martedì 17 marzo 2009

“CI RISPONDEVANO CHE IL RANDAGISMO NON E’ UNA PRIORITA’’


LA VERITA’ E’ CHE SULLA QUESTIONE RANDAGISMO REGNA LA SUPERFICIALITÀ DELLE ISTITUZIONI.

Su una tragedia come questa, di fronte ad un bambino aggredito ed ucciso da animali mal custoditi, tutte le istituzioni locali preposte all’attuazione delle leggi nazionali e regionali dovrebbero intervenire nel dibattito con la sacra intenzione di fare chiarezza e di indicare con lucida sincerità dove stanno le responsabilità ed invece anche in questa occasione si cerca vigliaccamente di scaricare le proprie responsabilità su altri.
Sono oramai più di dieci anni che le associazioni di questa provincia denunciano le gravissime condizioni in cui versa il nostro territorio saturo di randagi abbandonati, di branchi di cani che circolano senza controllo nelle periferie delle nostre città, degli enormi debiti accumulati dai Comuni di Modica, di Pozzallo, di Comiso, di Vittoria, ecc … delle inadempienze da parte dei piccoli Comuni sprovvisti completamente di servizi contro il randagismo, dell’inutilità di gran parte dei provvedimenti “istituzionali” volti a controllare questo fenomeno, dell’assoluta mancanza di controlli da parte delle autorità veterinarie o delle forze dell’ordine, come le polizie municipali, che non avendo risorse economiche adeguate vivono questa problematica come un problema estremamente secondario.. Da anni parliamo della necessità di canili comunali, di sterilizzazione dei randagi, di impiegare risorse economiche adeguate alla gravità del problema, ma tanti sindaci ci hanno risposto che “il randagismo non è una priorità”. La vecchia amministrazione di Scicli (come dimenticare il sindaco Falla!) su questo è stata assolutamente distratta, debitoria, insensibile, superficiale … così come la vecchia amministrazione di Modica (sindaco Torchi) che ha completamente dimenticato di onorare i propri debiti nei confronti delle ditte affidatarie del servizio di custodia dei randagi e che ha cancellato ogni possibilità di intervento serio sul tema.
Ed oggi, per un gioco assurdo del destino, proprio i neo sindaci Venticinque e Buscema, che hanno già dall’inizio del loro mandato affrontato con attenzione le questioni che abbiamo portato a loro conoscenza, si trovano in una condizione di gravissimo disagio per responsabilità non proprie ma anzi ereditate dai loro predecessori. Oggi in tanti gridano, urlano rabbia, inveiscono a caso. Noi sappiamo di chi sono le responsabilità reali. Chi dirige il Servizio Veterinario Provinciale e la Procura deve pronunciare su questa vicenda parole chiare. Non è possibile che un cittadino con gravi problematiche, economiche, fisiche, e forse anche di carattere psichico, possa ricevere in custodia giudiziaria, un numero così enorme di cani. In che maniera poteva soddisfare le loro esigenze alimentari? In che maniera la casupola che li ospitava era attrezzata? A livello sanitario come faceva una persona sola e invalida a curare un tal branco di animali? Quante denunce servono affinché le istituzioni agiscano senza scaricare responsabilità ad altri? Le condizioni igieniche, nonostante le rassicurazioni dell’Ausl, dai filmati apparsi sui tg appaiono assurde. Nelle riprese sono state inquadrate scatole piene di ossa, cuccioli morti, carcasse di altri cani sbranati … Chi era andato a controllare lo stato di corretta detenzione degli animali affidati in custodia? E’ vero che la polizia municipale di Scicli aveva debitamente informato la Procura che non c’erano le condizioni essenziali per procedere all’affidamento allo stesso proprietario? Per la custodia di un numero così elevato di animali non sono necessarie autorizzazioni igienico-sanitarie specifiche? E’ inutile gridare o inveire alla cieca o contro gli animalisti (che in questo caso non sono in nessun modo coinvolti) o contro i randagi in genere; a questo punto è necessario che chi ne ha il dovere intervenga ponendo l’attenzione sulla ricerca concreta delle responsabilità personali, mentre i cittadini dovrebbero interrogarsi con informazioni alla mano su come i propri sindaci si sono mossi in questi anni. E se vogliamo che tragedie orribili, assurde, strazianti come quella di ieri non accadano più nella nostra Provincia è necessario che la Prefettura di Ragusa convochi urgentemente tutti i soggetti preposti all’attuazione delle norme in materia, visto che solo ed esclusivamente la Città di Ragusa ha lavorato in questi anni per la risoluzione concreta di questa problematica. Ieri il piccolo Giuseppe non è stato vittima solo di un disgraziato branco di cani, è stato vittima anche dei nostri vizi siciliani, della superficialità dei soliti, della nostra pseudo-cultura legata al fatalismo, dei limiti della politica fatta da gente che vuol fare solo carriera. Allo stesso modo ieri il piccolo Giuseppe ha perso la vita per responsabilità oggettive, chiare, che vanno messe in luce e giudicate dalla giustizia umana. Vanno individuate e punite.Viviamo ancora in un territorio, al di là delle generiche affermazioni di civiltà, dove lo Stato appare e scompare a caso, dove lo Stato a volte non si sa bene che compito svolga, dove i cittadini sono lasciati soli di fronte ad ogni tipo di possibile tragedia.
Non dimenticheremo mai questa piccola vittima.
Nella nostra memoria Giuseppe rimarrà sempre presente.
Rispetto al dramma della sua famiglia siamo senza parole.
Sappiamo solo che tutto ciò poteva essere evitato.



Il Responsabile Provinciale
Biagio Battaglia

1 commento:

zen ha detto...

signor Battaglia,
un discorso serio e delicato,ma in un certo senso anche lei cerca di scaricare sugli altri le responsabilità che sono di tutti noi in generale;
Le polizie municipali anche se avessero le risorse non farebbero niente ;lei li conosce sicuramente meglio di me.
Spero che il suo intervento non sia un discorso politico ,poichè non è proprio il momento adatto.
Piu fatti e meno parole.
Un non politico