sabato 14 febbraio 2009

Affissioni abusive, un fenomeno difficile da contrastare



MODICA (RG) – Non sembra arrestarsi il fenomeno delle affissioni abusive in città. Dopo lo scempio che si è consumato durante la tornata elettorale dello scorso anno che ha visto praticamente invaso ogni angolo della città di manifesti e volantini di cui ancora oggi vi sono le tracce, il triste spettacolo non accenna a diminuire grazie a chi incivilmente, illegalmente e impunemente si permette di sporcare la città. Ogni superficie visibile, infatti, diventa il posto propizio per affiggere manifesti di ogni tipo, persino i muri dei monumenti della città, patrimonio Unesco, sono diventati oggetto di tale increscioso scempio, con un duplice danno, visto che chi affigge abusivamente, evade la tassa sulle pubbliche affissioni e danneggia l’immagine della città. Diverse sono state le denunce che negli ultimi mesi si sono susseguite. A settembre 2008, il movimento politico, Una Nuova Prospettiva, denuncia una vera e propria guerra tra due istituti scolastici privati, in corso da circa due mesi e combattuta a colpi di manifesti abusivi, ovvero affissi senza alcuna autorizzazione degli uffici comunali ed in spazi non consentiti. «Nonostante le multe già comminate dagli uffici preposti – rilevano gli attivisti del movimento – con prepotenza e arroganza, i responsabili delle due scuole insistono nella loro battaglia per la visibilità a tutti i costi. Pensiline alle fermate degli autobus, cabine telefoniche, palazzi del centro storico e qualunque altra superficie utile ad alloggiare un manifesto è letteralmente presa d'assalto. Spesso, inoltre, i manifesti vanno a coprirne altri regolarmente autorizzati e affissi dagli addetti dell'ufficio affissioni. Tutto ciò è insopportabile, specialmente se si considera che tali istituti pretenderebbero poi di insegnare qualcosa ai nostri ragazzi». In quel caso il movimento chiese agli organi preposti di provvedere non soltanto alla applicazione delle multe previste, ma di procedere anche alla rimozione e/o copertura dei manifesti e all'addebito di eventuali spese di pulizia e ripristino dei supporti rovinati. Auspicò, inoltre, una rapida riorganizzazione di tutto il settore della pubblicità e delle pubbliche affissioni, al fine di recuperare notevoli somme dalla lotta all'abusivismo ed evitare gli indecorosi spettacoli ai quali è sottoposta la città. A ottobre 2008, il consigliere provinciale di Alleanza Nazionale, Marco Nanì, lamenta le condizioni di degrado del centro storico, rilevando, in particolare lo stato di abbandono in cui versa il cine-teatro “Moderno”, da tanti anni sottoposto a lavori di ristrutturazione interna ed il cui prospetto è continuamente e selvaggiamente ricoperto di manifesti. Nanì evidenzia poi le pessime condizioni delle pensiline delle fermate degli autobus e delle cabine telefoniche, oltre ai pali della luce, trasformati in bacheche per manifesti, volantini ed annunci vari. Lo scorso mese di gennaio un’altra denuncia, in merito al triste fenomeno, è stata fatta da Francesco Ruta, componente dell’associazione “Il Clandestino”, il quale mette in evidenza che: «A Modica la situazione delle pubbliche affissioni è veramente pessima, chiunque può affiggere un qualsiasi manifesto, di qualsiasi dimensione e con qualsiasi contenuto, senza pagare alcuna tassa. Tutto ciò – aggiunge Ruta – è facilitato dal mal funzionamento degli organi preposti al controllo e alla repressione di tali comportamenti, in cui c’è il risparmio da parte dei titolari dei manifesti, ma soprattutto è notevole il danno che si arreca all’estetica della città e alle casse del Comune di Modica, dal momento in cui si evade dal pagamento della tassa delle pubbliche affissioni. Esistono ditte che da un anno circa, costantemente e senza alcuna difficoltà, commettono ripetutamente lo stesso reato. Non si può continuare a far finta di non vedere da così tanto tempo – incalza Ruta – è ora di dare una svolta decisiva nel campo delle pubbliche affissioni, per dare dignità all’estetica della nostra città e per fare entrare un po’ di liquidità nelle casse del Comune».


Marcello Medica

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