sabato 6 febbraio 2010

Morire nel deserto





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mercoledì 3 febbraio 2010

Doposcuola popolare


‘Istruitevi perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza!’
(Antonio Gramsci)

L’Associazione Attinkité attraverso alcuni suoi soci competenti e pazienti propone l’aiuto pomeridiano per fare i compiti. Si rivolge ad alunni di scuola elementare e media che verranno accolti, seguiti e accompagnati.

INIZIO GIOVEDI’ 4 FEBBRAIO

presso l’Associazione in Via Albanese 80 allo Stretto (a fianco al fioraio)
dalle 15 alle 18 ogni settimana nei giorni e per le ore da concordare con gli iscritti - al costo di 5€ l’ora

Per info e iscrizioni rivolgersi al 3452852265.

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lunedì 1 febbraio 2010

Fuochi e bugie dalla Val di Susa


Fuochi&Bugie 01/02/2010
Eravamo intenti a scrivere le “bugie di Virano” visto che la fatidica data del 31 gennaio è arrivata, ma ahinoi, siamo a raccontarvi l’ennesimo attentato: ieri sera verso le 10.30 i “soliti ignoti” hanno incendiato e completamente distrutto il presidio di Bruzolo.Ci avevano provato già due volte: 3 settimane fa (incendio spento dai pompieri e struttura danneggiata) e poi questo sabato notte lasciando anche una bombola del gas aperta vicino al fuoco, ma anche allora non gli era andata bene. Ieri invece missione compiuta: il presidio non esiste più. Come se non bastasse giovedì sono stati imbrattati da scritte “sì tav” alcuni cippi di Caprie che ricordavano il sacrificio di partigiani valsusini caduti per mano fascista.
Gesti del genere rafforzano le nostre convinzioni: la verità delle cose che diciamo e portiamo avanti fa sempre più paura a loro, non di certo a noi che andremo avanti per la nostra strada più determinati che mai.


Oggi pomeriggio alle 18.00 assemblea al presidio di Susa per fare il punto dopo l’attentato.
Ma veniamo alle bugie del Sig. Virano. Tale personaggio a dicembre dell’anno scorso comunicava a giornali e tv che, nel nuovo anno, sarebbero partiti i carotaggi, che sarebbero stati svolti tutti alla luce del sole, che la popolazione sarebbe stata avvertita in anticipo e informata adeguatamente; inoltre, dichiarava che entro il 31 gennaio la maggior parte dei sondaggi sarebbe stata svolta per poter presentare il miglior progetto preliminare alla comunità europea, che l’osservatorio sarebbe andato avanti con i sindaci della Valsusa e che l’unione europea poteva stare tranquilla perché l’opposizione in Valle di Susa è orami residuale.
Bene:
- le trivelle sono arrivate nel cuore della notte scortate da centinaia e centinaia di uomini delle forze dell’ordine.
- Alla popolazione che dove essere avvertita è stata invece nascosto fino all’ultimo secondo possibile l’arrivo della trivella
- Quanto all’informare siamo rimasti ai 30 minuti del 18 gennaio al mercato di Susa dove Saitta e Borioli non sono riusciti a convincere nessuno. Da allora il nulla.
- In Valle sono stati svolti 2 sondaggi e mezzo (quello di Condove non è stato finito per l’opposizione della popolazione) su 40 previsti. Allora ci chiediamo da dove è uscito il progetto portato alla comunità europea? Senza sondaggi dicevano che era impossibile farlo e invece come per magia… eccolo spuntate dal cilindro di Virano!
- Nell’osservatorio la stragrande maggioranza dei sindaci della Valle di Susa non hanno nominato nessun tecnico e non lo nomineranno fino a quando non si smetterà di parlare di progettazione. Centralità della comunità montana, opzione zero, utilità e costi/benefici sono i veri nodi da trattare.
- L’opposizione in Valle di Susa è esattamente uguale al 2005:le 40 mila persone in piazza il 23 gennaio su una popolazione di 60 mila lo dimostra ampiamente. Altro che Valle pacificata
Pertanto possiamo tranquillamente dire che il Sig. Virano, così osannato dai politici e dai media amici, oltre che essere un bugiardo patentato, ha anche totalmente fallito la sua missione. E’ stato stipendiato per 4 anni con i nostri soldi per fare un buco nell’acqua.
Noi intanto andiamo avanti sempre più forti. I presidi, nonostante gli attentati, si rafforzano sia nelle strutture che nella partecipazione. Borgone è già stato ricostruito. Susa e S.Antonino hanno ormai strutture chiuse e consolidate, così come Villarbasse.
Ieri al presidio la “Trippa” di S.Antonino almeno 300 persone si sono ritrovate per danzare, magiare e stare insieme.
E presto anche quello di Bruzolo lo ricostruiremo.
…non avete ancora capito con chi avete a che fare.
Sarà dura…ma sempre più per lorsignori.
Comitato no tav Spinta dal Bass – spazio sociale libertario Takuma





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sabato 30 gennaio 2010

E' uscito il nuovo numero de "Il Clandestino". Ecco dove trovarlo


A seguire i punti vendita in cui potete trovarlo. Per qualsiasi informazione e per ricevere copie del mensile contattateci al nostro indirizzo e-mail.

MODICA
Libreria Mondadori, C.so Umberto I
Caffè Letterario Hemingway, C.so Umberto I
Bar Fucsia, S.s. 115
Caffè Consorzio, Via S. Giuliano
Caffè Adamo, Via Marchesa Tedeschi
Edicola Piazza Monumento
Edicola Aurnia, C.so Umberto I
Camera del Lavoro, Via Nazionale
Edicola Sammito, C.so Principessa Maria del Belgio
Uomo Club, C.so Principessa Maria del Belgio
Barycentro, C.so Umberto I
Istituto magistrale, C.so Umberto I
N’ti Viciè Pub, Piazza Gianforma (Frigintini)
Liceo Scientifico
Tabacchino Plaza, centro commerciale
Edicola, quartiere Dente
Dolceria Elisir, Via Sacro Cuore
Dolceria Scivoletto, Via Nazionale
Bronze, Piazza Matteotti
Sound check Music, Via Nazionale
Università: scienze dell'amministrazione e del governo
Edicola Piazza S. Teresa
Edicola C.so Umberto, sotto Liceo Classico
Edicola Profetto, a lato Banca Agricola Popolare di Ragusa

POZZALLO
Edicolè

VITTORIA
Bottegotto Solidale, via R.Settimo angolo via Cavour
Camera del Lavoro-Cgil, via Bixio 60.

RAGUSA
Libreria Mondadori, Via Roma
Edicola, via Roma
A Putia Siculamente, Via Carducci

NOTO
Edicola Giacchino Corso Vittorio Emanuele 97
Pasticceria Costanzo Via Silvio Spaventa, 7/9



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venerdì 29 gennaio 2010

Ennesima minaccia per Giulio Cavalli


Nuove minacce a regista Giulio Cavalli


Fonte: ANSA

27 gennaio 2010
Milano. Giulio Cavalli, il regista e attore sotto scorta per le minacce subite dopo uno spettacolo sulla mafia, denuncia nuove intimidazioni dopo la decisione di candidarsi alle regionali con Idv al collegio di Milano. Cavalli e la senatrice Giuliana Carlino hanno spiegato di aver ricevuto nei giorni scorsi una telefonata minatoria alla sede cittadina del partito e di aver ritrovato un proiettile davanti alla sede di via Lepontina. Oggi poi, hanno aggiunto, sono stati trovati dei volantini con scritto ‘la mafia controlla la filiale Intesa San Paolo di via Palmanovà, cioè la filiale dove è stato aperto il conto corrente per il mandatario elettorale di Cavalli. «Ci viene difficile – ha osservato il regista – pensare che tali coincidenze non siano collegate alla mia discesa in campo per la legalità contro le mafie». Una «ennesima minaccia – ha proseguito Carlino – che non fa altro che confermare che la nostra azione politica sta andando sulla giusta strada».





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mercoledì 27 gennaio 2010

Non pagare il pizzo è una questione d'onore





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sabato 23 gennaio 2010

Processo Talpe alla Dda, 7 anni a Cuffaro riconosciuto il favoreggiamento alla mafia



di Alessandra Ziniti

Fonte: La Repubblica

Sette anni di carcere e l'aggravante di avere agevolato Cosa nostra. E' questa la condanna inflitta a Salvatore Cuffaro dalla terza sezione della Corte d'appello di Palermo. Un verdetto più pesante rispetto a quello pronunciato dai giudici di primo grado che all'ex governatore della Sicilia, oggi senatore dell'Udc, inflissero una pena di 5 anni senza l'aggravante del favoreggiamento alla mafia.




In appello sono state modificate anche le altre condanne: all'ex manager della sanità privata Michele Aiello è stata inflitta una pena di 15 anni e 6 mesi per associazione mafiosa, in primo grado erano 14 gli anni di reclusione. Ed è stata modificata in concorso esterno all'associazione mafiosa l'accusa di favoreggiamento contestata all'ex maresciallo del Ros Giorgio Riolo, condannandolo a 8 anni di carcere: in primo grado aveva avuto 7 anni. La Corte, infine, ha dichiarato prescritto il reato contestato ad Adriana La Barbera per morte dell'imputata. Per il resto la sentenza di primo grado è stata interamente confermata.

"So di non essere mafioso e di non avere mai favorito la mafia. Avverto, da cittadino, la pesantezza di questa sentenza che, però, non modifica il mio percorso politico", ha dichiarato Cuffaro, nell'aula bunker del carcere Pagliarelli subito dopo il verdetto di condanna. "Ciò non vuol dire - ha aggiunto - che le sentenze non debbano essere rispettate dal momento che sono espresse dalle istituzioni".

Nei confronti dell'ex presidente della Regione siciliana è scattata l'aggravante per il cosiddetto "episodio Guttadauro": l'attuale senatore dell'Udc avrebbe messo il boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro in condizione di scoprire una microspia nel salotto di casa e questo è un fatto che, secondo l'accusa e secondo la terza sezione della Corte d'appello, presieduta da Giancarlo Trizzino, a latere il relatore Ignazio Pardo e Gaetano La Barbera, ha favorito l'intera associazione mafiosa.
(23 gennaio 2010)


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giovedì 21 gennaio 2010

Archivio Giovanni Spampinato sulla Sicilia “segreta”


Nasce un archivio di documenti, cartaceo e digitale, di facile consultazione, accessibile on-line, sulla Sicilia “segreta” degli anni della strategia della tensione, per documentare le attività eversive, gli episodi di violenza politica, i traffici illeciti e i fatti di sangue che si verificarono nell’Isola con un intreccio ancora non del tutto chiarito con la criminalità mafiosa e con le attività politico eversive della strategia della tensione che insanguinò l’Italia alla fine degli anni Sessanta e all’inizio degli Anni Settanta.



Con particolare attenzione saranno ricostruiti gli avvenimenti che si verificarono nelle province di Ragusa, Siracusa e Catania, gli episodi di violenza politica, le attività eversive, i traffici illeciti e i fatti di sangue di sui si occupò il giornalista Giovanni Spampinato nelle sue inchieste pubblicate su L’Ora e su altri giornali. Lo ha annunciato l’Associazione Giovanni Spampinato, in un incontro pubblico a Ragusa, nel quale è stato presentato il nuovo sito www.giovannispampinato.it e sono state annunciate alcune iniziative per ricordare la vicenda del cronista assassinato il 27 ottobre 1972.

Il segretario dell’Associazione provinciale della Stampa, Giovanni Molè, ha aderito all’iniziativa e ha proposto un premio giornalistico intitolato al cronista di Ragusa, da assegnare ai giornalisti che danno prova di impegno civile e coraggio professionale. Anche il Centro Studi Feliciano Rossitto di Ragusa, che ha intenzione di intitolare la propria biblioteca a Giovanni Spampinato, sostiene la creazione dell’Archivio Spampinato che avrà sede nel capoluogo ibleo. Conterrà gli articoli pubblicati da Giovanni Spampinato sul giornale L’Ora nel periodo 1968-1972; gli articoli di altri giornalisti sugli stessi avvenimenti; la collezione dei giornali locali dell’epoca; atti parlamentari, pubblicazioni, libri, fascicoli, incartamenti processuali, fotografie e ogni altra documentazione utile.

‘’Raccogliere e rendere accessibile questa documentazione è necessario per far conoscere con cognizione di causa a ogni cittadino, e in particolare ai più giovani che non li hanno vissuti direttamente, i gravi avvenimenti che si verificarono in quegli anni”, ha detto il giornalista Alberto Spampinato, presidente dell’associazione intitolata a suo fratello. “E’ inspiegabile che dopo quaranta anni nessuno abbia avvertito l’esigenza di dare vita ad una simile raccolta pubblica di documenti. Gli archivi privati finora disponibili sono incompleti, parziali, nella maggior parte dei casi difficili da consultare e non sono in grado di soddisfare le esigenze dei ricercatori interessati a queste vicende e dei cittadini che vogliono farsi un’opinione basata sulla conoscenza dei fatti. C’è una situazione paradossale: è più facile reperire documenti su Giovanni Spampinato a Roma o a Milano che in Sicilia. L’Associazione conta sulla collaborazione di enti pubblici e privati, delle Università, dei centri di ricerca, delle organizzazioni dei giornalisti e delle fondazioni che hanno finalità culturali e morali”.

* Osservatorio sui cronisti minacciati


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mercoledì 20 gennaio 2010

Sgombero violento del Zetalab di Palermo, continua la dispersione dei migranti


di Fulvio Vassallo Paleologo Asgi Sicilia

[20 Gennaio 2010]

Dopo lo sgombero violento del Zetalab di Palermo dove da sei anni vivono rifugiati del Darfur, è stata convocata un'assemblea cittadina il 20 gennaio alle 16 in via Boito, dove è in corso un presidio permanente.



E’ di cinque arrestati e tre feriti, tutti italiani, il risultato di una giornata di tensione di fronte al Laboratorio Zeta di Palermo, dove sono ospitati da anni numerosi rifugiati in prevalenza sudanesi.
Il Comune di Palermo non è stato capace di chiudere la mediazione in corso da mesi, assegnando agli occupanti la gestione della struttura sita in via Boito a Palermo, nonostante i numerosi riconoscimenti dell’utilità sociale delle attività del Laboratorio Zeta e le forniture di acqua, luce e provviste. Persino nel portale internet del Comune il laboratorio Zeta era indicato come uno dei luoghi di accoglienza che la città offriva. Adesso quel luogo non esiste più. La posizione irriducibile a qualunque soluzione di compromesso da parte di un’altra associazione assegnataria, Aspasia, ha innescato un gioco delle parti che, dopo diverse ore di finta trattativa si è concluso con lo sgombero violento della struttura.

Dopo Rosarno, lo sgombero del centro sociale Laboratorio Zeta di Palermo si configura come l’ennesimo tentativo di dispersione di migranti sul territorio nazionale. Un tentativo che passa anche attraverso gli arresti ed i ferimenti degli antirazzisti che a Palermo si battono per difendere i diritti fondamentali dei rifugiati, a partire dal diritto all’alloggio. Tra gli altri è stato colpito duramente con manganellate sul viso ed ha una prognosi di oltre venti giorni per la rottura del naso un professore universitario fondatore di un laboratorio per la non violenza. Un cittadino come tanti altri che partecipava al presidio di protesta per lo sgombero della struttura che era intervenuto in difesa della moglie presa a manganellate durante una delle cariche degli agenti di polizia.

Al momento passeranno la notte all’addiaccio venti titolari di protezione internazionale perché il Comune non ha saputo trovare una soluzione alloggiativa per la notte. Oltre cento antirazzisti hanno presidiato per tutta la giornata la struttura che per anni è stata al centro di iniziative sociali e culturali che hanno animato l’intero quartiere e si sono proposte come uno dei pochi spazi pubblici di solidarietà ai migranti in città. Una solidarietà che ha subito anche attacchi violenti da parte delle squadre fasciste che hanno colpito a più riprese con il lancio di sassi e bottiglie le finestre del Laboratorio zeta, mentre migliaia di cittadini palermitani hanno riempito e difeso con le loro iniziative autogestite i locali, sotto attacco convergente da parte dei gruppi più estremi della destra palermitana e ci esponenti del cd. terzo settore che ad un certo punto sono apparsi più interessati allo sgombero della struttura che alla fruizione di un altro locale immediatamente agibile, in sostituzione dei locali occupati dal laboratorio Zeta.

Un clima di condivisione e di impegno sociale a favore dei giovani e dei rfugiati che adesso è stato interrotto dallo sgombero violento posto in essere dalla polizia con ripetute cariche e violente provocazioni. E non è ancora finita, anche se nel corso della notte i tre occupanti della struttura saliti sul tetto insieme ad un consigliere comunale sono stati costretti a scendere a causa del freddo. I migranti sudanesi sono ancora accampati davanti all’ingresso della struttura presidiata dalla polizia, senza nessuna intenzione di disperdersi in città, una città che non è stata capace finora di offrire loro un altro luogo di accoglienza, un’accoglienza che sarebbe dovuta per legge, ma che in Sicilia rimane un miraggio.

La proposta di un loro trasferimento in un centro di accoglienza ubicato in un paesino della provincia di Palermo, ventilata oggi alla fine della giornata, non potrà che essere respinta perché molti di loro sopravvivono lavorando in città. Continua ad oltranza intanto il presidio antirazzista davanti alla struttura sgomberata dalla polizia e per oggi 20 gennaio alle ore 16 è stata indetta un’assemblea sempre nello stesso luogo nel quale decine di cittadini palermitani stanno mantenendo una presenza pacifica, passando la notte all’addiaccio. Su tutti grava come una cappa di tristezza la notizia che nelle stesse ore dell’operazione di sgombero del laboratorio Zeta, in un’altra parte della città, un giovane immigrato ghanese che andava in bicicletta è stato investito ed ucciso da un automobilista che non si è neppure fermato per soccorrerlo.

Venerdì prossimo al laboratorio Zeta si sarebbe dovuto proiettare il film, finanziato anche dal’Asgi Terra[e]strema. di Angela Giardina, Ilaria Sposito ed Enrico Montalbano, uno dei feriti di oggi, e si sarebbe dovuto presentare il libro «Gli africani salveranno Rosarno» di Antonello Mangano. Una iniziativa importante che adesso si svolgerà in un altro luogo, magari all’aperto, ma sempre vicino al laboratorio Zeta che ne è stato il cuore propulsivo. Una iniziativa che costituirà comunque una ulteriore occasione di informazione sugli stretti legami esistenti in Sicilia come in Calabria tra lo sfruttamento del lavoro dei migranti, mediato dalla criminalità organizzata, e l’azione meramente repressiva degli agenti statali che applicano il pacchetto sicurezza per fare fronte alle tante emergenze sociali che stanno esplodendo a Palermo come nel resto d’Italia.

Quanto successo oggi a Palermo è la prosecuzione delle operazioni di dispersione «assistita» che abbiamo già visto a Rosarno, con una partecipazione attiva delle forze di polizia che in questa ultima occasione non hanno dovuto certo proteggere i migranti né hanno individuato per loro un alloggio, ma hanno soltanto distrutto un lavoro sociale che durava da anni, del quale altre istituzioni, pur nei limiti degli scarsi mezzi disponibili, avevano riconosciuto il valore e la efficacia.

Molti dei rifugiati che avevano trovato accoglienza al Laboratorio Zeta di Palermo sono stati messi sulla strada dalla polizia ma sono bloccati a Palermo perché la Questura non ha rinnovato i permessi di soggiorno per motivi umanitari o non ha consegnato i documenti di viaggio a persone che da anni sono state riconosciute meritevoli della protezione internazionale. Un ritardo anche di due anni che si è accumulato per la richiesta pretestuosa di passaporti in corso di validità a persone che non potevano chiaramente rivolgersi alle ambasciate dei paesi di provenienza perché rifugiati.

Dove potranno andare i rifugiati allontanati dal Laboratorio Zeta se l’ufficio immigrazione della Questura di Palermo continua a negare loro il rinnovo o il rilascio dei documenti di soggiorno e di viaggio? Molti di loro hanno già perduto il lavoro che avevano perché dopo l’approvazione del pacchetto sicurezza i datori di lavoro non offrono più impiego a coloro che hanno in mano solo una ricevuta e sono in attesa del permesso di soggiorno.

Chiediamo che la Prefettura e lo stesso ministero dell’interno intervengano per sanare questa situazione che produce un grave danno esistenziale e che potrebbe integrare gli estremi del rifiuto di un atto d’ufficio. Chiediamo ancora una volta che il Laboratorio Zeta di Palermo venga restituito alla sua destinazione sociale e continui ad essere riconosciuto come luogo di accoglienza dei migranti, e chiediamo ancora che tutte le istituzioni, compresa la Prefettura, facciano il loro dovere nei confronti dei rifugiati, riconoscendo nei fatti il diritto/dovere di accoglienza, sancito anche dalle direttive comunitarie che l’Italia non applica, tanto da negare un alloggio a quanti hanno avuto riconosciuto uno status di protezione internazionale. Le associazioni antirazziste di Palermo riconfermano il loro impegno e svolgeranno tutte le iniziative legali per difendere quanti sono stati feriti dalla polizia, coloro che sono stati arrestati, ed i migranti che sono rimasti senza un alloggio. Nessuno si illuda che le operazioni di confinamento e di deportazione «assistita» già viste a Rosarno si possano estendere impunemente ad altre parti del territorio nazionale.

(Tratto da: http://www.carta.org/campagne/migranti/19158)


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martedì 19 gennaio 2010

"Ecco cosa abbiamo fatto". Parlano i ragazzi di MarinadiModicad'inverno


Continuano le attività dell’Associazione “marinadimodicad’inverno” dopo "l'Albero di Natale marinaro" ( addobbato con una rete da pesca, oltre 600 conchiglie, ancore, salvagente e tante luci led), il "cenone sociale di fine anno" ( dal menù ricco di portate preparate dai residenti della frazione ) e la "caccia al tesoro dell'Epifania" ( conclusa con la premiazione e la donazione delle calze a tutti i bambini presenti) e "l'arancinofest".

Domenica 17 Gennaio 2010 i soci hanno volontariamente ripulito l’arenile e le dune di Maganuco. All’evento si sono aggregati i camperisti presenti nella frazione. Sono stati raccolti oltre 700 kg di spazzatura. Molto è stato fatto, ma ancora qualche altro intervento è necessario programmare.

Si completa così il primo ciclo di interventi messi in programma dall'Associazione "marinadimodicad'inverno".

I prossimi progetti in programmazione sono: il "Carnevale per bambini", un "Contest di Wave Windsurf" a carattere regionale.

Inoltre l'Associazione "marinadimodicad'inverno" si sta attivando per reperire i fondi per l'acquisto di una moto d'acqua da utilizzare per il soccorso in mare e per acquistare un pulispiaggia per la pulizia degli arenili della frazione.



email: info@marinadimodicadinverno.it

sito internet: www.marinadimodicadinverno.it


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Il greggio inquina il Tellaro. Sversamento di petrolio della Eni Med nel Val di Noto


Fonte: lasiciliaweb

Una falla si è aperta in una tubatura di un oleodotto della “Eni Med” utilizzato per il trasferimento di petrolio grezzo da Ragusa ad un deposito di contrada Mostringiano, a Siracusa. Il greggio fuoriesce da ieri sera in una zona in campagna fra Palazzolo Acreide e Rosolini vicino a Noto. Sono intervenuti i vigili del fuoco e i tecnici dell’Eni per tentare di riparare il guasto. La perdita è stata ridotta. Si scava per individuare la causa che ha provocato la perdita. Il greggio è stato diluito nel terreno dalle piogge cadute nella zona.


“La notizia dello sversamento di greggio dall’oleodotto Enimed Ragusa-Priolo, lungo valle del Tellaro in territorio di Noto, conferma la tesi sostenuta da anni, sul progetto delle trivellazioni Panther nel Val di Noto, secondo la quale le condutture sarebbero non solo dannose per l’insalubrità dell’aria, ma anche incompatibili con lo sviluppo di questo territorio che fonda il proprio benessere su prodotti agricoli di qualità e su un patrimonio di beni monumentali di inestimabile valore” ha detto Fabio Granata, deputato del Pdl.

“Il nostro è un modello di sviluppo in continua espansione che viene tutelato dalla comunità locali e – ha aggiunto – che rifiuta ogni tentativo di calare dall’alto decisioni che muterebbero il dna dell’area trasformandola in un’anonima periferia suburbana destinata all’abbandono, senza salvaguardare le risorse pubbliche del territorio rispetto ad interessi privati”.

“Non si patisca in maniera inerme di fronte alle promesse di risarcimento di qualche migliaia – ha osservato – di euro che sarebbero solo una ulteriore violenza contro la civiltà e contro la natura”.


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Comunicato dell'Associazione Attinkitè


Isa è tornata dal Cairo (se ricordate avevamo spedito una sua corrispondenza da là) dove insieme a un migliaio di pacifisti ha tentato di rompere l'assedio alla Striscia di Gaza che Israele continua a tenere chiusa e far morire di fame con l'aiuto attivo dell'Egitto. Ci racconterà con le sue parole, articoli di vari giornalisti, dichiarazioni pubbliche rilasciate e video la sua esperienza, le manifestazioni fatte in Egitto, il clima che si respirava, le ultime informazioni dall'inferno di Gaza a un anno dal bombardamento che ha fatto 1400 morti palestinesi fra cui centinaia di bambini: un'occasione di informazione fuori dal coro!!!!
Lunedì 25 alle ore 18 alla sede dell'associazione.

--
Associazione Attinkitè




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