sabato 2 maggio 2009

Regalo alla mafia


Accadono fatti strani per quanto riguarda il ddl sulla sicurezza che il Governo sta discutendo in questi giorni. È venuto fuori anche il problema del racket, ovvero quelle “attività criminose finalizzate a controllare determinati settori delle attività economiche e commerciali, estorcendo denaro con le intimidazioni e punendo materialmente chi si rifiuta di sottostare a questo sistema”.
Lo scontro verte su questo: l'imprenditore, oggetto di intimidazioni, ha l'obbligo di denunciare alle autorità l'avvenuto;
pena, la perdita della commessa e l'interdizione dalle gare per tre anni. Dunque, in caso di vincita di un appalto, e nel caso in cui la mafia chieda del denaro al vincitore, quest'ultimo ha l'obbligo di denunciarlo: in teoria, dalla denuncia dovrebbero seguire le ovvie indagini, risalire al mittente e magari, se non è troppo, sbatterlo in galera. Manlio Contento, membro del Pdl ed ex aennino, non ci sta. Vuole revocare questo obbligo perché, secondo lui, “Se un imprenditore è minacciato dell'uccisione del figlio e non lo denuncia per paura di perderlo, poi non può perdere l'azienda. Se vieni chiamato da polizia e pm e non collabori è diverso”. È diverso? Allora: se l'imprenditore riceve delle minacce, non deve avere l'obbligo di denuncia; se sta zitto, riceverà il suo appalto, pagherà gli estorsori e tutto andrà benissimo, nell'illegalità, ovviamente.
Ma attenzione! Se, invece, viene chiamato dalla polizia e dai pm per collaborare, “è diverso”, deve parlare, altrimenti viene accusato di favoreggiamento. Tuttavia, “se parla”, si ritrova nella stessa situazione di rischio del caso precedente: già, perché gli estorsori, al momento della minaccia, non obbligano esclusivamente a pagare ed a non dire nulla, ma impongono che il silenzio venga rispettato anche nel caso di eventuali indagini. È così che nascono gli eroi: Mangano, uno dei mafiosi più “importanti” di Cosa nostra, è stato definito “eroe” dal presidente del Consiglio per non aver mai parlato in carcere. Scontato vero? Per Contento, lo dice il nome stesso, no. Ma anche il ministro della giustizia (quale giustizia?) Alfano ed il sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo - tutti rigorosamente Pdl - sono d'accordo. Sembra che ci si trovi dinnanzi ad un bel regalo alla mafia, in un momento in cui, guarda caso, fioriscono gli appalti per l'Expo di Milano e si parla di ponte sullo stretto ed infrastrutture varie. La notizia è arrivata nello stesso periodo dell'anniversario per l'omicidio di Pio La Torre, ammazzato dalla mafia. Com'è strana, la politica.

Rosario Di Raimondo


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