento di petrolio grezzo da Ragusa ad un deposito di contrada Mostringiano, a Siracusa. Il greggio fuoriesce da ieri sera in una zona in campagna fra Palazzolo Acreide e Rosolini vicino a Noto. Sono intervenuti i vigili del fuoco e i tecnici dell’Eni per tentare di riparare il guasto. La perdita è stata ridotta. Si scava per individuare la causa che ha provocato la perdita. Il greggio è stato diluito nel terreno dalle piogge cadute nella zona.


“La notizia dello sversamento di greggio dall’oleodotto Enimed Ragusa-Priolo, lungo valle del Tellaro in territorio di Noto, conferma la tesi sostenuta da anni, sul progetto delle trivellazioni Panther nel Val di Noto, secondo la quale le condutture sarebbero non solo dannose per l’insalubrità dell’aria, ma anche incompatibili con lo sviluppo di questo territorio che fonda il proprio benessere su prodotti agricoli di qualità e su un patrimonio di beni monumentali di inestimabile valore” ha detto Fabio Granata, deputato del Pdl.

“Il nostro è un modello di sviluppo in continua espansione che viene tutelato dalla comunità locali e – ha aggiunto – che rifiuta ogni tentativo di calare dall’alto decisioni che muterebbero il dna dell’area trasformandola in un’anonima periferia suburbana destinata all’abbandono, senza salvaguardare le risorse pubbliche del territorio rispetto ad interessi privati”.

“Non si patisca in maniera inerme di fronte alle promesse di risarcimento di qualche migliaia – ha osservato – di euro che sarebbero solo una ulteriore violenza contro la civiltà e contro la natura”.


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Comunicato dell'Associazione Attinkitè


Isa è tornata dal Cairo (se ricordate avevamo spedito una sua corrispondenza da là) dove insieme a un migliaio di pacifisti ha tentato di rompere l'assedio alla Striscia di Gaza che Israele continua a tenere chiusa e far morire di fame con l'aiuto attivo dell'Egitto. Ci racconterà con le sue parole, articoli di vari giornalisti, dichiarazioni pubbliche rilasciate e video la sua esperienza, le manifestazioni fatte in Egitto, il clima che si respirava, le ultime informazioni dall'inferno di Gaza a un anno dal bombardamento che ha fatto 1400 morti palestinesi fra cui centinaia di bambini: un'occasione di informazione fuori dal coro!!!!
Lunedì 25 alle ore 18 alla sede dell'associazione.

--
Associazione Attinkitè




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giovedì 14 gennaio 2010

NOI E GIOVANNI: La memoria di ieri e l'impegno di oggi.


Due distinti appuntamenti per ricordare la figura di Giovanni e per intraprendere un percorso di impegno nel suo ricordo.



Alberto Spampinato e l'Associazione Giovanni Spampinato (GioSpa), in collaborazione con l'Osservatorio della FNSI e dell'Ordine dei Giornalisti "Ossigeno per l'informazione", invitano amici e simpatizzanti a un incontro per definire alcune iniziative sulla memoria collettiva, in particolare per fare conoscere la figura e l'opera del cronista di Ragusa ucciso nel 1972, per raccogliere documenti e testimonianze sulla sua vicenda e sulla storia recente della provincia iblea.
L'incontro si terrà a Ragusa, Venerdì 15 gennaio 2010 alle ore 18 nella Libreria Saltatempo in via G.B. Odierna 182, tel. 0932 625959, info@saltatempo.it

Il giorno dopo, Sabato 16 gennaio 2010 alle ore 18 - nei locali della Libreria Giunti al Punto, c/o Le Masserie, in via Achille Grandi, a Ragusa (Zona Industriale) - l'attore Danilo Schininà, già autore de "L'inchiesta drammaturgica sul caso Spampinato", leggerà alcuni brani del libro di Alberto Spampinato, "C'erano bei cani ma molto seri - Storia di mio fratello Giovanni ucciso per aver scritto troppo", Ed. Ponte Alle Grazie, 2009.
Sarà presente l'Autore, che parteciperà a un dibattito con i lettori condotto e moderato dal prof. Giuseppe Pitrolo. Informazioni: 0932.626368 ragusa@giunti.it


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martedì 12 gennaio 2010

Una nuova prospettiva: sulla differenziata: “AVANTI TUTTA!”


Un'analisi della gestione dei rifiuti a Modica ci porterebbe molto indietro negli anni, ma volendoci concentrare sugli ultimi dieci, appare evidente come la politica e le amministrazioni che si sono succedute, non abbiano saputo attenzionare in modo adeguato il problema.

Infatti, se è vero che la seconda amministrazione Ruta pose in maniera energica la questione della individuazione del sito per una nuova discarica e che il consiglio decise di non decidere (con l'allora consigliere Torchi, poi due volte sindaco, a capeggiare i contrari alla discarica), è anche vero che tutto rimase nei termini di trovare nuovi spazi per conferire i rifiuti ma nessuno sforzo fu fatto nella direzione della loro riduzione e del loro riciclaggio.
Eppure già da diversi anni, forse dalla fine degli anni 80, a Modica si vedevano campane per la raccolta differenziata, ma si trattava, come nella maggior parte dei comuni, di una sorta di accessorio ingombrante e visibile per dire che si rispondeva ad un obbligo di legge, ma nei fatti non veniva avviato alcun servizio serio.
Nel primo mandato dell'amministrazione Torchi il tema rifiuti venne completamente ignorato, la raccolta differenziata rimase alle percentuali lasciate da Ruta e, anzi, addirittura diminuì, mentre il debito con il comune di Scicli e poi con l'ATO divenne stratosferico.
All'inizio del secondo mandato il sindaco Torchi, con il sindaco di Scicli alle calcagna e l'Ato ambiente che minacciava di chiudere le porte agli autocompattatori modicani, improvvisamente comincia a teorizzare la costruzione di una discarica in soli tre mesi e a sparare numeri e primati. Chiaramente nulla venne fatto nè tantomeno si riuscì ad avere notizia delle "decine di siti" dei quali il presidente Vindigni accennò in un consiglio comunale dedicato alla questione.
In questi anni, inoltre, diverse indagini hanno interessato la gestione dei rifiuti a Modica e ci sono state anche delle persone arrestate.
Come si può vedere l'analisi è triste e preoccupante.
Oggi sappiamo che il mancato avvio della raccolta differenziata ha comportato l'aumento vertiginoso dei costi e che il mancato raggiungimento delle percentuali previste dalla legge implica il pagamento di una penale che li appesantisce ulteriormente.
Sappiamo anche che le discariche attive in provincia hanno una capacità di accogliere rifiuti molto limitata e che il rischio della chiusura della discarica di Vittoria e più avanti, ma inevitabilmente, di quella di Ragusa, costringerebbe il comune di Modica a conferire i propri rifiuti fuori provincia e probabilmente in siti molto distanti (Motta S. Anastasia), con un aumento dei costi che sarebbe insostenibile.
Ad oggi non abbiamo notizia dell'individuazione di siti per nuove discariche ma sappiamo, altresì, che queste sono vietate dalla legge e che comunque avrebbero bisogno di tempi molto lunghi, non inferiori a due anni e costi proibitivi (9 - 10 milioni di € che dovrebbero sostenere i comuni che conferirebbero nella nuova discarica).
Pertanto appare molto chiaro che una decisione riguardo la gestione dei rifiuti non può più essere procastinata.
Il fatto che oggi Modica sia tornata pulita, anche in zone che da anni da anni non vedevano un colpo di scopa, non deve farci pensare che il problema è stato superato.
Riteniamo, quindi, coraggiosa, seria e indispensabile la scelta dell'amministrazione guidata dal sindaco Buscema di andare verso l'avvio della raccolta differenziata spinta;
infatti, nonostante gli altri comuni della provincia si siano tirati indietro (tranne Vittoria) di fronte alla possibilità di avviare il bando unico che avrebbe comportato una razionalizzazione del servizio e prodotto economie di scala capaci di ridurre notevolmente i costi, il sindaco Buscema e l'amministrazione da lui guidata, con in testa l'assessore al ramo Tiziana Serra, hanno scelto di andare avanti da soli e procedere con l'Ato alla redazione del bando per l'avvio in città della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, in cui la raccolta differenziata diventa l'elemento centrale di tutto il sistema.
Il bando adesso è pronto ed è all'ordine del giorno del consiglio, dove, ci auguriamo, verrà ulteriormente verificato e, possibilmente, migliorato.
Il nostro movimento, esprime, tuttavia, una certa preoccupazione per il ritardo che si sta registrando nell'affrontare il punto, anche se comprende che, rispetto ad un atto così importante, è legittima la prudenza e l'analisi attenta di tutti gli aspetti, siano essi economici che funzionali;
tuttavia queste valutazioni dovranno avere tempi certi e celeri perchè Modica non può permettersi di aspettare ancora; diversamente nel giro di qualche anno i cittadini saranno costretti a subire aumenti veritiginosi della TARSU.

Siamo anche aperti a proposte alternative, se queste garantiscono gli stessi obiettivi che si prefigge il bando, ma su un aspetto non intendiamo recedere di un solo millimetro, ovvero scegliere in maniera responsabile una soluzione che vada nella direzione della raccolta differenziata, della riduzione dei rifiuti da conferire in discarica e si avvii un percorso virtuoso che porti, nel giro di pochi anni, la città di Modica fuori dal rischio di una emergenza rifiuti.
Una amministrazione che ha a cuore le sorti della città e di chi la vive non può esimersi dal fare scelte importanti, anche se queste dovessero, a prima vista, sembrare impopolari.
A causa di ignavie amministrative, Modica si trova nella situazione di dissesto che tutti ormai conosciamo e che le fa raggiungere primati di cui non andiamo certamente fieri.
Pertanto sulla raccolta differenziata diciamo:"AVANTI TUTTA"!

Modica, 13.01.2010

Piero Gugliotta
Una Nuova Prospettiva
movimento politico della città di Modica



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sabato 9 gennaio 2010

Riccardo Orioles presenta a Ragusa il suo libro Allonsanfan


Le associazioni "Unione degli Studenti, La Meglio Gioventù, Circolo Universitario Ibleo, Associazione S. Lucia", in collaborazione con "Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie", comunicano che Domenica 10/1/2010 a Ragusa alle ore 18,30, si terrà alla libreria "Saltatempo" in v. G.B. Odierna n.182, la presentazione del libro "Allonsanfan - la mafia, la politica e altre storie" di Riccardo Orioles. Sarà presente l'autore, già redattore de "I Siciliani", il giornale che per l'impegno antimafia costò la vita, il 5 Gennaio 1984, al suo direttore Giuseppe Fava.
L'incontro è aperto a tutti, e vuole essere un primo passo verso la formazione e il futuro insediamento del coordinamento cittadino di Libera e di tutte le associazioni e singoli che vogliono contribuire al radicamento del movimento antimafia a Ragusa.
Si invita tutta la cittadinanza a partecipare!




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venerdì 8 gennaio 2010

A Modica Palazzo Denaro-Papa crolla. Ecco le foto!


Le altre foto le puoi vedere a questo indirizzo: www.flickr.com/photos/46316406@N08/


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Occupato il cinema Minerva a Catania


COMUNICATO DEL 6.1.2010 ORE 12:00

Questa mattina il Centro Popolare Experia ha aperto e occupato un altro edificio abbandonato nel quartiere Antico Corso: Il Cinema Minerva di Via Orto del Re n. 20.

Gli occupanti stanno sistemando e ripulendo il posto per il ripristino immediato delle attività di aggregazione popolare che il Centro Popolare svolgeva e offriva alla città sino al 30 ottobre 2009, giorno in cui la Sovrintendeza ai Beni Culturali, la Magistratura la, Questura e l'Assessorato Regionale ai Beni Culturali hanno chiuso e sgomberato i locali di Via Plebiscito n.782, sequestrando l'edificio.



Questo provvedimento ha avuto come unico obiettivo immediato quello di cancellare e reprimere esperienze di lotta come la nostra che comunque (senza aiuti economici e/o partiti politici) in questi 17 anni ha saputo proporre un modello culturale di aggregazione, giovanile prima, e popolare dopo, che nulla ha da spartire con chi amministra questa città da quasi 15 anni ed ha impoverito, culturalmente ed economicamente, l'intero scenario pubblico.

Questo ceto politico, questa amministrazione comunale che dal giorno dello sgombero è in silenzio, disertando tutti gli incontri avuti dal Centro Popolare Experia in sedi istituzionali, dimostrano di non disporre di una proposta politica per la città, sia relativamente all'aggregazione nei quartieri che, soprattutto, sui progetti di riqualificazione delle aree popolari di Catania.

Tutto è al degrado: la situzione economica della città, le casse del Comune, intere zone del capoluogo etneo.
Ridiamo a Catania una speranza di miglioramento della qualità di vita rispetto a quella offerta dall'attuale giunta comunale, ridiamo questa possibilità attraverso una pratica di lotta e solidarietà.


Invitiamo tutti a sostenere questa occupazione:
Assemblea oggi 6 gennaio 2010 h. 18.00
Cena Popolare e festa di occupazione domani 7 gennaio 2010.



Centro Popolare Experia www.senzapadroni.org


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martedì 5 gennaio 2010

E' uscito il nuovo numero de Il Clandestino. Ecco dove trovarlo!


A seguire i punti vendita in cui potete trovarlo. Per qualsiasi informazione e per ricevere copie del mensile contattateci al nostro indirizzo e-mail.

MODICA
Libreria Mondadori, C.so Umberto I
Caffè Letterario Hemingway, C.so Umberto I
Bar Fucsia, S.s. 115
Caffè Consorzio, Via S. Giuliano
Caffè Adamo, Via Marchesa Tedeschi
Edicola Piazza Monumento
Edicola Aurnia, C.so Umberto I
Camera del Lavoro, Via Nazionale
Edicola Sammito, C.so Principessa Maria del Belgio
Uomo Club, C.so Principessa Maria del Belgio
Barycentro, C.so Umberto I
Istituto magistrale, C.so Umberto I
N’ti Viciè Pub, Piazza Gianforma (Frigintini)
Liceo Scientifico
Tabacchino Plaza, centro commerciale
Edicola, quartiere Dente
Dolceria Elisir, Via Sacro Cuore
Dolceria Scivoletto, Via Nazionale
Bronze, Piazza Matteotti
Sound check Music, Via Nazionale
Università: scienze dell'amministrazione e del governo
Edicola Piazza S. Teresa
Edicola C.so Umberto, sotto Liceo Classico
Edicola Profetto, a lato Banca Agricola Popolare di Ragusa

POZZALLO
Edicolè

VITTORIA
Bottegotto Solidale, via R.Settimo angolo via Cavour
Camera del Lavoro-Cgil, via Bixio 60.

RAGUSA
Libreria Mondadori, Via Roma
Edicola, via Roma
A Putia Siculamente, Via Carducci

NOTO
Edicola Giacchino Corso Vittorio Emanuele 97
Pasticceria Costanzo Via Silvio Spaventa, 7/9






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domenica 3 gennaio 2010

RICORDIAMO PIPPO FAVA LAVORANDO



A 26 anni dall'assassinio di Pippo Fava l'informazione è viva e cresce, col lavoro costante di tante piccole testate catanesi che con impegno raggiungono risultati importanti.
Martedì 5 gennaio alle ore 20.30 nel ricordo del "giornalismo di domani" fortemente voluto a Catania da Giuseppe Fava si terrà nei locali di CittàInsieme in via Siena 1 a Catania un incontro operativo dei giornalisti di base e di tutti i cittadini interessati alla libera informazione, per discutere insieme di quanto sta accadendo a Catania e fare nuove proposte, sulla base delle esperienze di giornali di quartieri, di informazione universitaria e di settimanali gratuiti spontaneamente nati a Catania ed attivi da tempo.

Un libero scambio di idee, informazioni e proposte pratiche per continuare a costruire insieme la strada dell'informazione libera.

Ass. Lavori in corso







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