martedì 6 gennaio 2009

Silenzio in aula, c'è Sgarbi!


Chiedersi se la libertà di opinione e di espressione sia oggi rispettata in Italia è ormai una futilità che possiamo anche tralasciare. Verificare e denunciare i casi in cui ciò avviene è invece più concreto: gli esempi, per sfortuna, sono all'ordine del giorno e non si può fare a meno di restare sgomenti dinnanzi a vere e proprie censure che non ci rendono liberi. L'ultimo caso è accaduto a Salemi, comune del trapanese, che sarà ben orgogliosa di avere come primo cittadino Vittorio Sgarbi, famoso più per le risse osannate dalla nostra tv-spettacolo nazionale che per le sue doti politiche. Pochi lo sanno, ma “il più grande trasformista d'Italia”, definizione attribuitegli per essere stato anarchico, comunista, socialista, liberale, radicale, forzista (et cetera...), oltre ad una condanna per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato(6 mesi e 10 giorni di reclusione) è stato condannato per diffamazione in primo e secondo grado. Contro chi? Contro il giudice Caselli, magistrato ed ex capo del pool antimafia, coinvolto, secondo Sgarbi, nell'omicidio di Don Pino Puglisi. Tali esternazioni, lette in tv in base ad una lettera anonima, si rivelarono false, ma il sindaco del comune siciliano non scontò la sua condanna perché, come spesso accade nel perverso tunnel della giustizia italiana, il reato andò in prescrizione prima che potesse decidervi in merito la corte di Cassazione. Bene. Durante una conferenza di qualche giorno fa nella stessa Salemi, un giovane, Giuseppe Gatì, si è fatto spazio tra la folla è ha urlato a Sgarbi questi due fatti, inneggiando soprattutto a favore di Caselli e dello stesso pool antimafia. Tra l'indifferenza generale, le reazioni sono state ovviamente violente; il giovane è stato strattonato, allontanato e chiuso in una biblioteca da un vigile urbano per ore; dopo di che gli è stato detto: “Devi capire che ti sei messo contro Sgarbi, che è stato onorevole e ministro…”. A buon intenditore... Se volete farvi un'idea il tutto, fortunatamente, è stato ripreso mediante una videocamera da una amica di Giuseppe ed il video è reperibile sulla rete, ad esempio su liberiesenzapadroni.blogspot.com . È il mondo alla rovescia: pregiudicati che fanno politica, giudici che non giudicano, voci contrarie che vengono subito zittite o, comunque ostacolate. Ben più grave è il silenzio, il silenzio di tutta quella gente che, nel caso in questione, era lì seduta ad osservare quello strano esibizionista che per balzare agli onori della cronaca sbraitava contro un sindaco, un'istituzione! E, se il silenzio non viene rispettato, lo si deve ottenere. “Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere, di gente infame che non sa cos'è il pudore, si credono potenti e gli va bene quello che fanno e tutto gli appartiene...”.

Rosario Di Raimondo

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